Spumanti verso il Duemila di Sergio Miravalle

Spumanti verso il Duemila Le aziende si preparano al grande business del brindisi di fine secolo Spumanti verso il Duemila Nel mondo il secondo posto è tricolore Sergio Miravalle inviato a VERONA Gli autografi al Vinitaly si firmano sulle etichette delle bottiglie. E' accaduto ieri ad Eugenio Finardi, accadrà oggi ad Alex Britti, atteso con trepidazione da tante figlie di produttori che accorrono al padiglione dell'Asti e della Franciacorta, da dove trasmette in diretta una postazione di Radio Rtl 102. «Lo spumante è festa e ci è parso giusto abbinarci ai giovani», commentano al Consorzio dell'Asti, tornato in forze alla rassegna di Verona. E' una delle tante strategie di avvicinamento all'atteso evento del 31 dicembre 1999, quando milioni di tappi salteranno per la salutare l'arrivo del nuovo secolo. A Verona si colgono gli echi della grande competizione che nel mondo equivale ad almeno 700 milioni di bottiglie. I francesi ne controllano poco meno della metà e con la Sopexa, l'organismo che cura l'immagine dell'export d'Oltralpe, sono schierali con le più importanti marche di Champagne. Gli spagnoli puntano con crescente convinzione sui Cava, ma ci sono anche tedeschi, cileni, californiani, australiani, perfino brasiliani pronti cogliere la sfida all'ultimo tappo. E l'Italia: con 220 milioni di bottiglie l'anno siamo il secondo Paese produttore mondiale di spumanti, ma proprio questa parola pare orinai ripudiata da molti produttori. «E' un termine inflazionato che non aiuta a distinguere la qualità e ci inette sullo stesso piano di certi vini guzosa di basso costo», spiega il direttore del Consorzio della Franciacorta Gianpietro Coinolli. «Anche per questo noi abbiamo vietato di usare in etichetta il termine vino spumante. Puntiamo sul nome della zona di origine e al Vinitaly ci siamo alleati con l'altra grande docg italiana: l'aromatico Asti». Nelle strategie commerciali in vista del Duemila spuntano anche le serie speciali e le superbottiglie: magnimi e jeroboam (3 litri) esclusivi ottenuti da una cuvée del 1995 sono propo¬ sti dalla Ferrari di Trento. La Berlucchi ha affidato una bottiglia-scultura ad Arnaldo Pomodoro e la propone in serie limitata a 150 pezzi al prezzo di sette milioni l'ima, davvero un brindisi da non dimenticare. E a proposito di eventi, c'è attesa per la sfilata che stasera vedrà in passerella come modelle alcune donne del vino, in abbia namento all'Assomoda «Sfilerò con mia figlia Stefania», annuncia Giuseppina Viglierchio, produttrice di Brachetto con Vini Banfi. Fra le testimonial dell'iniziativa anche la giornalista Cristina Parodi, madrina delle donne del vino della Toscana. La stilata ha uno scopo benefico: l'incasso della serata andrà all'associazione per le adozioni dei bimbi a distanza. Una scelta che è diventata di stringente attualità «E non avrebbe potuto essere altrimenti - conclude Giuseppina Vigliercbio -, produciamo vino, ma non ci dimentichiamo di quanto tragicamente accade attorno a noi».

Persone citate: Alex Britti, Arnaldo Pomodoro, Berlucchi, Brachetto, Cristina Parodi, Eugenio Finardi, Giuseppina Vigliercbio, Giuseppina Viglierchio, Vini Banfi

Luoghi citati: Italia, Toscana, Trento, Verona