Bertolucci: «Ultimo Tango non mi appartiene più»

Bertolucci: «Ultimo Tango non mi appartiene più» Domani sera Tele+ trasmette il film che ha scandalizzato il mondo: il regista lo ricorda 27 anni dopo Bertolucci: «Ultimo Tango non mi appartiene più» «Mi ha ferito, ora è del pubblico che ancora lo vuole vedere» SE OPO tanti anni Ultimo tango non mi appartiene più, appartiene al pubblico che ancora lo vuole vedere, alle cineteche che lo proiettano: è una strana sensazione, un po' come quella che prova il protagonista del mio ultimo film, L'assedio, il signor Kùiski, che si priva eli tutto per darlo alla persona che ama. In effetti dovrebbe essere così quando si fa un film: ci si priva di tutto per darlo al pubblico, che ami. «Circa un anno fa usci su un quotidiano l'elenco dei più grandi successi nella storia del cinema italiano: il primo era Ultimo tango a Parigi. L'ùicasso del film indicizzato allo scorso anno è pari a 150 miliardi, in quel tempo brevissimo in cui il film visse nei cinematografi italiani. Immediatamente io alzo il telefono e chiamo Roberto Benigni per dirgli «Roberto, sei stato straordinario, con La vita è bella hai fatto 60, 65 miliardi. Però purtroppo ti devo dare una brutta notizia, anzi, te la "faxo": Ultimo tango ha fatto quasi tre volte tanto: come la méttiamo?} Roberto si è arrabbiato... (era uno scherzo, ovviamente, tra grandi amici)». «La prima proiezione del primo montaggio del film avviene alla Fonoroma: ci siamo solo Kim Arcalli, io e il produttore Alberto Grimaldi. E' la prima volta che vediamo il film finito in sala e ci guardiamo un po' preoccupati pensando: ma chi andrà a vedere questo film su un uomo disperalo, invece vediamo Grimaldi che si stropiccia le mani e mi dice felice: «Vedrai, andrà tutto bene, sono molto contento di aver prodotto questo film...». Era la prima volta che lavoravo con lui. Grimaldi era il produttore più importante di quegli anni, produceva Pasolini e Sergio Leone, e fu lui che economizzò la strategia di uscita del film. Io infatti non mi aspettavo assolutamente tutto quello che poi accadde: sono innocente, perché non sapevo di essermi spinto così in là, anche perché il trans con cui avevo fatto il film era continuato anche durante il montaggio e a me era sembrato solo di aver fatto un film un po' disperato e quindi con poche chances di avere successo con il pubblico». «Nella copia-lavoro passò la prima sequenza del film: il metrò sul ponte di Passy, Brando visto dall'alto, la macchina che scende su di lui, l'ito- mo con il cappotto di cammello, una ragazza davanti a lui, finché si arriva davanti al cartello «AFFITTASI APPARTAMENTO», la ragazza fa una telefonata alla madre, Brando è nella cabina telefonica, la ragazza entra nell'appartamento: scena d'amore. Qualcuno si ricorda che la sequenza proiettata a Venezia era muta: non era muta, c'era poco dialogo e c'erano i sospiri del momento dell'amore... Finisce la sequenza e i registi, gli amici si avvicinano, tutti abbastanza impressionati. Io comincio a rendermi conto che forse sta succedendo qualcosa con questo film ohe materializza la mia idea del cinema: il film scappa alle mani del regista, ha tuia sua vita autonoma e parte per una direzione che nessuno può controllare. E' soltanto la consapevolezza che mi danno gli altri, sul fatto che il film potrebbe avere dei problemi con la censura, che nasce lì, quando vedo gli altri... il bambino che si tocca non sa di fare peccato finché il parroco non glielo dice...» «La seconda mossa strategica di Grimaldi fu in ottobre, poco tempo dopo Venezia, e fu di portare il film negli Stati Uniti. Il film chiude il New York Festival nel 1972. Ero stato a questo Festival con II Conformista e Strategia del Ragno l'anno precedente, che erano molto piaciuti e si guardava al mio lavoro con una certa curiosità e simpatia. Decidiamo insieme al direttore del Festival di non fare ciò che si fa normalmente e cioè fare la proiezione per i critici la mattina della serata in cui il film verrà proiettato. Diciamo che la copia non è pronta e che arriverà 2 ore prima della proiezione, per contenere l'effetto di risonanze anche malevoli che avrebbero potuto nascere facendo vedere d film ai giornalisti prima del pubblico: i critici vedranno il film con il pubblico». «Uno snack prima della proiezione alla presenza dei distributori americani del film, la United Artists, io feci una gaffe, non avendo più troppe inibizioni: mi sentivo in posizione di rischio perché mi rendevo conto della forza d'impatto del film e non avevo più paura di niente... Ad un certo punto ci fu un brindisi di Grimaldi con il distributore David Pickert ed io risposi rompendo il bicchiere alla russa, gettandolo all'indietro e can¬ tando l'Intemazionale...» «A metà della proiezione mi ricorderò sempre, tutti insieme almeno 50/60 persone scattarono insieme dicendo «Basta» e uscirono dal Lincoln Center insultando il regista e il film Si sentiva però fermento nel pubblico, e alla fine ci fu un'ovazione. Paulùie Kell, guru del cinema americano che scrive sul New Yorker, fece un pezzo ditirambico entusiasta definendo Ultimo tango come il «film più prepotentemente erotico della storia del cinema». Questo darà modo agli altri critici americani di poter amare il film senza troppi imbarazzi. Contemporaneamente il Times Magazine e Newsweek escono con due copertine sul Tango. La metà degli inserzionisti (industriali che pagavano per le pubblicità sul giornale) del Newsweek, che aveva molto appoggiato il film, cancellarono le loro inserzioni per circa sei mesi dopo la euver star)' sul Tango». «La Commissione Censura in Italia vedeva i film nei sotterranei del ministero dello Spettacolo a via della Ferratella, in salette scomode e umide che non aiutavano certo i commissari ad amare i film. Andammo in moviola col presidente della Commissione che riuscì a tagliare solo fi secondi della prima scena del film, Fu un pruno successo per noi, accettare un cosi piccolo taglio su un film die altrimenti non avrebbe avuto il visto Fu comunque Grimaldi a con- ! vincermi ad accettare la mutilazione, che anche se piccola mi sembrava al momento gravissima 11 film ebbe il visto censura ..» «Al processo ero in preda ad un'overdose di successo, e quando arriva la sentenza non riesco a capire. 11 produttore, il regista, Brando e forse anche la Schneider erano condannati a due mesi di prigione con condizionale. Non capivo come potessero andare contro Un film che intemazionalmente era stato considerato un film dall'impatto fortissimo, ma non pornografico. Onesti due mesi di condanna mi danno l'estasi e la voluttà del martirio: intorno a me sento che si sta creando un movimento di solidarietà che mi fa sentire molto cocco lato 11 sonisi) dei martiri era anche stampato sul mio viso e lo si può vedere dalle foto di quegli anni... Terzo grado del giudizio Grimaldi mi chiama in sala di doppiaggio e mi annuncia che la Cassazione ha confermato la sentenza di appello. Abbiamo perei), il film sarà sequestrato e il negativo del film distrutto: da li il granile scandalo del «rogo di Ultimo tango». Io so che il negativo è stato contrabbandato in Francia in questi due anni tra l'appello e la Cassazione: sarà quindi un atto simbolici), al punto che propongo di bruciare una copia del film sotto la statua di Giordano Binilo Capisco però che la cosa e un po' eccessiva Alle elezioni del '76 non ricevo il certificato elettorale: vado all'anagrafe e l'impiegato kalkiano romanesco, «all'amatriciana», mi dice «Certo, signor Bertolucci, con la condanna per Ultimo tango lei ha perso i diritti civili e quindi anche il diritto di voto ,i>. Fu una lenta molto dolorosa». IL FILM Per interpretare «ULTIMO TANGO A PARIGI» Marion' Brando fu pagato 250 mila dollari (più ( una percontualo del 15% degli incassi); Moria Schneidor, 5mila dollari; Dopo la prima mondiale a New York, f bocciato dalla commissiona ministtriolo, ; il film ottiene il nullo osta in appello con tagli per 9,80 metri di pellicola I Dopo una prima proiezione al Festival di Porrctla, esce in Italia in 35 copie, nel dicembro 72 Il film viene sequestrato e, di processo ! in processo, si arriva alla condanna definitiva del gennaio 76, confermata j dalla Cassazione. Tutte le copie sono confiscalo. Se ne salvano soltanto tre : Rapportalo ai valori di oggi, ha incassato ! 150 miliardi Domani sera Tele+I, alle 21,30, durante lo speciale «Dal Primo all'ultimo Tango», trasmette la versione integrale italiana di «Ultimo Tango a Parigi». Alle 23,40 segue una intervista di Tatti Sanguineti a Bernardo Bertolucci di cui pubblichiamo alcuni stralci. Il film verrà replicato domenica a mezzanotte su Tele + bianca, con le voci originali di Marion Brando e Maria Schneider.