Mullan: «Ecco lo rabbia di Glasgow» di Fulvia Caprara
Mullan: «Ecco lo rabbia di Glasgow» L'attore preferito di Ken Loach presenta ii suo primo film da regista Mullan: «Ecco lo rabbia di Glasgow» «Ma nel mio ' "Orfani "c'è anche speranza» Fulvia Caprara ROMA Per la cerimonia conclusiva dell'ultimo Festival di Cannes, quella in cui ha ricevuto la Palma per il molo del protagonista interpretato in «My nanne is Joe» di Ken Loach, aveva scelto la tenuta tradizionale scozzese: gonnellino a quadri e calzettoni. Alla presentazione, ieri a Roma, del suo primo lungometraggio, «Orfani», molto applaudito alla scorsa Mostra del Cinema di Venezia, Peter Mullan è apparso in t-shirt bianca, anello con brillantino al dito, aria rude e naif insieme, miscuglio che pure piaccia moltissimo a signore stanche di uomini timidi, tormentati, intellettuali. Nato e cresciuto tra le grige nebbie di Glasgow, Mullan sprizza vitalità da tutti i pori e, anche se ha girato un fiim pieno di morte e di sangue, il suo messaggio sa di vita e di voglia di reagire: «Davanti ai nostri occlù non abbiamo altro che violenza e rabbia, e quello che oggi accade in Kosovo e altrove dimostra come siano venute a mancare le cose in cui credere. Per questo è importante riscoprire, proprio adesso, la capacità e il desiderio di essere vicini agli altri». Un desiderio che, nella notte disperata vissuta dai protagonisti di «Orfani», sembra ora impossibile e lontano, ora, invece, concreto e tangibile «Mi capita di stupirmi por il grado di crudeltà che alcuni individui possono raggiungere, ma anche per il coraggio che dimostrano in certe occasioni. Voglio dire che ognuno è impegnato in un viaggio che va dall'oscurità alla luce e che si può uscire dai momenti più bui evitando di usare le armi». E come le luci si alternami alle tenebre, le risate, nel film, si mescolano con le lacrime: «Raramente scrivo battuti! - spiega Mullan che della pellicola è anche sceneggiatore -. Preferisco che l'umorismo e la commedia vengano fuori dalle situazioni. Di "Orfani" mi piacciono i momenti in cui non sai se ridere o piangere. D'altra parte, nei grandi dolori, capita spesso che le due cose convivano; magari Hollywood non ti dice che è cosi, eppure succede e io stesso ho assistito, per esempio, a reazioni di risate isteriche durante un funerale». Influenzato fin da bambino dal neorealismo italiano, da Felìini, da Bunuel, da Scorsese e Loach, Peter Mullan continuerà a recitare, scri- vere e dirigere film: «Fare l'attore è una cosa bellissima, ti danno un bel po' di soldi, lavori con gli altri e la sera puoi anche spassartela e andare a ben; una birra in compagnia. La regia e la scrittura sono invece lavori più duri e solitari, ma non li abbandono perchè per me fare un film e una necessità a Cui non posso sottranni Vedere gli attori che lavorano, che nprono il loro cuore per comunicare qualcosa al pubblico, compensa i tormenti e le difficolta della regia» Peter Mullan ha già in mente il prossimo film di regia ambientato in Irlanda e dedicato alla realtà degli «Asili di Maddalena» tenuti da suore dove venivano rinchiuse le ragazze, trattale come schiave. «Mostrerò - dice - come le donne e la verità sono sempre state le prime vittime della religione». L'attore scozzese Peter Mullan ha debuttato nella regia con «Orfani»: un film che alterna morte, sangue e rabbia con risate e senso del grottesco
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