Riso italiano, gusto senza frontiere di Edoardo Ballone
Riso italiano, gusto senza frontiere Cuoco tedesco vince il primo concorso intemazionale Idi a Costiglioie d'Asti Riso italiano, gusto senza frontiere Una nuova conquista nell'alta cucina mondiale Edoardo Ballone inviato h ASTI Da oggi il giovane chef Holger Zurbiùggen può raccontare ai suoi affezionati clienti del Langhaus Restaurant di Berlino di essere slato scelto come il migliore fra otto colleghi di ogni parte del mondo. Il suo galletto in crosta ripieno di risotto allo zenzero e arredato da salsa giapponese sukiyaki è stato votato come ricetta vincente al primo Concorso Internazionale Icif con finale nelle cucine del seicentesco castello di Costiglioie d'Asli. Sei giornalisti (non poteva mancare Edoardo Raspelli) hanno decretato «re di fornello» questo aitante giovanotto trentaseienne nativo della Westfalia e anche la giuria dei cuochi è stata dello stesso parere. E' un premio questo dell'lcif (Italian Culinary Lnstitute for Foreigners) che ha già dimostrato di avere ampio respiro. I concorrenti, tutti stranieri, oltre al tedesco Zurbruggen, erano infatti il coreano Jeong Chan Dae (secondo premio con un risotto alle erbe cotto assieme a came di agnello e pollo in salsa mostarda), il newyorchese Raymond Arpke (la sua ricetta di «dirty risotto» con anatra brasata al vino bianco è stata quella preferita dalla giuria dei produttori di riso) e poi cuochi da Toronto, dal Brasile, da Shangai e dal Giappone. Insomma, una gradita globalizzazione dei sapori. Questo concorso, fa notare Bruno Libralon, direttore dell'lcif di Costigliele, non vuole essere una gara di merito bensì «mi modo per far conoscere i prodotti italiani al mondo dei gourméts». E gli fa eco Tony May, titolare del prestigioso San Domenico di New York (è il ristorante preferito da Pavarotti negli States) e presidente della multinazionale Icif: «Si, abbiamo concepito questo concorso senza confini per dimostrare che un prodotto italiano come il riso può benissùno far parte di ricette concepite dagli chef di ogni Paese». Insomma, dopo la pizza, anche il riso (ma quello italiano) può diven¬ tare una voce universale di alta cucina. Dietro l'evento ludico c'è dunque un efficace business. Non a caso, la terza giuria raccoglieva il fior fiore dei produttori padani di riso Carnaroli (buono per i risotti asciutti) e Vialonc (adatto alle minestre). E ha pure una sua giustificazione il fatto che la Regione Piemonte e la Regione Lombardia siano fra gli sponsor di questo confronto internazionale. Un coinvolginicnto dettato dalle cifre: l'Italia ò leader europea con la coltivazione di 231.800 ettari di cui 118.700 di risaie piemontesi e 96.400 di colture in Lombardia. A questo concorso c'era pure l'executive chef dello Shangai Institute of Tourism: il suo riso (italiano) alla panna e tè nero non è salito sul podio ma è piaciuto molto. «Buono, molto buono questo riso» ha ripetuto con eterno sorriso Ji Zhaomin. Se la pensano allo stesso modo oltre un miliardo di cinesi... i produttori di riso nostrano torneranno certamente al concorso di Costiglioie.
Persone citate: Asli, Bruno Libralon, Edoardo Raspelli, Jeong Chan Dae, Pavarotti, Raymond Arpke, Tony May
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