T sop

T sop T sop opralluoghi di Gianni Farinetti IN queste orrende giornate di guerra ho provato a pensare cosa farei se un soldato entrasse in casa mia minacciando: «Hai un'ora di tempo per andartene». Mi sono guardato attorno: cosa prenderei? I libri? Impossibile, forse qualcuno tra i più amati, ma ne amo talmente tanti che non basterebbe una borsa, una valigia riempila in tutta fretta. Allora il computer, questo strano elettrodomestico che e diventato una sorta di memoria aggiuntiva zeppa di frammenti, di scritti, di idee? Certo lo posso portare con me come un tempo si portavano un semplice taccuino, un quaderno, sparsi foglietti. Ma pesa, in una fuga sarebbe ingombrante, lo lascio qui, penso che tutto sommalo potrei scrivere ovunque Mi alzo dal tavolo e compio un sopralluogo nelle stanze. In soggiorno guardo il televisore, il lettore CD, il videoregistratore, non m'interessano particolarmente. Sono più attratto da un tavolo che appartenevi a mia nonna, da un'amatissima poltrona che, nella geometria domestica, e la mia poltrona. In cucina osservo il frigorifero, la credenza. La apro: biscotti, miele, caffè, te. Su un ripiano pacchi di pasta, zucchero, olio. Sull'anta del frigorifero, fissati da una calamita, i disegni che le mie nipoti mi dedicano. Nel corridoio altri libri, nel guardaroba scarpe, armadi con vestiti, i cappotti da ritirare adesso che finalmente - per noi - viene la bella stagione e con lei il tempo delle vacanze. Passo nella camera da letto e qui sono attratto dal vociare allegro di bambini Abito davanti a una scuola elementare e così, negli intervalli dopo colazione o durante il pomeriggio, il cortile della scuola che è proprio sotto le mie finestre si riempie dei chiassosi, giochi dei bambini A volte mi irritano dal fracasso che fanno rincorrendosi. Oggi, invece, mi sporgo dalla finestra e li guardo giocare e spero che possano giocare e strillare e rincorrersi in santa pace per sempre. Sul letto c'è la mia gatta che donne. F. lei'' In una fuga, in guerra, dove vanno a finire gli animali domestici? Che insensata follia Ritorno nello studio Sul tavolo ci sono i giornali di oggi, le fotografie dei profughi del Kosovo. Alzo gli occhi ad altre fotografie incorniciate di amici e familiari 11 telefono squilla, la pendola batti' quieta le ore Qui tutto e normale. La fuori, invece, ci sono centinaia di migliaia ili persone in fuga senza più niente, con forse, come unico bene, solo la fotografia del loro cari nascosta tra i vestiti Cosa risponderemmo a un soldato che viene a cacciarci, noi che per caso, per puro caso, abbiamo la fortuna di esseri' nati dalla parte giusta del mondo?

Persone citate: Gianni Farinetti

Luoghi citati: Kosovo