Il campo dell'Uck, isola nell'oceano di fango di Vincenzo Tessandori

Il campo dell'Uck, isola nell'oceano di fango Si combatte corpo a corpo nell'offensiva anti-serba scatenata al confine dai kosovari Il campo dell'Uck, isola nell'oceano di fango Tre ufficiali americani e uno britannico della Royal Navy affiancano iguerriglieri dell'esercito di liberazione Vincenzo Tessandori Inviato a PAPAJ (confine Albania-Kosovo) Sono li, dietro il crinale, (orso a !>()() motti Non li vedi, ma te li senti addosso e provi disagio profondo perdio lo sai che loro, i serbi, non l'anno distinzione fra un kosovaro con una mimetica e un giornalista: quando inquadrano qualcuno nel mirino, sparano. Qui da Papaj, dove sul fianco di un monte aspro c'è il più importante campo dell'Uck, l'esercito di libera/ione del Kosovo, i colpi del cannono che dal primo mattino martellano Padesh sono assordanti C'è battaglia, oltre la cima del monte, con l'Uck che, dicono, ha scatenato un'offensiva, dopo giorni di frustrazioni, Si combatte anche corpo a corpo, raccontano quelli che tornano indietro, e i serbi hanno preso di mira Padesh perché lo sanno, che quelle poche case sono un punto di riferimento importante por chi sguscia dalla frontiera. Un giorno di cannonate, proprio (piando arrivano tre americani ed un ufficiale britannico della Royal Navy per «studiare la situazione». «Por faro il nostro lavoro», dice il colonnello Appiedate, dei Rancore Usa. Che, poi, vuol din; saggiare la consistenza dell'esercito albanese, schierato con 2 mila uomini fra Kukes, Mas e Bajram (Jurri, e le possibilta di inviare sui monti vedette con il compito di individuare e segnalare i bersagli agli aoroi, L'ipotesi di un'invasione non sembra ossero presa in considerazione, perché qui c'è un'unica strada che scende verso il cuore dell'Albania e chiunque potrebbe sbarrarla, anche l'esercito schipetaro. Cosi, la delegazione militare, della quale fa parte anche un ufficiale macedoni; espeito in esplosivi, si chiude in conclave in una sala dell'Hotel Ermul di Bajram Curri, con i capi dell'Uck e alcuni ufficiali dell'esercito albanese. Ma su, dietro Papaj, continuano le cannonate Per arrivare al campo, la Land Rover ha superato una mulattiera che corre sul dorso di un colle esposto al tiro di quei mortai serbi che già hanno piaga- to Tropoje. I colpi li indirizzano da quelle cinque torrette di osservazione, lassù sul monte, che nessuno ha pensato di eliminare. E poi, un oceano di fango, profondo, vischioso, capace di inghiottire le ruote del fuoristrada come quelle dei trattori condotti dai militari dell'Uck che trascinano rimorchi carichi di munizioni e armi. E' stata un'impresa, scalare il fianco di questa montagna e soltanto l'abilità di Issa, l'autista, ha rimesso in marcia il fuoristrada che ha minacciato di annegare nella fanghiglia rossa almeno una dozzina di volte. Come invece è accaduto ai due trattori con i militari Uck, Tima, Illiriana, Kiva e Fathma. Ci sono anche loro, in questo campo ai confini con l'inferno. 'l'ima ila 24 anni, è alta, il volto stanco e i capelli lunghi, Medico, si é laureata a Tirana e seguiva un corso di specializzazione in ginecologia. Poi é partita per «la sua guerra». «E' sempre lei che accompagna i feriti e i morti», ha raccontato la sorella Shaqe Rexha, dell'ospedale di Bajram Curri. Anche ieri, di prima mattina, ha portato Skender Nezaj, 26 anni, azzoppato da una scheggia di granata nel ginocchio destro. Tima non parla: «Non c'è niente da dire». Illiriana ha 16 anni e seguiva un corso per diventare infermiera, in Kosovo. E' qui da tre mesi. Pure lei alta, capelli scuri tenuti da ima bandami marrone, mimetica e kalashnikov in spalla. Ha lo sguardo duro di un adulto che ha conosciuto la sofferenza. «Ci occorrono medicinali, antibiotici, soprattutto plasma». Il comandante del campo à un soldato vero, «istruttore di armi» nell'esercito jugoslavo. Uice di chiamarsi Sadik Lokaj, sui HO, occhi piccoli carichi di ironia, volto allungato, statura inedia. Non sembra neppure sentirli, lui, i colpi che scoppiano al di In appena del crinale. Un duro. E quando gli chiedo quale sia il morale dei suoi, risponde sbuffando: «Magnifico, naturalmente». Anche dopo i quattro morti e tutti quei feriti dell'altra notte? «Ma i morti, i feriti... Sono le cose che accadono in guerra. E non soltanto qui, dappertutto». Le quattro ragazze? «Meravigliose, fanno un lavoro straordinario. Ci aspettiamo che ne vengano delle altre. Servono». E i serbi? «Sono lì dietro. Ma di questo non vorrei parlare: è un segreto militare. Anzi, tutta quest'area è zona militare». E non aggiunge, come sarebbe logico, zona dell'Uck. Quando dalla radio arriva l'ordine di far sgombrare tutta l'area dai giornalisti, le 14 sono appena passate. Lontani anche dalla gobba di Bork, da dove, in relativa sicurezza, si possono osservare lo torrette serbe e da dove, l'altro giorno, è stato possibile vedere il fumo delle case incendiate di Kamenica. Il cannoneggiamento continua, dicono che Padesh sia ormai ferita a morte. Quelli dell'Uck combattono ancora, di là dalla frontiera, dicono puro che sia stato catturato un soldato serbo, che lo terrebbero prigioniero proprio qui, nel campo di Papaj, e che l'idea sia quella di mostrarlo al mondo alla prima conferenza stampa. Tanto per rendere la pariglia ai soldati di Milosevic che hanno mandato in onda tre americani catturati in Macedonia. Anche questo, assicurano, fa morale. Anche se l'esercito albanese ha ormai passato la mano all'Alleanza atlantica, forse per una forma di orgoglio comprensibile, un qualche aiuto si affanna a fornirlo. Cosi, ieri, verso le 15, due militari sono scesi indolenti da un camion Iveco, proprio dietro il gomito di Bork. E hanno preso a piantare lungo la strada sterrata una fila di paletti con un cartello: «Attunzione mine!». Proprio lungo il campo dove ho camminato per circa un'ora. Il che significa che le mine non ci sono, ma da questo momento la zona diventa off-limits. E' sera, e il cannone non tace. Anche qui la guerra continua. L'istruttore dei volontari: «li morale? E' magnifico. I morti? In guerra è normale» I/ Una firma sotto un modulo dell'Uck, e questi albanesi emigrati in Germania e tornati in patria sono pronti a combattere

Persone citate: Bajram Curri, Bork, Kukes, Medico, Milosevic, Sadik Lokaj

Luoghi citati: Albania, Germania, Kosovo, Macedonia, Tirana