«Non abbiamo colpito noi i profughi» di Fabio Poletti

«Non abbiamo colpito noi i profughi» «Non abbiamo colpito noi i profughi» «Non abbiamo colpito noi i profughi» Fabio Poletti invialo a ISTRANA (Treviso) Postazioni radar, forse la contraerea serba. Ci sono solo indiscrezioni sugli obiettivi militari che hanno impegnato i due caccia bombardieri Amx italiani, decollati ieri mattina alle 9,15 dalla base di Istrana. «La missione è durata quattro ore, alle 13,20 i due velivoli hanno fatto rientro alla base», sceglie la linea del silenzio il tenente colonnello Roberto Zago, portavoce del 51" Stormo con sede a Istrana, venti chilometri da Treviso, la pista di decollo che arriva fino allo stradone. Si sa che i due caccia bombardieri di fabbricazione italo-brasiliana sono partiti alle 9,15. Si sa che sono dotati di bombe in telligenti. che seguono le onde radar che arrivano dalle postazioni nemiche, che individuano il cuore della contracrea serba. Due bombe da 500 chili o sci bombe da 250, l'equipaggiamento standard. Si sa anche che teatro delle operazioni e siala una non meglio specificala zona tra il confine Sud della Serbia e quello del Kosovo. «Ma come al solito, non possiamo fornire i dettagli delle missioni. Ogni operazione è inserita nel piano intervento Nato», fanno muro dalla base, 22 Amx a terra, più i Mirage e i Jaguar francesi da giorni impegnati nei bombardamenti contro le postazioni serbe. Nemmeno il ministro della Difesa Carlo Scognamiglio vuole entrare nei dettagli. Le sue parole servono solo ad assicurare i partner di governo, Cossutta in testa, che la linea militare italiana non si discosta da quanto deciso dal Parlamento. E allora rimane la sola versione ufficiale del ministro, quella che parla di «azioni di difesa integrata». Dove difesa rimane la parola chiave. Spiega il ministro: «Si tratta di interventi a protezione dello spazio aereo italiano e alleato, di velivoli e delle forze Nato. Si tratta di interventi contro reali minacce alle forze alleale». Ma le indiscrezioni sull'ini piego attivo dei caccia bombardieri italiani continuano. Anche da Ghedi, dalla base in provincia di Brescia dove partirono per il Golfo Maurizio Gocciolone e Gianmarco Bellini, rimbalzano voci di un intervento diretto italiano. Ma anche da li non arrivano conferme sulle missioni di volo dei Tornado italiani inquadrati nelle forze Nato. Dal fronte militare, la linea è quella del silenzio. Impossibile parlare con i piloti impegnati nelle missioni, impossibile sapere se anche nelle prossime ore ci saranno altre incursioni. «La base rimane in stato d'allerta», fanno sapere dal comando Nato. E' il ritornello di sempre, ripetuto da Aviano a Gioia del Colle, da Ghedi a Istrana. «Possiamo solo dire che i nostri aerei non sono stati impegnati nel bombardamento che ha visto impegnata una colonna militare nel Kosovo. Un obiettivo militare, precisiamo. Anche se adesso c'è chi specula e che sostiene che si trattava di una colonna di profughi», tengono a puntualizzare dal comandi) della Quinta Ataf di Vicenza. «Il coinvolgimento italiano non sarebbe slato possibile perche gli attacchi sono avvenuti in zone e in orari diversi», specifica il maggiore Barontini, portavoce ilei comandi) a Vicenza. Ma anche lui non vuole dire dove siano entrati in azione i caccia bombardieri Amx, quali obiettivi abbiano colpito le loro bombe intelligenti. «Tra la Serbia e il Kosovo, nella zona di confine», è l'unica indiscrezione che porta là dove negli ultimi giorni si sono intensificali i bombardamenti Nato. Di sicuro si sa solo che le operazioni non si fermano. Tra le cinque e mezzogiorno sei Mirage francesi entrano in azione da Istrana. Contemporaneamente ai due Amx italiani volano verso la Serbia anche due Jaguar. Al ritorno, sullo le loro ali, non ci sono più bombe.

Persone citate: Barontini, Carlo Scognamiglio, Cossutta, Gianmarco Bellini, Golfo Maurizio, Roberto Zago