«I messi più bravi per distribuire certificati» di Guido Tiberga

«I messi più bravi per distribuire certificati» Dopo l'allarme dei Democratici la Jervolino scrive ai sindaci: fate un'altra consegna «I messi più bravi per distribuire certificati» Guido Tiberga ROMA QUALORA, dagli accertamenti effettuati, le amministrazioni dovessero riscontrare che vengono restituiti al corrispettivo ufficio comunale certificati non potuti consegnare per assenza o per irreperibilità degli elettori, i Sindaci debbono disporre una seconda distribuzione, affidandola ai messi più capaci...*. Un primo effetto, lo picconate dei Democratici contro gli «ostruzionismi» antireferendari lo hanno raggiunto. Tra le righe della burocratica circolare che Rosa Russo Jervolino ha fatto arrivare ieri sera a tutti i sindaci italiam, emerge all'improvviso un concetto nuovo per le pubbliche amministrazioiù italiane: la classifica dei «messi», la valutazione di merito tra i distributori a domi, .mi dei comunicati, l'indiretta ammissione che qualche messo «meno capace» potrebbe anche aver ostacolato-frenato-sabotato la corsa dei referendari contro i nemici del quorum. Il primo a gridare al «boicottaggio» dei Comuni era stalo Antonio Di Pietro. Ieri, dall'ala prodiana del suo stesso partito, si è accodato Federico Orlando. Stossi concetti, stessa conclusione, sia pure espressa con una buona dose di prudenza in più: «L'omissione di servizio da parte di amministrazioni civiche, se confermata, configurerebbe l'ipotesi di sabotaggio al referendum...». Ritardi normali? Lentezze fisiologiche in un Paese dove a volte le raccomandate ci mettono giorni per fare pochi chilometri e le cartoline si ; r dono chissà dove? Al Vùninale spiegavano che il governo, più che sollecitare i sindaci, può fare ben poco. Anche se ci sarebbe una legge (la 352 del 25 maggio 1970, articolo 18, comma primo) per cui i certificati, tutti i certificati, avrebbero dovuto essere distribuiti entro il 3 aprile. «Ma è una legge ordinativa, non perentoria», si giustificano all'ufficio elettorale. I due dell'Asinelio scuotono la testi). Niente accuse circostanziate, per carità, ma «segnalazioni», «telefonate di amici», impressioni personali e sondaggi fatti in casa. «Io so solo che se uno non ha la schedi! a votare non ci va», taglia corto Di Pietro, «lo so solo che al Nord le cosi; vanno in un certo modo: le famiglie partono il venerdì sera e tornano la domenica - aggiungo Orlando - A votare ci vanno tardi, e se devono ancora passare dal Comune a ritirare il certificato allora lasciano perdere... Ho degli amici a Milano, persone lìdatissime. Abitano in centro, mica in periferia, eppure il certificato non l'hanno ancora ricevuto. E tutti mi dicono che non era inai successo. Ho altri amici a Roma, fidati pure loro: il certificato ce l'hanno da giorni...». Che c'entri qualcosa il «fervore referendario» che il sindaco Albertina da buon azzimi), avrebbe messo tlii parte e che il suo collega Rutelli sbandiera tutti i giorni? Orlando non lo dice, anche se forse lo pensa. Ma a svelare le carte ci pensa Giuliana Oleose, leader del Movimento per le Riforme: «Tra migliaia tli sindaci autorevoli e credibili per la stabilità ili governo conferitagli dal maggioritario - spiega - si annidano primi cittadini più ossequienti ai diktat del partito di riferimento che ai doveri istituzionali come quello di recapitare i certificati». Sindrome da complotto? EITctti collaterali del battiquorum? Fino a un certo punto, dice Orlando: «Se le accuse fossero state campate in aria il Viminale avrebbe risposto in altro modo. Adesso, almeno, nessuno può più far finta di mente...». Di Pietro: se uno non ha la scheda non va a votare Rosa Russo Jervolino

Persone citate: Antonio Di Pietro, Di Pietro, Federico Orlando, Jervolino, Rosa Russo Jervolino, Rutelli

Luoghi citati: Milano, Roma