Clinton: Milosevic deve andarsene di Andrea Di Robilant

Clinton: Milosevic deve andarsene Il capo del Pentagono al Senato: non abbiamo mandato truppe in Kosovo per non incrinare la Nato Clinton: Milosevic deve andarsene La strage di albanesi è «una tragedia inevitabile» Andrea di Robilant corrispondente da WÀSHINGTON. Milosevic se ne ne deve andare. Per la prima volta il Presidente Clinton dice esplicitamente che per arrivare alla stabilità nei Balcani «ci vorrà una transizione democratica» a Belgrado. Nel frattempo «continueremo a distruggere la sua macchina militare il più possibile. E' un imperativo non solo morale ma strategico. Se non fermassimo il suo massacro, la Nato uscirebbe screditata da questo conflitto». Il Presidente ha parlato ieri a San Francisco davanti all'associazione degli editori americani nell'ambito di una nuova campagna di sensibibzzazione per preparare gli americani ad un conflitto che pare destinato a protrarsi molto più del previsto. E in cui tragedie come il bombardamento Nato del convoglio di civili «sono incresciose ma anche inevitabih» (il Presidente ha poi accusato MUosevic di aver usato i profughi come «scudi umani»). A Washington, il segretario alla Difesa William Cohen e il capo di Stato maggiore Hugh Shelton hanno confermato nel corso di un'audizione al Senato che la guerra potrebbe protrarsi anche fino all'estate. «Non sarà una campagna breve, non sarà facile e non sarà ordinata», ha aggiunto il segretario alla Difesa. E la perdita di vite americane non è più solo «possibile» ma «probabile». Nel corso dell'audizione Cohen ha ammesso per la prima volta che se non fosse per gli alleati gli Stati Uniti avrebbero probabilmente già predisposto i piani per il dispiegamento di una forza d'invasione. Ma in questo momento la compattezza dell'Alleanza, ha spiegato Cohen, fa premio sulle ragioni militari. E per questo la discussione in seno al Consiglio atlantico sulla pianificazione di un intervento di terra non è neppure cominciata. Ma di fronte alla prospettiva di un conflitto che si allunga e si intensifica molti senatori, a cominciare dal candidato alle presidenziali John McCain (ex prigioniero di guerra in Vietnam), hanno premuto ieri per sapere come mai non è ancora pronto il piano per un'invasione di terra. Il motivo per cui la Nato si è limitata ad una campagna aerea, ha risposto Cohen, «è che non c'era accordo nella Nato per fare altro. Se fossimo stati da soli credo che avremmo fatto le cose diversamente. Ma abbiamo dovuto scegliere. E' vero che rinunciando a pianificare (un'invasione di terra, ndr) si rischia di incoraggiare Milosevic. Ma se ci mettessimo a discutere un intervento di terra con gli alleati e non ci fosse consenso, finiremmo per incoraggiarlo ancora di più». Cohen ha confermato che il Pentagono aveva predisposto due piani lo scorso autunno. Il primo prevedeva una forza d'invasione di 75 mila uomini per occupare il Kosovo. Il secondo una forza di 200 mila uomini, per arrivare fino a Belgrado, Ma quei piani «rimangono negli scaffali» e per ora non c'è alcuna intenzione di spolverarli nonostante esperti militari e un buon numero di congressmen (nonché una parte ormai maggioritaria dell'opinione pubblica americana) ritengano l'invio di truppe di terra indispensabile. «Tutti noi sappiamo che per ottenere la vittoria alla fine dovremo mandare le truppe», ha detto ieri il senatore McCain. Cohen ha ribattuto che per il momento 1 comandi militari «ritengono che la campagna aerea possa avere successo, e noi ci atteniamo a quel giudizio». Se la Nato avesse cominciato a dibattere l'invio di truppe di terra «avremmo vissuto una realtà simile a quella dipinta da Sartre ne "Il Muro". Gli alleati avrebbero discusso all'infinito, in una conversazione penzolante, senza mai passare all'azione, mentre Milosevic sarebbe stato libero di procedere con il suo sterminio a puntate». Ma i piani d'invasione elaborati dal Pentagono prevedono che il grosso delle truppe di una forza d'invasione sia europeo. Lo stesso Cohen ha confermato che «gli alleati Nato dovrebbero fornire la maggior parte delle forze». E dunque non sorprende che alla fine, di fronte alle resistenze di alcuni alleati europei, gli Usa abbiano evitato il confronto. ■Il Il capo di Stato maggiore generale Henry Shelton e il ministro della Difesa William Coheo ieri durante l'audizione al Senato Bombe e missili allineati sul ponte della portaerei americana »Theodore Roosevelt- operativa nel mare Adriatico

Luoghi citati: Belgrado, Kosovo, San Francisco, Stati Uniti, Usa, Vietnam, Washington