«Rugova costretto a vedere Milosevic»

«Rugova costretto a vedere Milosevic» «Rugova costretto a vedere Milosevic» Emanuele Movazio cornsoonflente a BGM L'incontro fra Milosevic e il leader moderato degli albanesi nel Kosovo, Ibrahim Rugova, era una messinscena. Gli ultimi dubbi in proposito sono stati cancellati dall'inviata dello Spiegel a Pristina, Renate Elottau. che dal 31 marzo al 5 aprile ha vissuto in casa di Rugova spacciandosi per un'arnica di famiglia: relegata in una stanza al primo piano insieme con il leader kosovaro, sua moglie Fana, i tre figli e altre 11 persone (fra loro anche un bambino di 8 mesi), mentre poliziotti serbi occupavano il pianterreno e il secondo piano, e la casa era circondata da blindati e soldati di Milosevic, Renate Flottau racconta la sua permanenza a Pristina «dove regna l'anarchia» e «le bande serbe di Arkan aiutate dalla polizia serba rastrellano sistematiche le case albanesi» - in un drammatico reportage che comparirà domani sul settimanale tedesco. Mentre all'esterno i blindati prendono posizione, poche ore dopo il suo arrivo, «la macchina della propaganda si mette in moto: Rugova deve farsi riprendere dalle telecamere di regime che vogliono mostrare al mondo che sta bene ed e un uomo libero». Lo avvertono che e inutile far dichiarazioni inopportune: non saranno mandate in onda. E' soltanto l'inizio di un'offensiva mediatica che ha il suo culmine nell'incontro con Milosevic, a Belgrado. Il leader albanese viene prelevato al mattino del primo aprile dalla polizia serba: «Quando torna e visibilmente distrutto. Milosevic lo ha utilizzato come strumento propagandistico senza fargli proposte concrete». Durante il colloquio, racconta Rugova che per lo sconforto e l'irritazione non riesce a sedersi, il leader jugoslavo «ha imprecato contro Clinton e il mediatore americano Holbrooke ma soprattutto il cancelliere Schroeder. Se ci fosse stato ancora KobI la Nato non avrebbe mai bombardato la Jugoslavia», sostiene Milosevic, che garantisce all'ospite forzato: «La nostra gente farà in modo che non le sia torto un capello». Rugova di- ce di essere stato costretto a firmare un comunicato nel quale si auspica una soluzione della crisi «con mezzi politici». «Soltanto una frase, non significa niente, Milosevic gioca con me come il gatto con il topo, vuole farmi passare per un traditore del mio popolo», commenterà più tardi il leader albanese «furibondo e depresso», ma soprattutto «scioccato per aver visto soltanto villaggi vuoti e neppure un cane, sulla strada di Belgrado». Due giorni dopo, Ibrahim Rugova chiede all'inviato di Milosevic di potersi trasferire in Macedonia: «Quando vuole, lei è un uomo libero», è la risposta. «Ma stia attento, la strada è piena di serbi furibondi». Ibrahim Rugova, ostaggio di Milosevic

Luoghi citati: Belgrado, Jugoslavia, Kosovo, Macedonia