Notte di roghi e macerie

Notte di roghi e macerie Belgrado: mille vittime civili dall'inizio dei bombardamenti. Ancora colpi d'artiglieria sull'Albania Notte di roghi e macerie Martellati ponti e ripetitori inJugoslavia BELGRADO La Jugoslavia ha chiesto ieri una riunione urgente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per «condannare» il bombardamento da parte della Nato del convoglio di rifugiati nel Kosovo occidentale, Ieri Belgrado ha ribadito, nel modo più categorico, che rifiuta qualsivoglia presenza militare intemazionale nel Kosovo. «Leggete bene le mie labbra - ha detto in una conferenza stampa il portavoce del ministero degli Ksteri jugoslavo Nebojsa Vujovic, ripetendo un'espressione usata dall'ex presidente americano George Bush durante la sua campagna presidenziale del l'Hill, e divenuta famosa - noi non accetteremo la presenza internazionale; (in Kosovo ndr), né sotto forma Onu, né Osco, né Nato». «Non fate errori • ha insistito il rappresentante del governo di Belgrado -: nessuna presenza militare, né paramilitare, né di polizia». «Siamo invece pronti - ha aggiunto Vujovic rispondendo a un giornalista che gli aveva chiesto se Belgrado avrebbe preso in considerazione, invece, truppe che provenissero dalla Bielorussia, dalla Russia o da altri l'aesi non membri della Nato - a discutere di una presenza civile». A chi gli chiedeva un pareri; sul piano di pace elaboralo dalla Germania, Vujovic ha risposto «non abbiamo intenzione di avere alcun contatto con il governo tedesco lino a che la Germania egli altri l'ansi aggressori non avranno posto line alla loro offensiva militare». Secondo Nebojsa Vujovic, i raid compiuti dalla Nato negli ultimi 23 giorni avrebboro causato in totale la morie di mille civili e il ferimento di alcune altre migliaia. Stando a recenti calcoli di fonte indipendente, i civili uccisi potrebbero invece essere circa 400. In particolare poi i civili uccisi dai missili Nato che Ire giorni fa hanno colpito un treno passeggeri sul ponte di Grdelica, nel Sud della Serbia, sarebbero 55. Con un'altra ondata di raid aerei in tutto il Paese ieri sono state colpito installazioni militari, ripetitori televisivi e diversi ponti. I.a Nato ha poi colpito una caserma in un sobborgo di Belgrado: per ore si sono udite in quell'area esplosioni a catena provenienti dal deposito di munizioni. Danni rilevanti avrebbe riportato il monastero ortodosso di San Michele Arcangelo, un edificio storico risalente al Medioevo, già danneggiato nei giorni scorsi. La raffineria petrolifera e l'unnesso deposito di Panccvo, nei pressi di Belgrado, sono stati colpiti ieri sera. Le bombe lanciate dagli aerei alleati intorno alle 22.45 han¬ no provocato un incendio di grandi proporzioni che può essere osservato anche dalla capitale. Durante la stessa ondata di bombardamenti gli aerei Nato hanno colpito anche la raffineria di Novi Sari, circa 80 chilometri a Nord di Belgrado. In giornata era stato distrutto un importante ponte ferroviario sulla linea che collega Belgrado con il porto montenegrino di Bar. Il ponte si trovava in prossimità della città di Nova Varos, in Serbia non lontano dal confine con il Montenegro, e passava sopra il fiume Lini. Nei giorni scorsi era stato già danneggialo e oggi è stato definitivamente abbattuto. Secondo l'agenzia ufficiale jugoslava «Tanjug», tre civili sono rimasti feriti nel villaggio di Pepeljevuc, poco distante dalla citta di Kursumlija, a 200 chilometri a Sud dalla capitale. Un missile, secondo la stessa fonte, ha centrato in pieno un altro villaggio, Prlincevic, nella Serbia centrale, già bersagliato in precedenza per altre tredici volte dai piloti dell'Alleanza Atlantica. Un ponte è stato danneggiato sulla strada che collega la città serba di Nis id capoluogo del Kosovo, Pristina. L'arteria è adesso intransitabile. Un altro ponte, di Jasika sul fiume Zapadna Morava, è stato colpito presso Kmsevac, dove sono state bersagliate la fabbrica «14 ottobre» e un impianto sportivo lontano dalle installazioni militari. Abbattuti due ripetitori televisivi, sul monte Ovcar a 110 chilometri da Belgrado, e sul monte Zlatibor, nel Sud della Serbia, dove la tv di Stato è così oscurata a Uzice, il principale centro della regione. Per la quarta volta, e stata attaccata anche la città industriale di Kragujevac. I caccia della Nato hanno sparato sul centro cittadino e ci sono state esplosioni nei pressi del teatro. L'agenzia indipendente jugoslava «Beta» ha affermato che nella città è stata presa di mira una caserma. Colpito nuovamente anche Slatina, l'aeroporto di Pristina. Altri sei missili sono caduti a Kosovska Mitrovica, 35 chilometri a Nord della città, e vi sarebbero dei feriti. Nel pomeriggio di ieri l'artiglieria serba ha colpito i dintorni della città albanese di Kukes provocando due feriti. Secondo quanto riferito dal ministero dell'Informazione albanese, i colpi sono caduti nel Nord, presso i villaggi di Kolsh e di Myc Has. |e. st.] Il portavoce del ministero degli Esteri fa il verso a Bush: «Leggete le mie labbra non accetteremo mai forze internazionali» I traccianti della contraerea durante l'attacco di ieri notte nel cielo di Belgrado

Persone citate: Bush, George Bush, Kukes, Nebojsa Vujovic, Nova Varos, Vujovic