Scaffale

Scaffale Ivanohe, di Dan Uldihea (Taurus Editore, Torino, via Caramagna 8), pp. 104, L. 14 mila). Fiammante copertina giallorossa in lettere (e illustrazioni interne) ispirate al gusto di un gotico contaminatorio e postmoderno in una «libera riduzione dell'omonimo romanzo di Sir Walter Scott» che non disdegna qualche puntata al cinema. Resta il piccolo mistero di chi si nasconda sotto lo pseudonimo. Un cultore di decalcomanie narrative? Un amante di favole neo-fantastiche? Oltre l'esistenza, di Gustavo Gamna (Castalia, pp. 148, L. 24 mila). Un pensatore francese tra Sette e Ottocento, uno russo tra Otto e Novecento, uno tedesco di Novecento pieno. Tre pensatori «spiritualisti» discussi da uno psichiatra torinese di formazione laica sulla base di alcune affinità. Tre saggi che si ispirano ai principi dell'«antropofenomenologia», ossia di un atteggiamento di pensiero che scavalca le concezioni deterministiche per una più aperta e umanistica nozione di globalità. Il giovane Gramsci e la Torino d'inizio secolo, di Autori Vari (Rosenberg 8- Sellier, pp. 304, L. 35 mila). Atti del convegno di studio organizzato dalla Fondazione che di Gramsci porta il nome, a sessantanni dalla morte. Due giornate di lavoro sull'attività del giovane sardo approdato a Torino nel 1911, l'anno dell'Esposizione Universale, per fare lo studente universitario e finito a fare il giornalista, il politico, l'ideologo di un partito che nascerà uf- ficialmente dieci anni dopo, a Livorno. La città, la cultura operaia, la tradizione socialista, il bolscevismo, la cultura cattolica, il giornalismo in ventidue interventi che vanno da Olmo a Gallino, da Violante a Trentin. L'età dell'occhio. Il cinema e la cultura americana, di Franco La Polla, (Lindau, pp. 280, L. 28 mila). Professore di letteratura anglo-americana all'Università di Bologna, l'autore intreccia i suoi interventi (la maggior parte già apparsi in riviste e atti di convegni) lungo il filo costante «che unisce il cinema americano allo cultura del paese che l'ha espresso». Autori che vanno da Frank Capra a Russ Meyer, film quasi tutti di estrazione letteraria, da «Daisy Miller» di Peter Bogdanovich a «Amistad» di Steven Spielberg, questioni cruciali come il rapporto tra storia e fantastoria, il cinema e la beat generation, il cinema e l'umorismo ebraico-americano, l'iperrealismo e il gusto della parodia. Le 95 tesi di Lutero, di Paolo Ricca e Giorgio Tourn (Claudiana, pp. 84, L. 10 mila). E' il testo d'avvio della Riforma protestante. Affisso il 31 ottobre del 1517 sul portale della cattedrale di Wittenberg, si tratta di un documento ben lontano da un 'manifesto' di tipo popolare. Redatte in latino, le 95 tesi non sono l'opera di un ribelle, ma di un dotto umanista che vuole proporre argomenti di discussione tra professori di teologia, come osserva Giorgio Tourn introducendo al dettagliato commento di Paolo Ricca.

Luoghi citati: Livorno, Torino, Wittenberg