Sinopoli esalta Panima di Strauss

Sinopoli esalta Panima di Strauss Scala, «Donna senz'ombra» Sinopoli esalta Panima di Strauss Bravissima Reinhild Runkel nel ruolo della cattiva Nutrice Giangiorgio Sairagni MILANO Nella ripresa alla Scala, per il cinquantesimo della morte di Richard Strauss, della fortunata «Donna senz'ombra» nell'allestimento di Jean-Pierre Ponnelle attraverso Jutta Gleue, si è avuta mano felice affidando la direzione a Giuseppe Sinopoli, il quale come pochi altri conosce la complessa opera, la più ardita e riassuntiva della collaborazione fra Strauss e Hofmannsthal, dove c'è tutto Strauss, nella grandezza dell'organico come nell'intaglio cameristico. Quasi da subito, con la dolcezza del flusso melodico e i timbri sfumati, s'intuiva come Sinopoli mirava a dire che la «Frau ohne Schatten» tende alla realizzazione di un destino umano, in primis dell'Imperatrice, essere fatato che, attraverso l'acquisizione di un'ombra simbolo di fertilità, diviene donna. Strauss diceva che la melodia era l'espressione più profonda dell'anima umana: Sinopoli l'ha colto in maniera stupenda. Questa umanità, però, è acquisita attraverso eventi tragici intorno al mercanteggio dell'ombra della Tintore: ecco allora lo scatenamento degli elementi naturali ad opera di potenze superiori nel finale secondo, con Sinopoli di rara forza espressiva e uno dei vertici della serata, accanto al momento magico del risvegbo dell'Imperatrice, con musica e timbrica siderale, e a quello umano dell'Imperatore solo nel bosco, con l'assolo di violoncello e i celli divisi, momento di abbandono totale. Tutto ciò traeva vita dalla scena e da un'intonazione esemplare del testo di Hofmannsthal. Motore degli intrighi, Reiniiild Runkel è la miglior Nutrice che si possa avere, serpente malefico di grandezza demoniaca. Difficde, poi, trovare oggi una calda umanità come nel Barak di Alan Titus, mentre Luana De Voi ha reso al meglio il carattere scontroso e drammatico della Tintore, colmando il vuoto lasciato dalla scomparsa di Sabine Hass. Meno convincente la coppia imperiale, perché Jon Frederic West canta tutto di spinta, mentre Inga Nielsen domina l'impervia parte, ma non possiede quella pienezza che ci vorrebbe. In questa regìa con influsso del teatro kabuki, gli accadimenti soprannaturali sono realizzati da servi di scena, e con essi è felicemente risolto il problema delle ombre, che sono servi di scena velati: la Tintore che scioglie materialmente da sé l'ombra appartiene certo ai momenti più emozionanti dello spettacolo, insieme all'ombra propria che in conclusione riceve l'Imperatrice.

Luoghi citati: Sinopoli