Un partner per Bernabè? Piovono i «no comment» di Roberto Ippolito

Un partner per Bernabè? Piovono i «no comment» Un partner per Bernabè? Piovono i «no comment» Roberto Ippolito ROMA ~ In viaggio per Londra? Possibile. Pronto a esibire un alleato? Può darsi. Franco Bernabè, amministratore delegato della Telecom Italia, è in movimento. Le sue mosse hanno alimentato molta attesa sul possibile arrivo di un «cavaliere bianco», qualcuno che lo aiuti a difendersi meglio dall'Olivetti impegnata a scalare la sua azienda. Un'ipotesi suggestiva, fatta trapelare sabato dopo che e mancato il numero legale all'assemblea che avrebbe dovuto far scattare le contromisure all'Opa dell'Olivetti. Un'ipotesi che ha provocato un'agitazione planetaria. Nel mondo delle telecomunicazioni l'eventuale ricerca di un alleato per la Telecom Italia (quarto operatore al mondo) non passa inosservata. Ma per ora piovono le smentite. Negano di essere il possibile partner la Deutsche Telekom, la France Telecom, la spagnola Telefonica, la texana Southwest Bell Company e la britannica Bt. Anche la Bt, principale indiziata, quindi nega anche se le dichiarazioni del suo portavoce sembrano in confronto con le altre meno categoriche: «In Italia siamo già impegnati in Albacom e non intendiamo commentare altrimenti ogni ipotesi che riguarda Telecom Italia». Albacom è già concorrente di Telecom e Bt punta (insieme alla società Autostrade) alla Licenza per il quarto gestore dei telefoni- ni. I rapporti esistenti fra i gruppi e le presenze nei diversi mercati condizionano la valutazione di eventuali nuove intese. Per esempio in Spagna proprio ieri la Telecom Italia ha portato dal 21 al 28,66% la presenza nella Retevision, secondo gestore nazionale di telecomunicazioni. Operazione che appare alternativa a un patto con U numero uno, la Telefonica. La Deutsche Telekom e la France Telecom possiedono invece il 24,5% ciascuna (accanto all'Enel con il 51%) di Wind, terzo gestore italiano dei telefonini attivo anche nella rete fissa. Qualsiasi raccordo con Bernabè imporrebbe la preliminare uscita da Wind. «Non ne ho il minimo sentore», ha detto il presidente dell'Enel Chicco Testa rispondendo a una domanda sulla possibilità che il ruolo di cavaliere bianco sia giocato dalla Deutsche Telekom. Minori complicazioni esistono per quanto riguarda le relazioni con i gruppi extraeuropei. Gruppi che hanno ugualmente dimensioni consistenti, come è il caso della South West Beli Company che è vicina alla fusione con l'Ameritech e a proposito della Telecom dice: «Non commentiamo le congetture». Accanto alla questione partner, c'è quella della vendita delle attività considerate non strategiche. La Telecom ci tiene a far sapere di non avere un ruolo attivo: si limita a prendere in esame le proposte che arrivano per rispettare l'esigenza di non alterare la propria fisionomia in attesa dell'Opa. Ieri per la Stream (la televisione via satellite e via cavo del gruppo) si è svolto un incontro ai massimi livelli fra la Telecom e quattro squadre di calcio, la Fiorentina di Vittorio Cocchi Cori, la Lazio di Sergio Cragnotti, la Roma di Franco Sensi e il Parma di Calisto Tanzi. Le quattro squadre hanno dato vita alla Sds, una società per lo sfruttamento congiunto dei diritti delle partite di calcio. La Sds vuole comprare una quota della Stream, come vuole fare anche direttamente Cocchi Cori a cui fa capo Tmc. Bernabè vuole vendere presto la Stream, considerata non fondamentale.

Persone citate: Bernabè, Calisto Tanzi, Chicco Testa, Cocchi, Franco Bernabè, Franco Sensi, Sergio Cragnotti, Vittorio Cocchi

Luoghi citati: Italia, Lazio, Londra, Roma, Spagna