LA MUSICA NON SI PUÒ* FERMARE

LA MUSICA NON SI PUÒ* FERMARE LA MUSICA NON SI PUÒ* FERMARE // revival colpisce tutto e tutti E così, persino i Village People... IL revival colpisci; ormai tutto e tutti, senza distinzioni: Anni Settanta e Ottanta, i Durai! Duran e Poppino Di Capri, i film di 007 e i cartoni animati di Godzilla. Si spara nel mucchio, non si l'anno prigionieri. Gli esperti avevano previsto per questo fini.' millennio un rilancio della dance e delle vecchie glorie «disco» ma avevano limitato lo scenario ai grandi. Invece, Hollywood ha fatto un film sullo Studio 54, Donna Summer e Barry White sono tornati sulla breccia ma, di più, di poggio, dalla soffitta del tempo, dai doppifondi di vecchi giradischi Pioneer sono spuntati buffi mostricini chi; tutti si erano dimenticati. Meteore da classifica, fuochi fatui radiofonici, ballerini di un sabato sera e basta; musicisti che si credeva fossero stati portati via dalla corrente e che invece galleggiano ancora come sugheri, sull'onda del tempo perduto. I Village People, per esempio, chi li ricordava più? Eppure vent'anni fa erano delle stelle, con una loro furba ver- sione di disco music che ovviava alle pochissime idee con un solido apparato scenico e testi allusivi, in codice, che si provavano a superare la contraerea della censura radio. Erano gay, i Village People, o almeno si rivolgevano al popolo gay, vestiti secondo gli stereotipi macho e convinti a interpretare fino al grottesco quella parte che fino ad allora tutti avevano rifiutato. Per due anni almeno cavalcarono l'onda, con canzoni come «San Francisco», «Macho Man», «Island», prima di essere risucchiati dalla loro pochezza e dall'inevitabile cam- bio di mode. Quando già avevano un piede fuori delle classifiche, accettarono l'invito della regista Nancy Walker e girarono «Can't stop the music», una biografia romanzata che diede loro il colpo di grazia. Sfoglio gli annuari della cinemusica e non ci sono dubbi: «il più brutto film del filone disco», «un guazzabuglio d'i kitsch privo d'ironia», «improbabile, approssimativo». Eppure «Can't stop the music» oggi è un culto, come lo sono certi invedibili Franchi & Ingrassia, certi B-movies da neurodeliri, i Little Tony e Nino d'Angelo d'annata; e come lo è la stessa saga dei Village People, la faccia bislacca e sgangherata della «disco». Che cosa spinga a questi recuperi, non lo so; gusto del paradosso, il kitsch come sport estremo, il trash come via di vita. Mah. Fatto sta che «Can't stop the music» verrà presentato con perfetto tempismo al Festival: e non fatico a credere che susciterà interesse e affettuosi sospiri di «come eravamo». Strana bestia il revival, e inquietante; specchio di una società dove nulla si crea e nulla si distrugge, tutto si ricicla, e il passato grande o banale ritorna sempre, come un malizioso boomerang a far bernoccoli. Riccardo Bertoncelli Giovedì 15 alle ore 22,45 al Massimo I è in programma un «evento speciale» del Festival: la proiezione del film del 1980 «Can't stop the music» di Nancy Walker, protagonista il gruppo dei Village People, fenomeno musicale degli Anni Settanta.

Persone citate: Barry White, Di Capri, Donna Summer, Ingrassia, Little Tony, Nancy Walker, Nino D'angelo, Riccardo Bertoncelli

Luoghi citati: Hollywood, Nancy Walker, San Francisco