Sette giorni senza tv, questa sì che è vita! Intervento Nato per Gesù

Sette giorni senza tv, questa sì che è vita! Intervento Nato per Gesù LETTERE AL GIORNALE Sette giorni senza tv, questa sì che è vita! Intervento Nato per Gesù Giochi a quiz, talk show che desolazione E' una settimana ormai che il mio videoregistratore attendi!, all'interno di una lunga lista, di essere riparato: e una .settimana ormai che, l'atta eccezione per le partiti! di calcio, non accendo la tv. So lo facessi, ini troverei di fronte a un panorama davvero desolante: giochi e quiz a premi insulsi, talkshow pseudo veii, film in prima serata a dir poco imbarazzanti. La verità e eia;, prima che si guastasse, ero obbligato a utilizzare il vi deoregistratorc, per vedere qualcosa di decente: o noleggiando dei l'ilio in videoteca o registrando qualche programma o qualche film di notti: (unico momento in cui le vario roti televisive passano qualcosa di buono, senza peraltro rispettare gli orari stabiliti). Comunque, senza tv, ho avuto mollo pio tempo per leggere. Non tutto il mal vieni! por nuovere. Francesco Dell'Olio, Ravenna Gli scudi umani sul Ponte Vecchio Mettiamo il caso che gli italiani, sottoposti n bombardamenti da parte di una potenza straniera, si ponessero come scudi umani che so, sul l'onte Vecchio a Firenze o alla Fiat di 'l'orino. Poiché non dubito che essi, e con ragione, verrebbero chiamati «eroi», mi chiedo perché la nostra stampa, a prescindere dai torti e dalle ragioni del conflitto, non definisca tali i belgradesi elio ogni notte presidiano i ponti sul Danubio e le loro fabbriche. Maresciallo Guido Guasconi Esercito Italiano Truppe anglo-americane in Palestina L'intervento anglo-americano in Palestina per salvare il profeta ebreo Gesù Cristo dalla crocifissione continua a sollevare polemiche nella sinistra italiana. In un articolo cui Manifesto, Rossana Rossanda, aderendo alla manifestazione nazionale per la pace e la tolleranza, contro il sopruso e l'imperialismo anglo-americano, ha spiegato le ragioni della sua opposizione u tale intervento; «Non e solo perché non condividiamo i modi e le giustificazioni di questo intervento militari! che vogliono farci credere umanitario, ma è anche perché non sopportiamo l'umiliazione e la subordinazione del corpo femminili! al salvataggio del maschio. Quella povera madre in pena, abbandonata in un angolo e circondata solo dal conforto di poche amiche, mentre un'imponente dimostrazione di forza e efficienza militare veniva dispiegata per salvare il figlio, osceno nella sua ostentata seminudita maschile». Mentre Pietro lngrao invita tutta la sinistra ad una pausa di rillessione elio sbocchi poi in una iniziativa unitaria della sinistra contro il militarismo imperante, il Segretario di Rifondazione Comunista Bertinotti, appena rientrato da un viaggio che lo ha portato prima a Cuba e poi in Cina, usa toni pugnaci: «E' inammissibili! tutto questo, e soprattutto trovo inaccettabile che un governo che si dichiara di sinistra approvi l'operalo illegale degli americani. Ci voleva almeno un mandato del Consiglio di Sicurezza». La prospettiva che al profeta ebreo e ai suoi seguaci più stretti venga anche concesso asilo politico in Italia non piaci; a molti esponenti della sinistra. «Perché a questo signor Gesù sì, e a Ocalan no?», tuona Paissan nel corridoio di Montecitorio. Sarebbe un affronto ai nostri fratelli palestinesi, gli fa eco Chiara lngrao, che aggiunge anche che la crocifissione non è in realtà una violazione dei diritti umani: «Paesi non occidentali hanno costumi diversi, Basta con l'imposizione di questi modelli occiden. ili a Paesi e culture diverse». Di grande importanza anche la rivelazione di Valentino Parlato in tarda serata nel programma La Vo ce della Gente di Michele Santoro. Con aria un po' sorniona, ha dapprima osservato che non si può continuare a fingere di non vedere i veri motivi dell'intervento degli americani e poi, scuotendo lenta- niente la testa e con il sorriso di chi dice una cosa evidente a lui ma che è sfuggita agli altri disattenti mortali, ha affermato: «C'è il petrolio sotto il Golgota». Guglielmo Ver dirami -, Londra Department of Law, London School of Economics guglielmo.verdirameCo'qeh.ox.ac.uk Strano Renoir al Vittoriano La domenica di Pasqua ho visitato la mostra su Renoir al Vittoriano. La città è piena di grandi manifesti che la promuovono e le cronache inondane hanno raccontato di un'inaugurazione fastosa, gremita di ospiti di rango. L'esposizione è dedicata all'artista francese e agli italiani che ne hanno subito l'influenza. Le opere provengono da musei pubblici e collezioni private. Accoglie il visitatore, sul pianerottolo e in piena luce, un proiettore di diapositive sulla vita e l'opera di Renoir. Davanti allo schermo sono poste otto sedie e la qualità del commento audio, solo in italiano, ò talmente bassa che neanche un visitatore dall'udito normale riesce a capire nulla. I primi quadri sono esposti lungo le pareti di un corridoio, alcuni in altre stanzette anguste. Il resto si trova in un salone clic ospita un caravanserraglio di dipinti, lettere, sculture e alcune suppellettili che vorrebbero ricostruire lo studio di Renoir. Durante i nostri quindici minuti di permanenza in questo ambiente, l'allarme è suonalo sette volte. Nessuno aveva toccato nulla. L'illuminazione è scarsa. Le opere sono illustrate da cartelli redatti solo in italiano. Anzi in un linguaggio oscuro e pretenzioso. Numerosi studenti, anche stranieri, sostavano perplessi davanli a queste spiegazioni. Una comitiva di giovani spagnoli non dissimulava stupore e contrarietà. Il biglietto d'ingresso costa 14 mila lire. All'uscita della mostra il visitatore è salutato dagli sponsor di ricche compagnie. Luigi Petrella, Roma Ferrovie italiane e il sindacato rii dl i f La crisi del sistema ferroviario in Italia rischia di aggravarsi, se dalle trattative triangolari, in corso fra il governo, l'azienda e i sindacati, non emergerà una svolta in grado di rilanciare in temimi innovativi il trasporto su rotaia. Purtroppo le premesse per ora non ci sono e lo dimostra il malessere dei ferrovieri che si è espresso nello sciopero di lunedì scorso. La trattativa infatti ristagna. L'obiettivo di portare entro il 2003 il bilancio in pareggio, sembra, almeno per il momento, l'unica indicazione della direttiva Treu in grado di polarizzare l'attenzione dell'attuale management. Ne deriva la tendenza ad imboccare la scorciatoia che già nel passato ha prodotto effetti disastrosi: una riorganizzazione più di facciata che di fondo e spicciativi tagb in primo luogo al costo del lavoro, riducendo il numero dei dipendenti e alleggerendo le buste-paga. Il sindacato oggi, di fronte alla sfida della competizione europea, è consapevole che la tutela dei lavoratori non può prescàidere dal risanamento dell'azienda purché questa scelta non si traduca nella politica della lesina, senza abbracciare, ùi parallelo, un progetto di sviluppo. Ciò che manca è un vero piano d'impresa, ambizioso, in grado di conquistare attraverso una coraggiosa politica di markettng, nuove quole di mercato. Si tratta di imprimere una svolta, una vera azione di discontinuità senza la quale rischia di essere vanificata l'enorme mole di investimenti nella rete e nelle infrastrutture che paradossalmente potrebbero diventare un regalo a vettori di altri Paesi. Le ferrovie italiane vanno reinventate, con un salto di qualità, che richiede, non soltanto, una moderna visione manageriale, ma anche un'effettiva partecipazione dei lavoratori. Occorrerà trovare forme e strumenti nuovi per assicurare il coinvolgimento dei dipendenti, in un progetto di rilancio che sarebbe destinato al fallimento senza la valorizzazione delle risorse interne. Anche in questo caso, come per Alitalia il sindacato è pronto a fare la sua parte, se sacrifici e impegni sono finaUzzati a restituire al trasporto su rotaia, che da anni perde passeggeri e merci, un ruolo preminente di volano per lo sviluppo del sistema dei trasporti, in grado di decongestionare i volumi di traffico su strada, con benefici effetti per ia sicurezza di chi viaggia e per la salvaguardia dell'ambiente. Giuseppe Suri enti Segretario Generale Fri Cisl Le lettere vonno i o: inviate LA STAMPA Via Morenco 32, 10126 TORINO fax Oli -6568924 lettere@lastampa.it