Belgrado: l'Italia e a portata di mìssile

Belgrado: l'Italia e a portata di mìssile Minacce del vicepremier serbo dopo i bombardamenti compiuti da aerei italiani nel Kosovo Belgrado: l'Italia e a portata di mìssile La Difesa: ma lo scudo Nato in Adriatico ci protegge Maurizio Motinari ROMA Dura protesta di Belgrado por la partecipazione dogli aerei italiani ai bombardamenti Nato in Kosovo mentre i nostri «Amx» e «Tornado» tornano a colpire ripetutamente le postazioni dell'esercito serbo ai confini con Albania e Macedonia. Il governo della Federazione Yugoslava ha usato toni molto duri per condannare la «pessima decisione di partecipare ai bombardamenti contro il nostro territorio». «Fino ad ora abbiamo avuto rapporti privilegiati nonostante abbiate dato le basi alla Nato sin dall'inizio - ha ammonito il portavoce del ministero degli Esteri, Nebojsa Vujovic - ma e iniziata un'escalation militare a cui l'Italia partecipa attivamente». Da qui la minaccia di un «inasprimento dei rapporti». Il passo e stato «l'ormale ed inevitabile» l'anno notare fonti serbe a Roma - e segue «i chiari avvertimenti già recapitati in passato». Non si esclude! la possibilità che il governo del presidente Slobodan Milosevic possa rivedere la decisione' di non rompere le relazioni diplomatiche con l'Italia (l'unico l'aese Nato ancora con un ambasciata aperta a Belgrado). Il vicepremier serbo, Vojslav Seselj, va oltre: «Le vostre coste potrebbero essere a portala di missili;». Le minacce militari non vengono però giudicate verosimili dalla Difesa, in ragione dello «scudo della Nato» schierato sull'Adriatico. Mentre Belgrado trasmetteva a Roma il proprio «avvertimento» gli aerei italiani tornavano in azione. Quattro «Amx» del 51" Stormo di base ad Istrana sono decollali ieri mattina facendo rientro alle 17. Missione contro «obiettivi strategici serbi in Kosovo» anche per due «Tornado Ids» dello Stormo di (Diedi, dolati di bombe a guida-laser, «Siamo in guerra esattamente come gli altri Paesi della Nato» dice il ministro della Difesa, Carlo Scognamiglio. In entrambi i casi gli aerei italiani hanno partecipato - come avvenuto mercoledì - ad attacchi Nato contro le postazioni serbe ai confini con Albania e Macedonia. A preoccupare la Difesa sono in particolare le batterie di lanciarazzi Frog-7, con una gittata di '/0 chilometri, che minacciano i contingenti Nato in Macedonia, dove ci sono anche un migliaio di bersaglieri della «Garibaldi». «In questo momento l'artiglieria serba - conferma il sottosegretario alla Difesa, Massimo Brulli - è pericolosamente attiva lungo i confini e c'è una minaccia verso le forze alleate ed italiane che svolgono compili di pace, sicurezza ed assistenza». L'escalation militare porta a prevedere tempi lunghi per la guerra in Kosovo ed il presidente del Consiglio, Massimo D'Alema, ha ribadito che «vi sono state ragioni molto serie per accettare la guerra, non si poteva assistere inermi alla pulizia etnica». «L'Italia uscirà provata da questa esperienza - ha sottolineato D'A¬ lema con un accenno agli equilibri del dopoguerra - ma più forte e credibile». Sul piano diplomatico D'Alema si è augurato che «le iniziative in corso possano sfondare il diniego di Belgrado» ad accettare le condizioni dell'Onu e della Nato. In particolare il Capo del governo conta sull'opera del Segretario Generale dell'Onu, Kofi Annan, ed «apprezza lo sforzo della Russia per uscire da questa drammatica vicenda». E il «tragico errore di Prizren» commesso dalla Nato nel colpire un convoglio di profughi ribadisce per D'Alema «la necessità di insistere nella ricerca di una soluzione alla crisi». «Proviamo dolore ed il cordoglio nostro e del Paese - ha aggiunto - va a queste ed a tutte le vittime civili del conflitto». Il ministro degli Esteri, Lamberto Dini, non esclude che «i civili sui camion fossero degli scudi umani». Un nuovo fronte di attrito diplomatico si è aperto con la Turchia. Il governo di Ankara infatti ha convocato il nostro ambasciatore Massimiliano Bandini esprimendo una protesta ufficiale per il paragone fatto da D'Alema martedì in aula al Senato fra crisi in Kosovo e questione curda. Ankara non usa mezzi termini: «Queste dichiarazioni senza senso non contribuiscono a normalizzare i nostri rapporti e confermano che il governo italiano continua a commettere un errore dopo l'allro con la Turchia» anche dopo la conclusione della vicenda di Abdullah Ocalan. Anche ieri i nostri «Amx» e «Tornado» sono tornati a colpire ai confini tra Albania e Macedonia Ora il governo di Milosevic potrebbe decidere di rompere i rapporti diplomatici anche con Roma Profughi kosovari in un campo al confine con la Macedonia