Una Pasqua normale: la sfida di Belgrado
Una Pasqua normale: la sfida di Belgrado Milosevic: ricostruire subito. Bombardati due ripetitori, black-out televisivo al Nord e al Sud sfidato in contemporanea i passanti, incuranti degli allarmi. In migliaia hanno partecipato anche ieri al concerto nella piazza della Repubblica, che aveva in programma, anziché musica rock, antichi canti pasquali. C'erano molti anziani, con in mano ceri accesi. E sul palco campeggiava un'icona di San Gabriele Arcangelo, anche lui marchiato con il bersaglio bianco e nero. Nella cattedrale si sono cele- brati i riti della vigilia di Pasqua e si è pregato per la fine della guerra, o almeno per ima tregua. Sul fronte più frivolo, c'è stata una sfilata di moda, con belle ragazze in abiti del medioevo serbo. E tutti hanno fatto le spese per il tradizionale pranzo di Pasqua, a base di uova sode e agnello. Il presidente Milosevic, dopo ima sorta di consiglio di guerra con i vertici del governo federale, di quello serbo e delle forze armate, ha fatto diffondere dai media un suo comunicato, nel quale ha chiamato il popolo all'eroismo. «In queste circostanze non possiamo accontentarci di ristdtati mediocri nel lavoro, come in tempo di pace. I ristdtati devono essere all'altezza delle difficoltà, devono essere più grandi e migliori. In questo momento devono sforzarsi in modo particolare gli esperti di costruzione». Quindi ha dato ordine di accelerare i lavori per riparare le case distrutte dalle bombe e ha dato direttive al suo premier, Mirko Marjanovic, per «risolvere i problemi economici e sociali» degli operai delle fabbriche Zastava e Svoboda, anch'esse distrutte dai raid aerei. Un ripetitore della Srt e stato centrato da una bomba a Novi Sad, a Nord di Belgrado, oscurando la tv serba. E venerdì notte, secondo Bei- grado, sarebbe stata distrutta la stazione televisiva della Srt che trasmette il suo segnale in Kosovo. Secondo la Nato, invece, il bersaglio colpito era in realtà tui centro di trasmissioni radio militare L'incaricato d'affari di Belgrado negli Stati Uniti, Vladislav Javanovic, ha subito protestato. Dal canto loro, però, i vertici militari di Belgrado avevano chiesto al governo del Montenegro, partner della Serbia nella Federazione .Iugoslava, di proibire a quattro emittenti locali la diffusione di programmi occidentali. Ma il Montenegro ha respinto la richiesta «Non esiste nessun fondamento per una tale misura restrittiva - afferma il ministero montenegrino dell'Informazione -. Nessun mezzo di informazione ha finora danneggiato il sistema di difesa del Paese né le capacità di risposta dell'esercito jugoslavo», le. st.] II Montenegro respinge la richiesta dei militari di oscurare i programmi occidentali pbpsocZstcaseIUnzgdsmng Svetozar Gligorlc, campione di scacchi, in piazza a Belgrado per protesta contro la Nato. Sopra il sito Internet del capitano Dragan BELGRADO _ Oggi, diciannovesimo giorno consecutivo di bombardamenti, Belgrado festeggia la Pasqua ortodossa. Migliaia di persone hanno preparato, per sfilare in corteo nelle vie del centro, fasce gialle da applicare al braccio, come quelle che i nazisti tedeschi facevano portare agli ebrei. Ma anziché la stella di Davide, portano i cerchi bianconeri del bersaglio, diventati uno dei simboli della resistenza serba. A mezzanotte il patriarca serbo ortodosso ha celebrato la messa in una chiesa di Zemum, un sobborgo della città, sulla riva destra del Danubio. La vita non si arresta. Anzi, continua con spavalderia. Le sirene d'allarme e di cessato allarme sono ormai un'abitudine e non incrinano la quotidianità. Nel parco e lungo la Knez Mihajlova, il passeggio non si Una Pasqua normale: la sfida di Belgrado Alla processione e in piazza con i cerchi del bersaglio interrompe neppure sotto l'allarme aereo. E nessuno rinuncia a festeggiare la Pasqua - presto potrebbero arrivare le tessere annonarie, come accadrà da lunedì a Lirot, nel Sud della Serbia - o a protestare in piazza contro le bombe con la consueta ironia. Lo slogan di ieri era «Stop alla Nato, scacco matto alla Nato». File e file di tavolini sono stati portati in strada, ognuno con ima scacchiera, e una ventina di maestri hanno
Persone citate: Gabriele Arcangelo, Milosevic, Mirko Marjanovic, Svoboda, Vladislav Javanovic
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