LO SPORT E IL CORAGGIO di Gian Paolo Ormezzano

LO SPORT E IL CORAGGIO LO SPORT E IL CORAGGIO Una proposta: infuturo ricordiamo Weissmuller Sulla presenza al Festival di una scelta di film d'ambiente o ispirazione sportivi pubblichiamo un intervento di Gian Paolo Ormezzano, condirettore del Festival Internazionale del Cinema Sportivo. IL Festival propone anche quattro film in cui la tematica omosessuale e lo sport cercano di fondersi, o di confrontarsi (non giusto, troppo generico, troppo orpellante e intanto troppo limitativo, chiamarli film sportivi). La sera di venerdì 16 al Massimo 2 un'ora per «Red rain» produzione statunitense, la storia e il vivere di Gina «Boom Boom» Guidi, campionessa mondiale di boxe, pesi welter, con nella pellicola sport, contorni e dintorni. Il pomeriggio di lunedì 19 al Massimo 2 sei minuti per «Day in the club» canadese e nove per «Escape from hell» australiano, rispettivamente la danza di un pugile (donna con baffetti) intorno a due scarpe, con molta bravura di ballerina, e la vicenda di Jason dileggiato e picchiato perché non pratica il virile calcio, con forte intimi¬ smo di primi piani. La sera dello stesso 19, sempre al Massimo 2, un'ora per «Women at the Gay Games Amsterdam», documentario non solo di gare ricalcate sul programma olimpico, ma anche e soprattutto di vita in comune di quella che diventa, grazie alla convocazione da parte dello sport, una bella compagnia mondiale di atlete omosessuali, vaganti e operanti per strade e stadi della città olandese che appare per queste gare fare staffetta con San Francisco. Usato .da molti come «strumento» di eterosessualità spinta, specialmente fra i maschi, lo sport trova particolari difficoltà ad affrontare, almeno in film, anche le sue tematiche omosessuali? Da quanto visto nel passato e da quanto si vedrà a Torino non diremmo specificamente di sì: da non dimenticare fra l'altro che il rapporto tra cinema e sport è difficile in assoluto, non solo nel relativo del mondo gay. Si fa qualcosa, ed appare subito un molto. Comunque affrontare temi come quello del ragazzo bollato crudamente e crudelmente quale finocchio perché rifiuta la violenza dello sport, dare spazio al documentario di gare speciali e normali insieme, ripassare la carriera di una pugilessa e sempre impresa «sportiva» perche coraggiosa. Né serve, almeno in questi casi, l'uso, l'appiglio di quella che per taluni è una omosessualità immanente in tanto sport. Si pensi al rito degli abbracci fescenninici dopo un gol, con persino il supplemento di crassa ironia nella vignetta in cui. sbaciucchiando il goleador, un compagno gli dice: «Ma dobbiamo continuare a frequentarci soltanto così?». Comunque: orizzonti vasti sono in offerta al cinema spor- tivo omosessuale, per forza di tematiche e di immagini. E questo dentro il contesto di orizzonti vastissimi per il cinema sportivo, che ancora aspetta il suo «Via col vento», e che comunque non lo avrà dall'Italia, dove sport e cinema stanno in galassie lontane. Per lo specifico della manifestazione torinese ecco una nostra modesta proposta: una retrospettiva su Johnny «Tarzan» Weissmuller, il grande nuotatore statunitense degli Anni Venti diventato a fine carriera sportiva stella massima nei film della giungla. Pochi lo sanno, ma il suo è stalo il primo ombelico maschile mostrato da Hollywood. Gian Paolo Ormezzano / //</ scena ili «lied Haiti" di Limili l'Iolkill

Persone citate: Games, Gian Paolo Ormezzano, Guidi, Weissmuller

Luoghi citati: Haiti, Hollywood, Italia, San Francisco, Torino