Meccanici, nuovo tentativo di Bruno Gianotti

Meccanici, nuovo tentativo Oggi incontro al ministero del Lavoro. Ferrovie, sciopero a maggio? Meccanici, nuovo tentativo Veltroni: stallo pericoloso Bruno Gianotti RÓMA Un milione e mezzo di metalmeccanici sul piede di guerra, pronto a scendere in piazza con gli scioperi territoriali, già proclamati dai sindacati confederali Ipiù 8 ore indette ieri dall'Ugl) ed a marciare su Roma il 14 luglio. Centoventimila ferrovieri in attesa del piano aziendale, con i sindacati confederali in lite e una nuova proposta di sciopero in arrivo dagli autonomi Sma: 24 ore entro il 10 maggio. I problemi più urgenti per il governo, sul fonte del lavoro, sono legati a due grandi categorie. 1 metalmeccanici tornano oggi al ministero del Lavoro. Ieri hanno pianificato il ritorno al dialogo in un pranzo informale e diplomatico insieme con i rappresentanti di Federmeccanica: Sabattini (Fiom), Caprioli (Firn), Angeletti (Uilm) da una parte; Pininfarina e Figurati per gli industriali, dall'altra. Incontro amichevole, prima di riprendere la battaglia sul contratto che minaccia di tagliare un milione e mezzo di buste paga: se non si troverà un accordo (leggero, come è stato proposto negli ulimi giorni, o pesante che sia), scatterà la «scala mobile carsica», il meccanismo che, dopo 3 mesi di vacanza contrattuale, taglia la scala mobile al 30%, la riduce a una forbice che va dalle 5 mila lire degli apprendisti alle 11 mila degli impiegati di settimo livello. C'è bisogno di accelerare la trat- tativa (il 22 scatta la verifica sul patto di Natale), ma l'accordo è sempre lontano e lo scontro è sicuro quando si comincia a parlare di salario e orario. Per questo il sindacato continua a premere per un intervento del governo e gli industriali a spingere in senso contrario. Sergio D'Antoni, leader della Cisl, ancora ieri a ripetuto che non si può attendere oltre: «Se dopo 6 mesi non si fa un contratto, quelli che hanno firmato l'accordo di Natale, e quindi governo in primo luogo, ma a seguire anche sindacati e confindustria, hanno il dovere di intervenire». Subito la replica secca di Emma Marcegaglia, presidente dei giovani industriali: non se ne parla, «la contrattazione è una materia tipicamente da parti sociali: un inter¬ vento del governo sarebbe inutile e dannoso. Bisogna continuare la trattativa». Poi la dichiarazione di Michele Figurati, direttore di Federmeccanica: «Mi auguro che che non sia necessario un intervento del governo», seguita da un'apertura formale al sindacato: «Per ottenere risultati bisogna che sia noi che il sindacato cambiamo in qualche modo gli atteggiamenti tenuto fino adesso per cercare di trovare delle condizioni di conciliazione possibili per entrambi». Antonio Bassolino, ministro del Lavoro, preoccupato per il fatto che non si sia raggiunta un'intesa su alcun punto, è disposto a scendere in campo, ma a condizioni ben precise: l'intervento del Governo nella vertenza, dice, arriverà sarà solo se «ci sono le condi- zioni» e su richiesta delle paiti, Federmeccanica e sindacati. Se Bassolino non interviene direttamente, il segretario dei Ds Walter Veltroni scrive ai segretari generali dei sindacati di categoria e propone un incontro: c'è il rischio di rimettere in discussione il patto di Natale e di danneggiare gli interessi delle imprese «che sanno bene quanto sia stata determinante la concertazione sociale per permettere all'Italia di uscire dalla crisi». Sabato la vertenza metalmeccanici sarà al centro di un'altra iniziativa Ds: si riunirà il Consiglio dei lavoratori eletti nella Conferenza di gennaio, con il ministro per il Commercio estero, Piero Fassino, il coordinatore della segreteria, Pietro Folena e il responsabile del lavoro, Grandi. I ministro del Lavoro, Bassolino

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