I caccia italiani bombardano i serbi di Maurizio Molinari

I caccia italiani bombardano i serbi Per la prima volta jet dell'Aeronautica impegnati in un'azione contro batterie d'artiglieria I caccia italiani bombardano i serbi La Difesa: hanno protetto i nostri soldati sotto tiro Maurizio Molinari ROMA Aerei militari italiani hanno partecipato ai bombardamenti della Nato contro le postazioni dell'esercito serbo al contine con Macedonia ed Albania. Si tratta della prima missione di questo tipo per la nostra aviazione dall'inizio dell'attacco Nato alla Federazione Jugoslava. I bombardamenti sono stati autorizzati dal comando Nato di Vicenza per ammonire Belgrado a non effettuare nuovi sconfinamenti dopo quelli avvenuti in Albania nelle ultime 72 ore. L'aeronautica militare italiana ha partecipato nel rispetto dei compiti di «difesa integrata» autorizzati dal governo perché in Macedonia e in Albania vi sono soldati e personale civile italiano minacciati dal rischio eh un'estensione della zona di guerra. Ieri mattina poco dopo le 9 si sono levali in volo almeno due «Amx» del 51" Stonno di Istrana (Treviso) che, a missione compiuta, sono rientrati alle 13 «privi di carico» ovvero dopo aver sganciato tutte le bombe di cui disponevano. Si tratta di velivoli armati di «bombe intelligenti» e particolarmente adatti per attacchi al suolo. Nel pomeriggio sono invece decollati dalla base militare di Ghedi diversi cacciabombardieri «Tornado Ids» del 6" Stormo per una missione in Kosovo. In entrambe le occasioni i velivoli italiani sono stati impiegati assieme a quelli di altri Paesi dell'alleanza. <d velivoli che hanno partecipalo alle missioni sul Kosovo - recita la dichiarazione del ministro Carlo Scognamiglio diffusa della Difesa - sono intervenuti in aree adiacenti alle zone di conline contro obiettivi militari che costituivano una reale minaccia per le forze alleate, incluse quelle italiane, presenti nel teatro balcanico». Poco più tardi il sottosegretario, Fabrizio Abbate, entrava nei dettagli al termine di un incontro con il mi¬ nistro della Difesa slovacco. «Si è trattato della prima azione di questo tipo dall'inizio dell'offensiva aerea - ha spiegato Abbate - e si è resa necessaria per proteggere i nostri militari presenti nel contingente Nato in Macedonia dal pericolo di sconfinamenti simili a quelli avvenuti da parte jugoslava in territorio albanese negli ultimi giorni». Il sottosegretario alla Difesa ha inoltre specificato che gli «obiettivi» dei raid a cui gli italiani hanno partecipato sono stati «anche» le «postazioni serbe da cui sono partili i cannoneggiamenti verso il territorio albanese». Ovvero le postazioni di artiglieria pesante schierate dai serbi in quella che assomiglia ad una agguerrita linea difensiva, rafforzata da campi minati e trincee lungo i confini con Albania e Macedonia. «Questo impiego dei nostri velivoli - spiega il ministro Carlo Scognamiglio - corrisponde ai principi di difesa integrata: protezione dello spazio aereo italiano ed alleato, protezione dei velivoli, protezione delle forze italiane ed alleate presenti sul teatro delle operazioni». Lo stesso Scognamiglio tiene a sottolineare che «i raid si sono resi necessari dopo le azioni offensive delle forze serbe nei confronti del territorio albanese». E' qui la spiegazione di quanto avvenuto: l'Albania si sente minacciata, teme di essere invasa da Belgrado e ha chiesto aiuto all'Alleanza che ha mosso gli aerei contro l'allargamento del conflitto. «Se gli sconfinamenti serbi dovessero ripetersi in Macedonia dove, appena oltre confine, ci sono 12 mila soldati della Nato, compresi i nostri, la situazione diventerebbe gravissima», spiega una fonte militare. Dalle basi di Istrana e Ghedi e dal coniando di Vicenza (vero «cervello» delle operazioni alleate) non ò giunto alcun commento sulla vicenda. Il monito lanciato dalla Nato a Belgrado riguarda anche possibili minacce contro le forze Nato pre¬ senti in Bosnia-Erzegovina: solo l'Italia ha schierati 1800 militari e 300 carabinieri. L'origine della notizia dei raid italiani è tinta di giallo. E' slata un'anonima fonte a rivelare all'Ansa i decolli contro «obiettivi Strategici in Kosovo», poi confermati dalla Difesa. La fonte si ò rivelata accurata e non è che l'ultima di una fuga di notizie tese a precisare i contorni dell'intervento militare italiano. D'altra parte il ministero della Difesa è l'unico fra i maggiori paesi della Nato ad aver scelto di non fare ogni giorno il punto con la stampa sullo svolgimento delle operazioni ed il molo dei nostri velivoli da combattimento. ORE 9.15 ORE 13,20 Due Amx Missione compiuta dell'Aeronautici \ Gli Arnx rientrano militare decollano ad Istrana dalla base di Istrana (Treviso) e si dirigono in Serbia BOSNIA © G 0 0 ORE 16,00 Il primo a parlare della missione italiana è Spini, «Credo sia ORE 16,17 ORE 19 J3 ■E' uai palese La V Ataf conferma violazione l'impiego di aerei del mandalo italiani per i raid -I parlamentare», due Amx sono stati sostiene Bertinotti utilizzati all'interno di una formazione di velivoli Nato con compiti di difesa integrata ed e stato ttgmqfw sganciato del «&3ìeK munizionamento ORE 20,05 .Gli aerei italiani si muovono con compiti di difesa integrala, cioè quelli definiti dal governo finche ci sono io. gli italiani si difendono», dice D'Alema. 2I0P soldati (di cui 300 carabinieri; NELL'AMBITO DEL CONTINGENTE DI PACE NATO (30.000) REPUBBLICA JUGOSLAVA SERBIA Raska Prokupie 1 Kursumlua TRUPPE ITALIANE DEL CONTINGENTE NATO (12.000 uomini) MACEDONIA

Persone citate: Bertinotti, Carlo Scognamiglio, D'alema, Fabrizio Abbate, Scognamiglio