I fans traditi di Emma for President di Aldo Cazzullo
I fans traditi di Emma for President Critiche alla «lista Bonino» per le Europee: indebolita la posizione super partes I fans traditi di Emma for President Aldo Cazzullo Eno, questo Emma non ce lo doveva fare». I boniniani della prima ora e dell'ultima si sentono traditi. Delusi. E un po' arrabbiati. «Io ero entrato nel comitato Emma for president con l'idea di indicare per il Colle un arbitro, un garante, estraneo a uno schieramento politico - si lamenta il presidente emerito della Corte Costituzionale Vincenzo Caianiello -. Questa idea della Usta Bonino per le Europee mi mette a disagio». «Non c'è niente da fare, i radicali so' sempre radicali)), taglia corto Alessandra Mussolini, tra le socie del nascente (e morituro) comitato parlamentare di sostegno alla candidatura Bonino. «Mi auguro che all'invito di Palmella segua una dichiarazione di disimpegno di Emma. Altrimenti la sua posizione super partes si indebolisce», discetta Caianiello. «Un conto è governare U Paese, un altro rappresentarlo - spiega Giulio Tremoliti -. Il presidente della Repubblica non può essere la voce di una parte». «QueUa di Emma al Colle mi pare una candidatura di bandiera, rivolta a rafforzare la Lista Bonino», teorizza l'ex amico Francesco Rutelli. «Ha capito che non ce l'avrebbe fatta e ha pensato di farsi un po' di pubblicità», traduce la Mussolini. Ma il più arrabbiato di tutti è il regista della campagna, Giovanni Negri «Ma come? Uno mette assieme parlamentari di tutti i partiti, più Emma Bonino Montanelli, Costanzo, Afef, Forattini, la Levi Montalcini e decine di grandi nomi, raccoglie le firme per strada, attacca i poster con le foto di Toscani, e sul più bello apprende dai giornali che la sua candidata al Quirinale si è fatta una lista per le Europee? Tanto più che i partiti personalizzati, da Segni a Dini fino a Pannella, portano male...». Ecco il punto. PanneUa, è la voce ricorrente negli ambienti radicali, si è ripreso Emma. «Ma è iUusorio pensare di convertire la mobilitazione per il Colle in voto di lista abe Europee», sostiene Negri. Che coltivava un vasto programma. «Lo schieramento trasversale per la Bonino si stava allineando. Se avessimo fallito l'obiettivo Quirinale, avremmo puntato sulla sua riconferma nella Commissione europea. Di fronte a un altro no, ecco che il capitale accumulato sarebbe stato speso in una grande campagna elettorale europea: ma non per una Usta personaUzzata; per la Rosa nel pugno. Far risorgere il partito radicale, ecco qual era la posta in gioco». E invece, sostiene Francesca Scopelliti, senatrice di Forza Italia, «forse Emma ha sbagliato i tempi. La sua mossa ini ha lasciato perplessa. Temo che i consensi che aveva raccolto tra i grandi elettori ne risentiranno». «Ai grandi elettori, e al Paese - interviene Pannella - la candidatura alle Europee ricorderà l'appartenenza di Emma alla tradizione radicale, l'unica non omologabile a qualsiasi parte dell'attuale regime». «Che fretta c'era di presentarsi per Strasburgo? - si chiede però Gianfranco Pasquino, boniniano Ds -. Spero solo che la Lista di Emina finisca come l'Asinelio di Prodi: designato a una carica più alta, Romano ha deciso di non candidarsi». Un paragone che non convince un altro Ds, il senatore Raffaele Bertoni, ex presidente dell'Associazione magistrati: «Che c'entra Prodi? La Bonino non si propone al corpo elettorale, ma a un sinedrio. La Usta per le Europee le darà pivi visibilità e più forza anche nella battaglia per il Quirinale». «E poi - aggiunge Marco Taradash, FI - una candidatura non dico provocatoria, ma certo non scontata come quella di Emma al Colle non può impedirle di fare politica». E lei, la Bonino, che ne dice? Sostenitori delusi, sponsor fedeli, star mobilitate non la scuotono: «Guardi, sto passando da ima riunione plenaria all'altra - dice al telefono dal Lussemburgo - E gli argomenti in discussione non sono né Quirinale, né elezioni europee». Emma Bonino
Luoghi citati: Lussemburgo, Strasburgo
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