«Punite la mia ex»

«Punite la mia ex» «Punite la mia ex» 77padre: per questi anni vissuti da disperato TEL AVIV. «Tali merita una punizione per quello che mi ha fatto»: Moshe è seduto in un angolo del corridoio, in attesa della fine del dibattito a porte chiuse in corso al Tribunale per le questioni familiari di Ramat Gan (Tel Aviv). Il giudice Yehoshua Geifman deve decidere la sorte delle sue figlie. L'uomo è teso come una corda di violino, indignato nel vedere che la exmoglie ricorre ad ogni espediente legale per impedirgli di rientrare in Italia con le bambine. Non vorrebbe parlare, teme che in extremis siano costrette a restare in Israele. Dopo il blitz degli agenti di polizia, ha potuto finalmente incontrare le figlie. Ma è stato un breve colloquio, perché poi le bambine sono state prese in custodia da una poliziotta, alla quale saranno affidate fino alla decisione del giudice. Ma è vero che le piccole vogliono adesso restare con la madre? «Ma no, che sciocchezze... Devono aver subito un lavaggio del cervello». Secondo la stampa religiosa, lei stesso era un ultraortodosso divenuto poi laico... «Sono credente, ma a modo mio. Non come questi - (indica alcuni ortodossi che sostano in un corridoio) - che confondono le idee al prossimo...». Sopraggiunge la ex moglie, Tali, accompagnata dall'avvocato Zion Amir. La donna cammina impettita, e appare sicura del fatto suo, circondata com'è da premurosi zeloti armati di telefoni cellulari e impegnati in continue conversazioni. Distanti pochi passi, reduci da una guerra di usura di oltre due anni, adesso Moshe e Tali si ignorano del tutto. Interviene l'avvocato Zion Amar: «Questa vicenda è ancora tutta da decidere. Noi comunque abbiamo chiesto un provvedimento che impedisca a queste due bambine di uscire da Israele. La mia cliente ha inoltre chiesto che venga riaperto l'intero procedimento. E' un'azione che facciamo per u loro bene, perché le ragazze vogliono restare con la madre. Con il padre non ci vogliono andare». Seduto sulla sua sedia, bersagliato dai flash dei fotografi, il farmacista Moshe appare terribilmente solo. «Mi raccomando - dice ancora prima di essere chiamato dal giudice - non scrivete per esteso i nostri cognomi sul giornale». [a. b.)

Persone citate: Ramat, Yehoshua Geifman, Zion, Zion Amir

Luoghi citati: Israele, Italia, Tel Aviv