CARLOTTO: COM'È' MARCIO IL NORD-EST di Sergio Pent

CARLOTTO: COM'È' MARCIO IL NORD-EST CARLOTTO: COM'È' MARCIO IL NORD-EST NESSUNA CORTESIA ALL'USCITA Massimo Carlotto EJo pp2l7 L 24 000 ALLIGATORE si sposta seguendo le correnti della malavita, fiutando le sue prede là dove nascono le nuove cosche forti e incarognite dei clandestini dell'Est. Dalla Sardegna ventosa e trucida, dei romanzi precedenti, l'investigatore con un piede in galera Marco Buratti - l'Alligatore - si e dislocato nel Veneto produttivo e danaroso, in un panorama sempre meno provinciale e sempre più corrotto, fin dentro l'anima. Tutto il peggio del marciume sociale sembra aleggiare attorno al nostro eroe superalcolico e al compagno d'avventura Beniamino Rossini, esemplare ormai raro di una criminalità in giacca e cravatta. Ma qui, come recita il titolo, la gentilezza non è più di moda: già lo rammentava in altre circostan rammentava - in altre circostanze - la madre di Rossini rievocando la sua infanzia ebraica. Salvarsi significava attraversare la porla del ghetto scinza guardarsi indietro: «Nessuna cortesia all'uscita». Ma anche il figlio non è da meno in correttezze mancate, poiché tra queste pagine Rossini spara e uccide come in un «poliziottese» degli Anni Settanta. A dire il vero, tutto il racconto mostra un accanimento forsennato sul pedale della violenza, come se i malesseri sociali si fossero moltiplicali con la ricchezza e la corsa alla banalità di vivere alla grande. Carlotto usa uno stile già di per sé secco ed essenziale, da cronista trasandato, ma qui dà il meglio sintetizzando con freddezza eventi e strategie narrative, lasciando in piedi la nudità piuttosto disgustosa di un mondo che, comunque, ci appartiene. I fatti ricalcano in sordina l'epica - e per certi versi ridicola se non fosse per il sangue versato - vicenda della Mafia del Brenta di Felice Maniero, a cui - forse - può somigliare il Tristano Castelli di queste pagine. Dopo aver creato un impero di denaro tra droga e prostituzione, il boss amato dalle donne sembra mettere in atto una manovra incomprensibile, eliminando a uno a uno i suoi tirapiedi più fidati. L'Alligatore è coinvolto nel caso da Gigi Barison - Granzeola a causa del sorriso sconnesso - che teme di essere giubilato e gli chiede quindi di offrirsi come intermediario presso Castelli. Ma quando Buratti scopre che l'affare è tanto grosso da ignorare la figura del paciere rispettata nell'ambiente della mala, comincia a temere di essersi cacciato in un guaio. Con l'aiuto di Rossini e di un eterno latitante degli anni di piombo, Max la Memoria, l'Alligatore fiuta la pista dell'impero di Castelli, scoprendo un losco giro di truffe e di compromessi che allargano il giro d'orizzonte delle cosche, fino a toccare polizia, avvocati e giudici. Invischiato in un caso fuori misura, il nostro si difende come può, tra morti ammazzati e trappole, lotte con mafiosi russi e albanesi, pentiti usati come paravento, fino a scoprire che, come sempre, l'idea popolare di giustizia è piuttosto diversa dagli amari compromessi della realtà. Il mondo dipinto a cazzotti da Carlotto è vero e credibile, un inferno di vizi, denaro, droga e perversione che si annidano nel ricco panorama del nostro Nord-Est, crocevia europeo di sconosciute e spietate bande di delinquenza anche d'importazione. La trama si regge soprattutto sul contesto che fa da ispirazione, mentre abbiamo l'impressione che Carlotto abbia volutamente schematizzato le numerose scene di morte per creare una isterica, fumettistica metafora del male. Non c'è spazio per i buonismi, in queste nuove ondate di malavita; le situazioni estreme della vicenda, a volte, sembrano voler ridimensionare a livello di racconto d'azione ciò che nella realtà è ormai il vizio di forma del benessere che sculetta sottobraccio all'ignoranza. Sergio Pent NESSUNA CORTESIA ALL'USCITA Massimo Carlotto EJo pp2l7 L 24 000

Luoghi citati: Sardegna, Veneto