ROCK HUDSON, IL CORAGGIO DELLA VERITÀ' di Lietta Tornabuoni

ROCK HUDSON, IL CORAGGIO DELLA VERITÀ' ICONE ROCK HUDSON, IL CORAGGIO DELLA VERITÀ' Il Festival ricorda l'attore americano che fu tra le prime vittime dell'Aids UON attore drammatico e brillante, uomo veramente bello, persona di carattere buono, lieto e generoso, Rock Hudson raggiunse nella morte una autentica grandezza. Senza timore né rispetti umani, fu la prima celebrità internazionale a dichiarare d'essere malato di Aids, a confidare d'essere alla ricerca (a Parigi o altrove) d'una cura possibile: e a richiamare cosi l'attenzione del mondo sulla malattia e sulle sue conseguenze. Aveva cinquantanove anni, nel 1985. La guance gli s'erano fatte scavate, la faccia era disidratata: appariva terribile l'immagine della fragilità in un uomo tanto alto, che era staio tanto robusto. Gli occhi s'erano rimpiccioliti, lo sguardo risultava incerto, smarrito, i movimenti erano lenti, cauti, pochi. Eppure nell'ultimo tempo cercò disperatamente, per quanto era possibile, di condurre la vita consueta nella sua casa californiana, tra i suoi amici: e dette prova d'un coraggio straordinario, un coraggio speciale senza aggressività, intelligente, paziente e mite, il coraggio più ammirevole. Figlio di piccoloborghesi (un meccanico d'auto e una telefonista, presto divorziati), si chiamava Roy Harold Scherer, s'era ribattezzato Roy Fitzgerald assumendo il cognome del secondo marito della madre, aveva infine accettato l'allusi- vo pseudonimo hollywoodiano Rock Hudson. Nel 1955 cominciarono a circolare pettegolezzi sui suoi gusti sessuali, e venne costretto per smentire d'essere gay a sposare la segretaria del suo agente, Nancy Gates. Lo fece senza imbarazzo, con buonumore: il matrimonio durò soltanto tre anni, l'amicizia con Nancy molto più a lungo. Nella sua carriera Rock Hudson interpretò altrettanto bene i melodrammi di Douglas Sirk («Magnifica ossessione», «Come le foglie al vento», «Il trapezio della vita»), i drammi («Il gigante» di George Stevens, «Addio alle armi» di Charles Vidor), le commedie («Lo sport preferito dell'uomo» di Howard Hawks, «Strani compagni di letto» di Melvin Frank e «Torna a settembre» di Robert Mulligan insieme con Gina Lollobrigida), i polizieschi televisivi. Era una star della Universal, senza avere alcuna capricciosità e vanità da divo: e con tutta la qualità umana che mostrò poi quando fu obbligato a dire addio alla vita che amava tanto. Lietta Tornabuoni Rock Hudson e Doris Day iti «IHello racconta» All'attore morto di Aids è dedicata una delle sezioni «Icone» delfestival DA SODOMA A HOUYWOOO

Luoghi citati: Parigi