Ma il volo del Dow Jones non scuote i mercati europei di Ugo Bertone

Ma il volo del Dow Jones non scuote i mercati europei Ma il volo del Dow Jones non scuote i mercati europei Ugo Bertone MILANO «E'vero: siamo la nazione che importa di più al mondo. Ma siamo anche l'esportatore numero uno. F.' vero, il nostro saldo commerciali! peggiora. Ma questo accade perchè stiamo trainando l'economia di tutto il mondo, e i nostri partners sono troppo deboli per ricambiarci il lavoro assorbendo più merci o servizi iliade in Usa». Alle due e trenta del pomeriggio, ora di New York, Abby Joseph Cohen, una signora all'apparenza modesta, con uno stipendio che supera i 100 miliardi di lire,-ma che tutte li; mattine prende il metro per recarsi in ufficio, è apparsa in tv: Wall Street, in quel momento, segnava 10.480 punti, a un passo da quota 10.550, già superala in mattinata. Per il terzo giorno di fila il Dow Jones segnava un record storico, nonostante qualche segnale di nervosismo in arrivo dai conti di Intel, presto compensati da una formidabile crescita dei profitti di J.P. Morgan, la banca di investimento che chiude un trimestre d'oro. Tutto questo Abby Cohen, l'analista più popolare del mercato, l'aveva previsto mesi fa, centrando l'ennesimo pronostico. E negli uffici delle investment banks americane molti si sono fermati per sentire le previsioni sul futuro dell'economia americana della signora del rialzo, l'unica a predicare una ripresa rapida nei giorni della crisi di agosto o della tempesta che ha investito il Brasile. Ma Abby Joseph Cohen, la regina di Goldman Sachs, non è una che si riposa sugli allori. «Guardiamo al futuro - dice la Cohen -, i fondamentali dell'economia sono buoni. La fiducia dei consumatori e degli investitori cresce. Nel corso degli ultimi cinque anni abbiamo creato 16 milioni di posti di lavoro mentre la quota delle azioni, nel risparmio delle famiglie è cresciuto dal 18% di inizio anni Novanta a oltre il 50%. Ed è su questa base che si devono valutare i fondamentali dell'economia». «Quando la Borsa va bene - è stata la sua chiusura - le cose vanno bene per tutti. E la nostra Borsa ha tutti i numeri per andare bene ancora». Questo il messaggio in arrivo dagli Usa, dove il Dow Jones sale (anche troppo, avvertono gli scettici che ritengono inaura una correzione) trascinando gli altri indici, compreso il Nasdaq, più vulnerabile dati i livelli raggiunti dal listino di Internet. Ma gli Usa, terra dove, come nota il «New York Times», «i risparmiatori sono diventati investitori e ora, grazie a Internet, si stanno trasformando in tanti broker che operano da soli», sono davvero lontani. In'Europa, infatti, la giornata è stata dominata dai ribassi almeno finché non si è sentita anche nel Vecchio Continente la brezza di oltre Oceano. A Milano la seduta è stata davvero scialba, priva di grandi spunti. Perde colpi Telecom (-2,21% l'ordinaria), in attesa di novità finalmente chiare. Le grandi battaglie infiammano i listini, è vero, ma solo se le premesse bellicose trovano conferma sul campo: ed invece, soprattutto sul fronte bancario, si respira aria di incertezza con riflessi sul morale di tutto il listino (Mibtel -0,25%l. Poca euforia anche a Francoforte, la Borsa dove più hanno pesato le notizie in arrivo dal Ko¬ sovo. Pesa su Chrysler Daimler (-1,8%) la notizia dell'apertura di una procedura d'infrazione da parte dell'Unione Europea mentre Mannesmann, dopo aver previsto utili '99 in linea con i risultati '98, accusa addirittura una discesa del 5,8%. Analoga oscillazione , ma stavolta al rialzo, per Damine a Parigi dopo il buon avvio dell'esercizio, senz'altro migliore delle previsioni legate alla crisi asiatica. L'Asia, del resto, torna ad essere a sorpresa, assieme al Giappone e alla City, la meta preferita dei fondi Usa, secondo l'indagine di Merrill Lynch. I gestori americani stanno incassando, insomma, i pingui guadagni garantiti dalla Borsa Usa per sfruttare l'occasione di un cambio di umore in Far East e America Latina. «La ruota della globalizzazione torna a girare» commenta soddisfatta la signora Cohen, latina buona di Manhattan, la culla di Wall Street. Alan Greenspan presidente della Fed

Persone citate: Abby Cohen, Abby Joseph Cohen, Alan Greenspan, Cohen, Merrill Lynch