Il Vaticano deplora la pillola «umanitaria» di Marco Tosatti
Il Vaticano deplora la pillola «umanitaria» Il Vaticano deplora la pillola «umanitaria» Marco Tosatti CITTA' DEL VATICANO L'Onu distribuisce alle donne kosovare stuprate la «pillola del giorno dopo» e immediata arriva la condanna del Vaticano: «La pillola del giorno dopo - scrive su "Avvenire" mons. Elio Sgreccia - è una vera e propria tecnica abortiva, che per il meccanismo d'azione non ha nulla a che vedere con la pillola estroprogestinica contraccettiva, quella cioè che impedisce l'ovulazione». Durante gli anni più tremendi della guerra in Bosnia il Papa provocò polemiche, con il suo appello alle donne violentate a non abortire. C'erano fra di loro delle religiose cattoliche? E' probabile, anche se quel dramma nel dramma fu sempre circondato da una cortina di impenetrabile riservatezza. Ma - fa capire mons. Sgreccia - in quell'occasione non si pose neanche il problema della «pillola del giorno dopo»; e ancora diverso fu il caso delle suore in Africa. «Ben diversa era la situazione che si era verificata anni addietro nel Congo allorquando in relazione al caso di alcune religiose a rischio di essere violentate venne considerata la legittimità morale dell'assunzione preventiva di pillole estroprogestiniche che impedissero 1 ovulazione o la fecondazione, assunzione considerata nella prospettiva della legittima difesa. Mai per loro si è prospettata una fecondazione post-coitale perchè ogni "contraccezione" postcoitale è per definizione abortiva». Come qualche anno fa, l'intervento vaticano avrà la sua coda di polemiche. «Non lanciamo moniti che possono spezzare animi già terribilmente provati»: esorta una parlamentare verde, Annamaria Procacci, «profondamente turbata» per la presa di posizione di monsignor Sgreccia. Anche se appare difficile che le donne kosovare, in grande maggioranza musulmane siano influenzabili dai moniti della Santa Sede. Quante donne kosovare hanno subito violenza? «Non siamo in grado di quantificare il fenomeno», ha detto il ministro dell'Interno, Rosa Russo Jcrvolino, ma il problema «c'è ed è drammatico». Il «censimento» è estremamente difficile; la vergogna che spinge alcune delle vittime a suicidarsi fa sì che lo stupro venga nascosto, tanto più a chi è estraneo alla famiglia. «Bisogna stabilire anche dei rapporti interpersonali - ha aggiunto il Ministro - perchè le donne si aprano e denuncino tali violenze». Ci vogliono ginecologhe donne; e Carlo Romanini, presidente della Società Italiana di Ginecologia, di ritorno da una visita ai campi italiani per i profughi, aggiunge: «La maggior parte sono di religione musulmana e dunque non accettano di farsi visitare dai medici maschi. Abbiamo quindi cercato di reperire volontari tra le nostre colleghe ginecologhe e organizzato turni di dieci giorni in dieci giorni. Quando arriveranno le ginecologhe anche i problemi legati agli stupri subiti da tante donne profughe potranno essere affrontati meglio». E gli stupri continuano: «Le donne albanesi del Kosovo vengono sistematicamente violentate dalle forze di Slobodan Milosevic», ha detto ieri il ministro degli Esteri britannico Robin Cook, parlando di «nuove prove di atroci brutalità. Le donne, secondo le informazioni che continuano ad arrivarci, vengono separate dalle famiglie e stuprate in una base militare a Djakovica, vicino al confine albanese». Lo «stupro etnico» è stato sistematicamente usato dai serbi in Bosnia; e testimonianze drammatiche sono state trasmesse dalla Bbc. Una giovane kosovara, parlando sotto anonimato, ha detto che lei stessa e sette altre giovani sono state separate dalle famiglie e stuprate. Quattro poi sono state uccise, compresa una donna incinta al settimo mese. Una giovane donna, Have Buaqj, di 23 anni, e sua sorella Violete raccontano di essere state segregate e stuprate per quattro giorni dai poliziotti serbi; e testimonianze dello stesso genere stanno emergendo con sempre maggiore frequenza in queste ore. Bbc. par ha alaraate. ise, inta ane anracgrettro i; e o ge con Kukes: una donna intrappolata nel filo spinato, mentre correva verso gli aiuti
Persone citate: Annamaria Procacci, Carlo Romanini, Elio Sgreccia, Kukes, Robin Cook, Rosa Russo, Sgreccia, Slobodan Milosevic
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