La guerra ferma il treno di Prodi
La guerra ferma il treno di Prodi La guerra ferma il treno di Prodi «Ma se voglio potrò candidarmi» Marisa Ostolani corrispondunte da BOLOGNA Resterà fermo in stazione il treno di Romano Prodi. A bloccare l'iniziativa dei Democratici, che doveva partire da Trieste il prossimo 15 aprile per percorrere su rotaia tutto io Stivale, e stata la guerra del Kosovo. «Mi sarei sentito imbarazzato, voleva essere un appuntamento gioioso, e con una guerra cosi pesante e così forte alle porte, non ine la sono proprio sentita di confermarlo», spiega il futuro presidente della Commissione Europea, che ieri a Bologna ha tenuto a battesimo la lista dell'Asinelio lille elezioni amministrative comunali, investendo nel ruolo di capolista l'attuale assessore al Bilancio Flavio Delbono Locomotive l'erme in stazione, india speranza e nell'attesa di una tregua. «Mi auguro che sia possibile esprimere Io stesso tipo di gioia in un periodo di tempo non lontano. Speriamo che questa guerra così vicina a noi possa trovare un momento di pausa, almeno un momento. In tutto il periodo delle Pasque, prima quella cattolica, poi quella ortodossa, non abbiamo avuto nessun segno, nemmeno di una sosta». L'ex premier si aggrappa con speranza all'iniziativa diplomatico del segretario dell'Orni Kofi Annan per riportare la pace nei Balcani: «E1 un filo esile, ma speriamo che si rafforzi. Non posso che augurarmi che la mediazione di Annan abbia successo, anche se siamo ancora in una fase assolutamente preliminare». L'abbandono del progetto del treno ha creato delusione tra le truppe dell'Asinelio, che contavano su questa iniziativa per creare visibilità al movimento in vista dell'appuntamento elettorale delle europee del 13 giugno. L'impressione è che il treno resti un simbolo. Il mezzo di trasporto, con tanto di colonna sonora creata dal rocker Shell Shapiro, calzava a pennello al Prodi candidato al parlamento europeo desideroso di rivincite elettorali, ma appariva troppo ingombrante e rumoroso al Prodi futuro presidente della Commissione Ue, che tra l'altro non ha ancora sciolto le riserve sulla sua candidatura. «Speculazioni», taglia corto l'ex premier. «Queste sono sciocchezze, stupidaggini in un Paese in cui pochi riflettono: c'è una guerra alle nostre porte e anche la nostra politica interna deve riflettere su questi avvenimenti». Sulla sua candidatura («un tormentone a cui si è data un'importanza eccessiva in modo strumentale»), Prodi sembra un disco rotto. Ripete: «E' stato chiarito che non c'è alcun ostacolo giuridico, quin¬ di nei prossimi giorni prenderò una decisione, in piena autonomia, che sarà per il bene del mio lavoro futuro e che terrà conto delle grandi evoluzioni politiche che si stanno realizzando in Italia». Tradotto: scenderà in campo alle europee? «La mia dichiarazione fa capire semplicemente che ho riaffermato un mio diritto di fronte alle speculazioni». E cita, Prodi, l'esempio di Delors, «che è sempre stato leader del suo partito, ne è l'attuale presidente e si ricandiderà a Lussemburgo. Si è chiarito un principio importante, per il resto sarà una mia decisione». Una decisione su cui peseranno anche gli orientamenti dei suoi grandi elettori alla presidenza della Commissiono Ue. Oggi, Prodi incon¬ trerà Tony Blair e Gerard Schroeder ed è scontato che nei colloqui si parlerà anche di questo. Prima di rituffarsi in Europa, Prodi ha incoronato Flavio Delbono e la lista dell'Asinelio sotto le Due Torri: «E' un supporto indispensabile per la vittoria elettorale del centrosinistra a Bologna. Auguroni, Flavio».
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