OLTRE LE IDENTITÀ' RIGIDE
OLTRE LE IDENTITÀ' RIGIDE TRANSGENDER OLTRE LE IDENTITÀ' RIGIDE «Essere ciò che vogliamo essere e non ciò che vogliono che si sia» «Transmission», «A prodigai son?», «Gendernauts», «Day in the club--, «Sando to Samantha» e «Koko» sono i film del Festival dedicati al «transgender» Avolte ritornano, a volte invece no, semplicemente perché ci sono sempre stati/e. Cioè? Be', innegabilmente «Transgender» suona come un termine molto trendy, adatto allo svecchiamento linguistico di fine millennio. Quindi facile all'uso di nuova etichetta identitaria: «Non sono né questo né quello, quindi sono transgender». O, peggio, per censurare ulteriormente il linguaggio ingabbiandolo nella correttezza politica: «Non più transessuale, che fa riferimento di sesso ed è quindi insultante, ma appunto transgender». Niente di tutto ciò, parliamoci chiaro. Questo concetto, la fluidità dell'identità, è in circolazione nella controcultura, specie quella europea, da oltre quanrant'anni... E non era nemmeno un problema di definizioni... Dall'identità nomadica ai corpi perversi-polimorfi, la deflagrazione della rigidità binaria è «da mo'» un dato di fatto... E allora??? Cosa ha reso il concetto di transgender così pervasivamente attuale e così «spirit of the times»??? Semplicemente un rovesciamento prospettico: la «teoria della liberazione» ha trans-si- zionato dai tomi di sociologia, dai trattati di antipsichiatria, dai saggi di semiotica & linguistica e dalle menti-bocche dei costruttivisti e dei teorici del postmoderno. Ed è diventata la «pratica liberata» del quotidiano, della gente comune, nelle strade, che non teorizza ma vive, ed è la prova reale e pulsante di tutto ciò. Transgender è quindi soprattutto la verifica del processo di frantumazione delle identità rigide, dei dettami comportamentali invalicabili e soprattutto della presunta obbligatorietà di corrispondenza granitica tra genitalità biologica, identità di genere e preferenza sessuale. Transgender dimostra come la retorica del controllo sociale integralista & monoculturale sia ormai implosa sotto la spinta delle molteplici sollecitudini desideranti che rendono il «don't dream it, be it» del Rocky Horror Picture Show, l'unica stimolante chiave di lettura progettuale del nostro esistere. Molto più semplicemente Transgender dimostra che il mondo non è diviso in due blocchi contrapposti di maschile e femminile, ma li comprende integrandoli e stemperandoli in tutte le possibili sfumature concepibili e non, di cui le estemporanee identità di bisessuale, cross dresser, transessuale Mtf o Ftm, drag queen & drag king, checca, clone, orso, lesbica butch, femme, feticista, perv. top, bottoni e da qui all'infinito, non sono altro che alcune delle molteplici forme espressive. Che esistono, non nella teoria ma nella concretezza delle esperienze proprie di amici/che, complici e amanti. E' quindi essenziale che anche nella comunicazione mediale si passi dai romanzi/documentari/film su «I trans» le non vogliamo neppure soffermarci sull'ancora diffusissimo uso errato dei pronomi & dei presunti sinonimi) a una rivendicazione dall'interno della scena, della capacità di narrare il proprio essere & sentire e le proprie esperienze di vita. Senza che si tratti di stereotipi elogi alla sofferenza e al dolore sacrale o di celebrazioni dello scanzonato (ma felliniano) spettacolo imbelle. La selezione di «materiali» transgender della presente edizione del Gay and Lesbian Filmfestival lancia quindi preziosa linfa da una nuova essenziale breccia comunicativa. Anche perché, sia chiaro, il fatto che la fluidità identitaria sia (già) una pratica reale nel quotidiano non rende obsoleta l'assoluta necessità di continuare, anche tramite cinema e video, o controinformare, sensibilizzare e «lottare» contro l'omologazione normativa del Maschilismo Bianco Eterosessuale (e militarista) Patriarcale, «per essere ciò che vogliamo essere, invece che quello che vogliono che si sia!!!». rieletta Veletta http://www.helenavelena corri helena(« cybercore.com Solini: "(ifiidminuts- Sotto, il manifesto ili ■ l'i'lISlTdllld- DA SODOMA A HOLtYWOOO
Persone citate: Koko
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