L'alpinismo? Nasce dal Risorgimento Parola di Quintino Sella scalatore di Enrico Camanni
L'alpinismo? Nasce dal Risorgimento Parola di Quintino Sella scalatore iiai Liane ai «morii® L'alpinismo? Nasce dal Risorgimento Parola di Quintino Sella scalatore Enrico Camanni TRA i tanti primati più o meno noti, più o meno fortunati, Torino è stata anche la madre dell'alpinismo. Lo certifica il rito ultrasecolare di dedizione alla montagna che per molti torinesi è diventato una specia di religione laica, uno stile di vita, una pelle di riserva, profondamente sentito e profondamente radicato nella cultura subalpina. Da Quintino Sella in avanti, con la parentesi beata di Pier Giorgio Frassati, ogni famiglia degna di rispetto ha avuto il suo rampollo scavezzacollo dedito all'irragionevole ma virtuosa passione per le cime. Eppure pochi sanno che l'alpinismo torinese, e dunque l'alpinismo italiano nacque dal riscatto della giovane classe dirigente sabauda contro la supremazia alpinistica degli stranieri, come lascia intendere Quintino Sella, deputato del giovane Regno d'Italia, dopo aver finalmente calcato la vetta del Monviso nell'estate del 1863. «Ei mi pare che non ci debba voler molto per indurre i nostri giovani, che seppero d'un tratto passare dalle mollezze del lusso alla vita del soldato, a dar piglio al bastone ferrato, ed a procurarsi la maschia soddisfazione di solcare in varie direzioni e sino alle più alte cime queste meravigliose Alpi, che ogni popolo ci invidia». L'alpinismo è come la naturale prosecuzione delle battaglie risorgimentali, anche se gli usurpatori non sono più gli austriaci ma gli inglesi, e i nuovi sacerdoti del Club alpinio italiano portano l'alpcnstock e non il fucile. Tutto questo scaturisce dall'accurato libro di Pietro Crivellare edito dalla DI l\ I IMUNA SALMA1.1. Il 1 * A * IH* 1 vQuintiUna salitaLettera a Barto(a cura di PieTarara170paginepiccola editrice Tarara di Verba- I SI I I \ L MONVISO -<J '.W'illl o Sella al Monviso omeo Gastaldi ro Crivellare)) Edizioni 24.000 lire nia, che non si Umita a ripubbhcare la storica lettera del Sella indirizzata a Bartolomeo Gastaldi «Una salita al Monviso» -, ma si spinge oltre le consuetudini ricostruendo i ruob dei personaggi, le tensioni ideali, i giochi di potere del tempo. Saltano all'occhio di oggi le connessioni tra la visione sociale, l'intraprendenza economica e la competenza scientifica, ben impersonate dal Sella che era un leader politico emergente, un protagonista della ricca borghesia laniera biellese, ma anche mineralologo e scienziato conosciuto in mezza Europa. Il Club alpino italiano scaturì da un preciso connubio di valori romantici, mediati dal rigore della tradizione liberale, e di residue motivazioni illuministe che tentavano di definire le Alpi prima di farne un «terreno di gioco». Nel 1863, l'anno dell'ascensione al Monviso e della fondazione del Club alpino al Castello del Valentino, è già evidente che gb interessi scientifici sono destinati a consumarsi tra le fiamme della nuova passione alpinistica, e anche il Sella ha già conosciuto il piacere dell'andar per monti senza l'alibi un po' ipocrita della scienza. Tutto diventerà ancor più chiaro di lì a due anni quando, nell'estate cruciale del 1865, scoppierà la febbre per l'ascensione del Cervino, «il più nobile scoglio d'Europa». Febee Giordano, l'inviato di Quintino Sella con licenza di scalata, dovrà inchinarsi ancora una volta alla supremazia straniera di Edward Whymper, ma il Cervino inaugurerà comunque l'epoca dell'alpinismo moderno, del turismo, delle guide alpine. Per gli alpinisti, la scienza resterà un ricordo dell'il- luminismo. DI l\ I IMI SI I I \ UNA SALMA AL MONVISO 1.1. Il 1 * A * IH* 1 v 4 . -<J '.W'illl Quintino Sella Una salita al Monviso Lettera a Bartolomeo Gastaldi (a cura di Pietro Crivellare)) Tarara Edizioni 170pagine, 24.000 lire
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