ODISSEA PER QUATTRO RUOTE di Giovanni Tesio

ODISSEA PER QUATTRO RUOTE SAGGISTICA ODISSEA PER QUATTRO RUOTE La storia scritta e fotografata dell'industria automobilistica COME ignorare il cuore virile dell'elogio più celebre: «Un automobile ruggente, che sembra correre sulla mitraglia, è più bello della "Vittoria di Samotracia"». Come non citare (siamo nel 1909) il marincttiano «Manifesto del Futurismo»? Lui, l'automobile che fugge come le pallottole di un mitra impazzito, diventa l'emblema della nuova modernità che inaugura il secolo breve. Il «veemente dio di una razza d'acciaio» disarciona l'eroe antico in groppa al cavallo più alato. Tutto questo accade soprattutto (anche se non solo) a Torino, come ben documenta nell'anno del centenario della Fiat la «Storia fotografica dell'industria automobilistica italiana» a cura di Pier Luigi Bassignana, Adriana Castagnoli, Marco Revelli pubblicato da Bollati Boringhieri (pp. 288, L. 80 mila). Accade grazie a un gruppo di imprese che si chiamano Diatto, Spa, Fides, Chiribiri, Lancia e naturalmente Fiat. Accade grazie al cuneese Giovanni Battista Ceirano qui in una bella posa fin-de-siècle: pugni sulle anche, tuta indossata come un'armatura, baffi a triangolo isoscele, sguardo fiero, e dietro di lui la vettura Welleyes, prima ad essere interamente progettata in loco da un gruppo di tecnici di prim'ordine guidati dall'ingegner Aristide Faccioli. E' di Ceirano, infatti, il titolo di primo costruttore, anche se è poi la Fiat di Giovanni Agnelli a vincere la sfida del secolo, passando dai 91 mila metri quadri di corso Dante per la fabbrica-arcipelago ai 378 mila del Lingotto per la fabbrica «totale» ai 3 milioni e mezzo di Mirafiori per la fabbrica più grande d'Europa. Se i densi saggi di Revelli e Castagnoli danno le coordinate storiche del legame di un'impresa con il suo territorio, se il brillante saggio di Bassignana offre un bel po' di testimonianze letterarie e di costume, sono le fotografie a suggerire più di ogni parola l'aria del tempo. Pionieri arditi (e molto danarosi), stabilimenti pilota (Ceirano, Itala, Lancia di corso Peschiera), officine di ruote dentate e pulegge rotanti (accanto a operai coi baffi a manubrio, qualche volto bambino), esposizioni nazionali e internazionali (da Torino a Parigi), giri d'Italia e circuiti locali (dallo Stelvio^ad Acireale), scioperi e manifestazioni (dall'occupazione delle fabbriche alla «marcia dei 40 mila»). Una sfilata d'immagini dietro cui a muoversi è tutta una città. Un modo tutt'altro che convenzionale di misurarne l'intraprendenza e gli umori. Giovanni Tesio

Luoghi citati: Acireale, Bassignana, Europa, Italia, Parigi, Stelvio, Torino