Doveri coniugali, il primo «sì» non basta. Meglio vincere con la nonviolenza

Doveri coniugali, il primo «sì» non basta. Meglio vincere con la nonviolenza LETTERE AL GIORNALE Doveri coniugali, il primo «sì» non basta. Meglio vincere con la nonviolenza Non si deve separare l'affetto dal sesso Ilo letto con sgomento una notizia brevemente riportata su La Sterni pu del 19 marzo, in cui si evidenzia che agli occhi della nostra illustrissima Corte Suprema di Cassazione al marito, «in bianco» per 20 anni perché la moglie si sottrae ai cosiddetti «doveri coniugali», non possa essere addebitata colpa per la separazione. A mio parere, il matrimonio in questo caso poteva considerarsi nullo ben vent'anni prima, aspettandosi questo marito prestazioni sessuali come credito perenne riscuotibile dalia propria moglie per la sola forza di un vincolo coniugale, di due «sì» detti di fronte ad un sacerdote. Non ha capito il poverino che da ventanni il matrimonio non esisteva pili in quanto sua moglie non lo amava e quindi proprio per coerenza si rifiutava di adempiere ai cosiddetti «doveri coniugali»? Siamo nel 1999, non abbiamo ancora capito che non si deve disgiungere l'affetto dal sesso? Amore vuol din: stima, affetto, desiderio, e solo questi sentimenti provati da entrambi portano a unire due persone: se ai giovani insegnassimo, non solo con le parole e con film sdolcinati, ma anche con i fatti, che è giusto faresesso solo se unito al sentimento provato da entrambi, si eviterebbero molte delle pretese ingiustificate, in alcuni casi persino stupri, indubbiamente si eviterebbe la prostituzione o si conoscerebbe veramente la gioia di vivere, la serenità, la felicita che anche il sesso tra due persone davvero innamorate rappresenta. Giovanna Maura Morando Torino Il fumo nelle scuole dev'essere proibito Mentre molti uomini hanno smesso e smettono di fumare, aumenta, ahinoi!, il numero delle donne «col vizio». Si notano ovunque, purtroppo, è un segno dei tempi, tempi di profonda decadenza e di infimo senso civico. La legge sul divieto di fumo, nel Paese del diritto, è stata pensata per non essere osservata. Ciò che più rattrista, poi, è vedere fumare le insegnanti nelle scuole. Ne ho viste tante, accompagnando spesso mia moglie docente nelle scuole medie inferiori - mentre fumano beate nei corridoi, nelle aule dei professori e durante i vari consigli, incuranti del fumo passivo che quotidianamente dispensano a boccate piene, ai loro colleglli non fumatori, agli alunni e al personale non docente. Non dico che bisogna concretizzare una campagna contro il fumo all'americana, ma almeno non si fumi nelle scuole e, quindi nei locali pubblici. Non si sopporti il fumatore incallito per «quieto vivere» lo si inviti a non fumare, e, se non ne vuol sapere, lo si denunci senza tentennamenti. Tonino Loppi no Sapri (Salerno) Ogni violenza è ingiusta Ogni guerra, come ogni violenza (le guerra è la più atroce delle violenze), è ingiusta e non pertinente all'umanità. Non c'è argomento che tenga, l'atto violento è ingiusto, è disumano (non umano). Su questo sono tutti d'accordo i nostri teorici (Tolstoi, Gandhi, Russell, Capitini). All'atto violento, che pur permane a questo grado di sviluppo, va contrapposto non un altro atto violento, ma un atto nonviolento. Infatti, siccome «violenza produce violenze e un'entità non può che riprodurre se stessa» (Capitini), non si conclude «granché» a scendere sullo stesso piano. Quindi, secondo logica siamo tutti d'accordo, la violenza è un negativo sia dal punto di vista di colui che la compie per primo sia dal punto di vista di colui che risponde con violenza di ritorsione. Allora? Noi proponiamo di opporre all'atto violento l'atto nonviolento. Esistono molti modi e metodi di tecnica nonviolenta per neutralizzare, isolare e vincere la violenza. Contro la violenza è preferibile la nonviolenza per questi quattro ottimi motivi: 1 ) il metodo violento (la guerra) riporta l'uomo alla «preistoria» e al «medioevo» della sua civiltà, 2) il metodo nonviolento è più efficace, ci sono tecniche (come le sanzioni, l'obiezione, lo sciopero, la non collaborazione, la dissob- bedienza ecc.) che sono risultate e risultano invincibili, 3) il metodo violento tende a eliminare (distruggere) l'avversario, quello nonviolento tende a recuperarlo, 4) l'avversario vinto con il metodo violento risulta declassato, degradato ad uno stadio di non umanità, l'avversario vinto con il metodo nonviolento conserva la sua umanità e dignità (è recuperato). E noi sappiamo che (buoni o cattivi) dobbiamo restare tutti uomini sulla stessa «barca esistenziale». Nazzareno Dulli, Perugia Movimento nonviolento Ifi Coordinamento nazionale promozione nonviolenza I confini ridisegnati col sangue dei profughi Sono stata a Scopje il sabato e la domenica di Pasqua. Quando al rientro ho letto i giornali mi sono chiesta ma dove vanno giornalisti, fotografi, operatori quando non sono aJ piano bar di un albergo a 5 stelle a bere gin tonic e canticchiare Imagine di John Lennon? Perché nessuno si chiede cosa ha ottenuto la Nato, l'Europa, noi, dalla Macedonia in cambio del silenzio? Io quei 30/40/50 - mila più mila meno (cosa sono poi i numeri senza nomi e cognomi in questo mondo di carta straccia) - ce li ho tutti sulla coscienza. E non posso dormire. Perché ho la colpa di essere rimasta senza parole, perché tutto quello che ho saputo fare è stato scoppiare a piangere nei cessi di un aeroporto e pensare ad Alex Langer (dove sono tutti quelli che al tuo funerale piangevano? Non sceglierai neanche più un albero da frutto per impiccarti una seconda volta). Non saprò perdonarmi per non aver insistito, per avere abbassato la testa olla legge del ritmo televisivo, dell'audience, della teoria della comprensibilità del messaggio, quando ho lasciato sbrindellare le mie interviste in cui gente sconosciuta diceva: qui stanno ridisegnando i nostri confini con il sangue dei profughi del Kosovo, dei Serbi di Belgrado, dei Macedoni: di numeri senza nome e senza neanche la possibilità di diffondere le loro verità e le loro menzogne sui media di tutto il mondo. Non mi saprò perdonare perché ho dormito frattaglie di notti abitate da incubi, invece di scrivere, scrivere, scrivere e piangere a voce alta, come fa ./ asinina tutte le notti sotto le sirene a Belgrado, che mi dice che le mie parole sono quelle di un angelo, anche se sono vicino ad Aviano, ma non sa che io la tradisco perche lascio che anche le sue lettere vengano tagliate sui nostri giornali che si preoccupano di farci sapere che Maurizio Maggiani ha paura. Ho fatto come Bartleby lo scrivano, ma lui aveva delle ragioni valide. Ho appreso da una telefonata che il diario integrale di J asmina sarà pubblicato per intero su TV sonisi e canzoni. Ho detto ho capito e ho spento il telefono. Dal finestrino dell'aereo per Milano osservo campi coltivati con ordine, traffico intenso sulla tangenziale, panni stesi sui balconi delle case di periferia. Mi viene in mente che a 5 km dal campo della morte di Blace all'alba i contadini piantavano patate. Già, la vita continua, ma ora so che la sua linea corre parallela all'inferno. Petra Gualco L'importanza di votare il 18 aprile Vorrei sottolineare, in merito ad una mia intervista apparsa ieri sulla Stampa, come il titolo non corrisponda affatto al senso delle parole da me usate, peraltro riportate con precisione e correttezza da Giudo Tiberga. Il senso complessivo dell'intervista voleva esattamente evidenziare l'importanza della partecipazione al voto del 18 aprile. Le mie parole volevano solo porre l'accento sul fatto che certi argomenti demagogici usati da alcuni esponenti del Sì contro i partiti (come evidenziato, appunto, da certi slogan che si leggono per le strade), spingono al qualunquismo più che olla partecipazione e non stimolino affatto una parte dell'elettorato che alla politica si appassiona e che nei partiti ripone fiducia. L'appello per il Sì al referendum deve andare in direzione del miglioramento del sistema politico italiano, della riforma della politica e non contro la politica. Il senso della mia intervista era esattamente questo. On. Pietro Polena, Roma S- I LA STAMPA" ? ,f Via Marenco 32,10126 TORINO fax 011 -6568924 ! e-mail Iel1ere@lastanipa.lt Imnmimm mmmmmnmmmmmmwv». ..

Persone citate: Alex Langer, Capitini, Gandhi, Giovanna Maura Morando, John Lennon, Maurizio Maggiani, Petra Gualco, Tiberga, Tonino Loppi