HITLER SI NASCE O LO SI DIVENTA?

HITLER SI NASCE O LO SI DIVENTA? HITLER SI NASCE O LO SI DIVENTA? Rosembaum: alle origini di un mistero ITLER? Connais pas» era il titolo di un film francese di forse vent'anni fa dedicato ai giovanissimi (di allora) che del dittatore nazista nulla ricordavano, nulla sapevano. Ma quell'indifferenza che sembrava avviata a relegare Hitler nel passato remoto, non ha poi preso piede;, anzi. Più passano gli anni e le generazioni, più la figura di Hitler si erge in tutta la sua sinistra, dominante statura. Sempre più vasta ò la bibliografia che lo riguarda, sempre più incredibile appare la sua folgorante, funesta affermazione proprio qui, nel cuore dell'Europa civilizzata, Questo libro - Il mistero Hitler di Ron Rosembaum -, eccezionale per serietà, intelligenza, utilità presente e futura, toma sull'argomento da un angolo del tutto nuovo. Non l'ennesima biografia, ma un'inchiesta davvero affascinante su ciò che è stato pensato e scritto intorno a Hitler dai massimi studiosi della questioni; in questi 50 anni. Rosembaum non si limita a leggere, confrontare, si limita a leggere, confrontare, collazionare e riassumere le diverse posizioni. Si muove come un reporter (o un poliziotto) o visita uno dopo l'altro gli specialisti maggiori e minori, Trevor-Roper e Bullock, Lanzman e Bauer, Irving eGoldhagen, li interroga, li preme, li provoca, lui stesso assillato da quel bimbetto che campeggia sulla copertina: un faccino che era già Hitler? () che lo divenne in seguito? E perche? E a che punto della sua vita? La ricchezza dell'indagine è vertiginosa per chi creda (e siamo in molti) di saperi; orinai tutto su Hitler. L'autore si dà la pena di cercare il villaggio tra Austria e Boomia in cui venne alla luce lo Sterminatore. Gli indicano vagamente strade sferrate fra i campi e inline la macchina arriva davanti alle rovine di DoUershcim: tutto è crollato, raso al suolo forse por ordine dello stesso Fùhrer, che non voleva si frugasse nel suo «romanzo familiare», complicalo da parentele oscure e dubbie legittimità. Suo padre cambiò nome, passò a Hiedler (poi Hitler) dall'originale Schicklgruber, e già questa sembra una svolta fatale, è difficile immaginare un milione di fanatici che urlano: «Ileil Schicklgruber!». Poi a scuola, con Wittgenstein! E a Vienna negli stessi anni, giorni, in cui c'erano anche Mahler e Freud. Dunque una teoria afferma che Hitler fu il prodotto di quella straordinaria cultura; un'altra, più fantasticamente letteraria, ma supportata da singolarissime coincidenze, che fu Franz Kafka a inventare Hitler. Perseguitò gli ebrei perché aveva lui stesso sangue ebreo? O perché un medico ebreo, imparentato con Kafka, causò secondo lui la morte della madre? C'è la teoria che fa risalire tutto al suo unico testicolo (ma l'autopsia dei russi sul cadavere non è incontestabile); e c'è chi attribuisce la metamorfosi della sua personalità dal suicidio della nipote Geli Raubal, sua convivente e forse amante (ma può essere stato un falso suicidio da lui organizzato; e il suo alibi per quel giorno non e di ferro). Teologi illustri e tormentati vedono in lui lo sbocco finale dell'ebraismo, «Hitler ce lo siamo creato noi!». Altri, altrettanto tormentati, lo leggono come la suprema incarnazione della tradizione antisemita, vendicativa, del cristianesimo. O non fu il radicato antisemitismo tedesco a partorirlo, promuoverlo fino alla «soluzione finale»? Ma c'è chi sottolinea come l'antisemitismo fosse assai più diffuso e viscerale tra i francesi; era dunque semmai in Francia che Hitler avrebbe potuto (dovuto) nascere. Rosembaum non perde mai il filo tra queste congetture (nessuna stravagante, nessuna dilettantesca), cerca di non farsi ossessionare dalla demoniaca figura. Guai a concedergli - dicono alcuni - una vittoria postuma, la preminenza assoluta sul XX secolo. Non parliamone più, non chiediamoci più «perche» («Qui non c'è nessun per- che» come disse la guardia SS a Primo Levi ad Auschwitz). Ma altri filosofi e storici vogliono invece ridefinire il concetto di male, e quindi di Dio, a partire proprio da lui. Non c'è mai stato nessuno di paragonabile nella Storia? 0 era uno come noi, prima un bambinello qualsiasi e poi un adulto preda di folli, irrefrenabili pulsioni omicide? Ma in tal caso sarebbe «innocente», in perfetta buona fede. Gli ebrei erano per lui gli scarafaggi di Kafka, andavano spazzati via per l'igiene del Reich. Allora però non si spiega come mai la «soluzione linaio» si compi nella massima segretezza, senza un suo esplicito ordine scritto. Ma molte tracce e solide prove circostanziali dicono che quell'ordine ci fu. Quando? Confutazioni, roventi polemiche, minuziose analisi interpretative ruotano attorno alla decisione del¬ lo sterminio. Che era già nella testa di Hitler quando restò ferito nel 1918 sul fronte francese? O venne più tardi, subito dopo il fallito putsch del 1924? 0 soltanto nel 1940, con l'occupazione della Polonia? Fra i tanti misteri, di cui è impossibile dar conto in questa sede, Rosembaum ha la saggezza di non avanzare una teoria personale: attore consumato, cialtrone buffonesco, folle visionario, semplice criminale, deterministico esecutore di tendenze storiche senza alternative, la scelta dovrà essere nostra. Ma l'immagine finale del libro è forse la più impressionanti; e persuasiva, un Hitler che ride di un riso allusivo e complice coi suoi più stretti accoliti: la Shoah come un bello scherzo riuscito alla faccia della Storia. Carlo Frutterò Franco Lucentini Hitler arringa la folla: quella di Rosembaum più che una biografia è un'indagine Sulle tracce dello Stenninalorc: ima ricerca vertiginosa, un 'inchiesta su ciò che è sialo pensalo e scritto in mezzo secolo IL MISTERO HITLER Ron Rosembaum Mondadori pp 556 L 35 000

Luoghi citati: Auschwitz, Austria, Europa, Francia, Hiedler, Polonia, Vienna