Scarcerati i malati di Aids di Maria Corbi

Scarcerati i malati di Aids Sì del Senato, ora tocca alla Camera. Diliberto: segnale di civiltà Scarcerati i malati di Aids Fuori anche i detenuti «terminali» Maria Corbi Roma Si aprono le porte del carcere per i inalati di Aids. Più esatto dire «si apriranno», visto che il disegno di legge approvato dal Senato deve tornare alla Camera. I politici assicurano tempi brevi, ma la Lila non è soddisfatta e avverte: «Tempi parlamentari lunghi corrispondono, purtroppo, a morti certe». Sul disegno di legge c'è stato un largo consenso, si sono astenuti solo i senatori di Forza Italia (con l'eccezione della relatrice Francesca Scopelliti) ed alcuni esponenti di An. Le nuove norme, che modificano l'articolo 275 del codice di procedura penale, stabiliscono l'incompatibilità tra carcere e malattia quando si tratti di Aids conclamato. Una decisione estesa anche a chi soffre di gravi deficienze immunitarie o di malattie particolarmente gravi. Usciranno tutti i malati terminali, quelli per cui non vi è più speranza. Insomma è stato accolta il principio per cui non si può far morire le persone dietro le sbarre. E per coniugare umanità e sicurezza sociale è stato disposto che in alcuni casi, quando sono in gioco esigenze cautelari di eccezionale rilevanza, il giudice può disporre la misura degli arresti domiciliari presso un ospedale o altro luogo di assistenza. Chi tenterà la «fuga» o comunque lascerà la propria dimora obbligata dovrà tornare in carcere, in una struttura che abbia però un reparto attrezzato per la necessaria assistenza. Tra le novità anche la possibilità di assegnare i malati di Aids, con pene da scontare superiori a 3 anni, ai servizi sociali. Una proposta del senatore di Rifondazione Giovanni Russo Spena approvata dall'assemblea. Soddifazione in Parlamento. La relatrice Scopelliti sottolinea che la nuova legge accoglie i rilievi fatti dalla Consulta che aveva respinto ogni automatismo sulla scarcerazione dei malati di Aids ed aveva proposto che fosse il magistrato a valutare ciascun caso. Per il ministro di Grazia e Giustizia Oliviero Diliberto è stato compiuto «un altro significativo passo verso una più ampia riforma del pianeta carceri». «Un segnale di grande civiltà - ha detto ancora il Guardasigilli - per un sistema penitenziario slegato dalla concezione del luogo di mera afflizione, dove invece trovi realizzazione il principio costituzionale della risocializzazione del detenuto». La capogruppo di Rinnovamento Italiano al Senato, Ombretta Fumagalli Carulli, ha sottobneato come l'approvazione del provvedimento porrà l'Italia «tra i Paesi più evoluti nel settore del sistema carcerario». Inoltre, ha detto ancora la parlamentare, aprire le porte delle carceri per i malati di Aids significa «evitare il sovraffollamento all'interno degli istituti di pena, altra piaga sociale carceraria che dovrà essere esaminata con la massima attenzione». Ersilia Salvato, vicepresidente del Senato, parla di «importante segnale di controtendenza del Parlamento rispetto a recenti atti amministrativi in materia peni¬ tenziaria». Commenti non omogenei tra le associazioni che si occupano dei detenuti e dei malati di Aids. La Lila, oltre a ricordare che il «fattore tempo» nell'approvazipne definitiva del testo è fondamentale per salvare molte vite, critica l'aumentata discrezionalità riservata ai magistrati in materia «che comporterà purtroppo il permanere di situazioni differenziate sul territorio nazionale». E oggi la Lega italiana per la lotta all'Aids farà «parlare i inalati» portando in una conferenza stampa organizzata a Montecitorio drammatiche testimonianze di malati che invocano aiuto: «Non lasciateci morire in carce-

Persone citate: Diliberto, Ersilia Salvato, Francesca Scopelliti, Giovanni Russo Spena, Oliviero Diliberto, Ombretta Fumagalli Carulli, Scopelliti

Luoghi citati: Italia, Roma