Figlio di un impresario beffa i rapitori

Figlio di un impresario beffa i rapitori Lo attendevano vicino a casa: è riuscito a scappare innestando la marcia della sua Maserati Figlio di un impresario beffa i rapitori Olbia, terzo fallimento dell'Anonima Corrado Grandesso OLBIA L'Anonima sequestri ci ha riprovato. E gli è andata ancora male, per la terza volta consecutiva negli ultimi mesi. La vittima designata si è accorta della trappola che gli si chiudeva attorno, ha pigiato sull'acceleratore della Maserati che si apprestava a parcheggiare vicino a casa, l'ha usata quasi come ariete per farsi largo e ha seminato i fuorilegge che si erano lanciati all'inseguimento. E' accaduto ieri a Olbia, zona ormai riserva di caccia delle bande di ladri d'uomini. Il bersaglio era Mario Simplicio Asara, 25 anni, universitario a Roma, prossimo al matrimonio, figlio di un impresario edile originario della Maddalena. Il nuovo flop dei rapitori è maturato nelle strade di Olbia deserte e illuminate dai lampioni pubblici. Erano le 4,30, il giovane si dirigeva verso la sua abitazione al volante della Maserati biturbo nera, dopo aver accompagnato a casa un amico con il quale aveva fatto le ore piccole in discoteca. «Da qualche tempo - racconta con tono teso, il volto che tradisce la tensione - mi ero accorto di movimenti sospetti, auto che mi seguivano. Ero andato alla polizia per segnalarlo. Stia tranquillo, mi avevano detto, spiegandomi che avrebbero fatto controlli. Così, l'altra notte, quando passando davanti a casa ho visto due individui davanti all'edificio e un terzo dentro un'auto in attesa, mi sono insospettito. Poi - continua - ho notato che avevano il viso coperto e ho capito. Quello che era seduto sulla vettura è balzato fuori e s'è lanciato verso la mia macchina, tentando di aprire lo sportello. 0 va o non va, mi son detto. Ho premuto l'acceleratore a fondo e la Maserati è scattata avanti, la sua potenza mi ha salvato. Ho cercato anche di travolgere l'aggressore, ma l'ho solo colpito con lo specchietto retrovisore destro. Qualcuno s'è lanciato al mio inseguimento a bordo di un'auto di grosse dimensioni ma sono riuscito a seminarlo». Raggiunta una zona sicura, il giovane ha chiamato col cellulare il 113 lanciando l'allarme. Un'auto della polizia l'ha raggiunto vicino all'ospedale. E' scattato il dispositivo antisequestri, con posti di blocco sulle strade, soprattutto quelle che conducono nelle zone montagnose della Barbagia. Ma del commando non è stata trovata traccia, solo qualche orma davanti all'abitazione e due nastri di plastica che dovevano essere utilizzati per immobilizzare il giovane. Poi è stata recuperata nel Nuorese un'Alfa rubata venerdì a Olbia. La ricostruzione fatta dal mancato ostaggio ha posto interrogativi agli inquirenti. Intanto poiché la banda non ha preso alcuna precauzione, in pieno centro di Olbia, attendendo la vittima davanti alla villa. «Sapevano - dice lo studente - che di solito parcheggio lì. Solo di recente l'ho fatta lucidare, per utilizzarla a fine mese per il matrimonio e quindi la metto al coperto, in garage». Banditi troppo sicuri di sé, o sprovveduti? Un ufficiale dei carabinieri ha parlato di ipotesisequestro ancora da verificare, al¬ tri investigatori hanno proposto una pista alternativa, quella cioè che l'obiettivo dei rapitori potesse essere l'amico che l'universitario aveva appena accompagnato a casa. Chi fa fatica ad accettare l'idea d'essere entrato coi familiari nel mirino dell'Anonima è il padre dello studente, Paolino Asara. «Se sia¬ mo sequestrabili noi - sostiene - allora lo sono tutti. Certo, io sono un impresario, ma di questi tempi si lavora per vivere, non per guadagnare. Quanto credono che avrei potuto pagare?». La valutazione dei banditi era evidentemente diversa, anche se l'imprenditore viene considerato a Olbia un benestante e non un Paperon de' Pape- roni. 11 «colpo» andato a male ieri rappresenta il terzo smacco per i sequestratori. Stavolta è stata decisiva la prontezza di spirito della mancata vittima e la potenza della sua auto. Lo scorso settembre fu invece un cagnolino da salotto a mettere in guardia madre e tigli;» che fecero in tempo a barricarsi nella villa di Porto Taverna mentre i fuorilegge tentavano di farvi irruzione. In ottobre un coltello a serramanico salvò un agricoltore preso in ostaggio nella zona di Olbia, dopo che i malviventi avevano legato il figlioletto a un albero. Con la lama riuscì a forzare la serratura del bagagliaio nel quale era stato chiuso e a saltar giù. «Da tempo mi accorgevo di essere pedinato. Lo avevo segnalato anche alla polizia» Nelle vicinanze della villa trovati alcuni nastri: forse servivano per immobilizzarlo A sinistra Mario Simplicio Asara, il giovane sfuggito al tentativo di sequestro, parla con gli inquirenti A destra, posti di blocco alla periferia di Olbia

Persone citate: Corrado Grandesso, Mario Simplicio Asara, Paolino Asara

Luoghi citati: Olbia, Roma