«La Russia spinga Milosevic a dire sì all'Onu» di Francesco Grignetti

«La Russia spinga Milosevic a dire sì all'Onu» Giallo sulla comunità S. Egidio: incaricata o solo incoraggiata dal governo a trattare con i serbi? «La Russia spinga Milosevic a dire sì all'Onu» D'Alema chiama Primakov e Elisiti: continuate a mediare Francesco Grignetti ROMA La speranza della pace ormai passa per l'Onu e senza dimenticarsi della Russia «che può ottenere da Belgrado - secondo Massimo D'Alema - una chiara accettazione dell'appello di Annan e aprire una via realistica alla ricerca di una soluzione di garanzia internazionale che potrebbe svolgersi sotto l'egida delle Nazioni Unite». Anche ieri è stata una giornata intensa di contatti telefonici per palazzo Chigi. D'Alema ha parlato con Eltsin e Primakov, a Mosca. S'è sentito di nuovo con Chirac, a Parigi. E con Solana, segretario generale della Nato. Con ciascuno degli interlocutori il nostro presidente del Consiglio ha caldeggiato la mediazione offerta dal segretario generale dell'Onu, Kofi Annan. Parlando con i leader russi, oltre al sostegno per l'appello di Annan, D'Alema ha insistito sul «ruolo attivo che la Russia può avere nei confronti del governo di Belgrado». «Non è stato un colloquio facile - ha poi spiegato D'Alema, parlando delle telefonate con Mosca - ma non c'è volontà di rottura con l'occidente. Io spero che riescano a convincere Milosevic ad accettare le proposte avanzate dall'Onu». Con Chirac e Solana, invece, le conversazioni «hanno consentito una valutazione comune dei rispettivi contatti». Come spiega il ministro del Commercio con l'estero, Piero Fassino, «l'Italia intende sostenere in tutti i modi l'iniziativa diplomatica del segretario generale dell'Onu perché è una proposta seria e ragionevole». Ma nella ricerca di vie diplomatiche per uscire dalla crisi, nasce un piccolo pasticcio tra le due sponde del Tevere. Don Paglia, il sacerdoteambasciatore di Sant'Egidio, è stato «incaricato» oppure soltanto «incoraggiato» dal governo italiano di andare a Bel¬ grado per trattare con Milosevic? «Sant'Egidio non ci rappresenta e si trova a Belgrado su incarico delle autorità italiane», fa sapere con tono asciutto la Santa Sede. Risposta secca del braccio destro di D'Alema, il sottosegretario alla presidenza Marco Minniti: «Non abbiamo dato alcun incarico. Ovviamente guardiamo con interesse all'iniziativa di don Paglia». Ma intanto la comunità di Sant'Egidio, dove si porta avanti una diplomazia parallela a metà tra Farnesina e Vaticano, teneva a precisare che «la missione si è svolta sotto gli auspici delle autorità ita¬ liane, le quali hanno fornito il supporto logistico per il viaggio e il sostegno delle ambasciate d'Italia a Zagabria e Belgrado». Di qui una ulteriore nota di Minniti, a parziale correzione della prima: «Il governo italiano ha incoraggiato la missione di don Paglia offrendogli supporto logistico». E comunque la missione di mons. Paglia non è andata a buon fine. Hanno prima incontrato il leader pacifista Rugova e poi hanno chiesto alle autorità di Belgrado di lasciarlo uscire dal Paese. Ma niente da fare. «Le autorità di Belgrado hanno preso atto della richiesta e non hanno finora as- sentito». Intanto, mentre anche ieri a Roma si teneva una imponente manifestazione a favore della pace indetta dal quotidiano «Il Manifesto» e da Rifondazione comunista, i Verdi si sono spaccati sulla guerra. Il ministro dell'Ambiente, Edo Ronchi, ha scritto a «Il Manifesto» una lettera di dissociazione al governo: «Vi ricordo di aver preso posizione contro l'intervento militare della Nato, a differenza dei verdi francesi e tedeschi. Se pensate di produrre un'iniziativa politica utile alla pace, fiancheggiando solo Bertinotti e mettendo i verdi francesi e tedeschi tra i "quasi bellicisti", siete proprio fuori strada. Produrrete solo un piccolo recinto ininfluente e non utile alla causa della pace». I verdi si avviano al loro consiglio federale molto divisi sul tema della guerra. Restare o no nel governo? Si confrontano per ora tre mozioni. In ognuna si parla di «uscire dal governo». Ma in definitiva è solo Paolo Cento che insiste sull'ipotesi «di ritirare la partecipazione dei verdi dal governo e dalla maggioranza se dal dibattito parlamentare non dovesse emergere dal governo una decisione autonoma, coerente con la necessità di sospendere subito i bombardamenti Nato». Il premier «Non sono stati colloqui facili Ma Mosca non ha alcuna intenzione di rompere con l'Occidente» Nuovi appelli per far espatriare RUgOVa Soldati dilani aiutano profughi kosovari in un campo albanese Il premier Massimo D'Alema