In ritardo gli elicotteri sterminatori di Franco Pantarelli

In ritardo gli elicotteri sterminatori Un giallo sull'invio degli «Apache» in Albania. L'America manda altri bombardieri in Europa In ritardo gli elicotteri sterminatori E 9 parlamentari scrivono a Clinton: via alle truppe di terra Franco Pantarelli NEW YC«X Erano partiti dubbiosi, sono tornati sicuri per salvare la gente del Kosovo ci vogliono le truppe di terra, specialmente ora che si è saputo che gli elicotteri tApache» non arriveranno sul posto che fra un mese, se va bene. Undici fra deputati e senatori americani hanno visitato nei giorni scorsi le «zone di operazioni» in Europa al seguito del segretario alla Difesa William Cohen. Hanno incontrato gli ufficiali del quartier generale della Nato a Bruxelles, hanno fraternizzato con i soldati in Italia e in Germania e al loro ritorno a Washington nove di loro hanno deciso di scrivere una lettera formale a Bill Clinton per esortarlo a smetterla di escludere l'uso di truppe di terra. «Svegliati America, l'Europa e in guerra e noi ci siamo dentro», recita alla tv Steve Buyer, un deputato repubblicano del Rhode Island che e un po' l'animatore dell'iniziativa Non è che i firmatari della lettera vogliano un invio di truppe immediato; solo non gli piace l'ostinazione con cui Clinton esclude quella eventualità Alla Casa Bianca e al Pentagono, come si sa, negano perfino che ci siano dei piani allo studio, e la lettera dei parlamentari si concentra proprio su questo. «Riteniamo saggio - dice il testo - che gli Stati Uniti chiedano alla Nato di preparare piani per missioni militari aggiuntive, compreso l'uso di forze di terra nell'eventualità che risulti necessario per raggiungere l'obiettivo principale: impedire l'opera di genocidio di Milosevic nel Kosovo». E anche per quanto riguarda l'andamento della guerra, aggiungono, e bene che l'amministrazione «sottolinei il punto che gli sforzi della Nato possono richiedere ancora settimane o mesi per avere successo» ed è bene che «il pubblico americano sia meglio preparato alla possibilità di perdite». Insomma, anche se prima del lancio dell'operazione mugugnavano ed esprimevano dubbi, ora che l'azione e in corso è necessario il famoso «a la guerre cornine a la guerre». Fra i firmatari della lettera, oltre a Buyer, ci sono repubblicani come John McCain, candidato alla '(nomination* del suo partito per la casa Bianca, e «chntoniani» convinti come Cari Levin, senatore democratico del Michigan. Ma dovranno vedersela con gli «irriducibili» che per lunedi hanno già pronta una mozione che blocca i fondi per qualsiasi spedizione di truppe di terra a meno che non sia specificamente approvrata dal Congresso. «Dovremmo avere imparato - dice Roy Blunt, un deputato repubblicano - che non possiamo risolvere tutti i problemi del mondo con le nostre truppe». Clinton continua a resistere all'idea delle truppe di terra. un po' per paura di restare «impantanato» e un po' per timore che l'alleanza Nato non regga. Ma la pressione su di lui minaccia di farsi più forte per almeno due ragioni. Una è che lunedi il Congresso, dopo due settimane di chiusura, torna in sessione e le voci sparse avranno modo di coagularsi; l'altra è la novità di cui si diceva, e cioè che gli elicotteri «Apache», considerati i più adatti ad attaccare le La foto distribuita ieri daJla Nato per testimoniare le distruzioni compiute dai serbi nel villaggio di Pnlea in Kosovo truppe serbe in Kosovo, saranno sul posto molto più tardi del previsto. Le ragioni di questo ritardo non sono del tutto chiare. C'è chi (il «New York Times» di ieri) dice che c'è un problema logistico, nel senso che l'aeroporto di Tirana, in cui gli elicotteri dovrebbero fare base, è «intasato» dai ponti aerei umanitari; chi (una fonte anonima del Pentagono) accampa problemi organizzativi che «non consentono di avere sempre tutto istantaneamente», e chi (ancora il Pentagono, ma stavolta attraverso il suo portavoce ufficiale, Ken Bacon) dice che è una scelta del generale Wesley Clark, secondo il quale gli «Apache» potrebbero essere «vulnerabili all'antiaerea serba, che è ancora robusta». Questo non spiega perché il generale Clark abbia chiesto quegli elicotteri già due setti¬ mane fa, ma Bacon non si fa impressionare da queste sottigliezze. «Quando il momento di usarli verrà - ha detto gli Apache saranno pronti sul posto». In compenso arriveranno rapidamente «decine» di altri aerei, da aggiungere ai circa 600 (metà dei quali americani) che attualmente stanno bombardando la Serbia. L'autorizzazione a partire, per loro, è stata annunciata ieri.