Ma perché colpire i nemici di Nerone? di Enzo Bettiza
Ma perché colpire i nemici di Nerone? TACCUINO SLAVO Ma perché colpire i nemici di Nerone? Enzo Bettiza ; i CHE senso hanno avuto, che senso hanno le bombe e i missili lanciati contro il Montenegro, proprio nel momento in cui i massimi rappresentanti del governo montenegrino stanno dissociandosi e polemizzando aspramente con Milosevic? Perché tirarsi la zappa sui piedi colpendo la componente libelli1 della Federazione jugoslava? Perché non dare una mano, anziché un ottuso colpo in testa, al presidente montenegrino Milo Djukanovic, al suo vice primo ministro Novak Kilibarda, al ministro degli Esteri Branko Perovic? Essi, che costituiscono il giovane e lucido gruppo dirigente dello Stato montenegrino, salito al potere con libere elezioni nonostante"' brogli e le minacce di golpe dei servi locali di Belgrado, in questi giorni di fuoco definiscono «Nerone» il tiranno belgradese: ma, nello stesso momento, avvertono l'Occidente di non seguitare a prendere lucciole per lanterne. Secondo Kilibarda e stato per esempio un grave errore politico attaccare le postazioni militari federali, cioè serbe, intorno alla capitale Podgorica: «La Nato, colpendo obiettivi sbagliati, sembra soccorrere il Dio del male che continua a regalare punti a Milosevic». Il ministro di Podgorica ha sacrosanta ragione Quelle bombe inutili, anzi dannose, sono state un grosso uovo pasquale donato a colui che, dopo aver svuotato il Kosovo, vorrebbe ora spezzare la schiena al Montenegro Esse hanno tatto scendere in piazza cinquemila montenegrini filoserbi con parole d'ordine osannanti Milosevic Hanno l'atto perdere terreno agli indipendentisti, che qui da sempre si chiamano «verdi», e che la pensami come Kilibarda e il presidente Djukanovic. Tutti quelli che sognano un Montenegro autonomo, democratico, svincolato dalle fallimentari para¬ noie granserbe di Milosevic adesso si sentono come schiacciati tra l'incudine e il inanello L'incudine b Milosevic, che proclama lo slato di guerra anche a nome del Molitene grò senza consultare gli organi direttivi, il martello sono le bombe Nato che tecnicamente danneggiano qualche installazione serba, ma paralizzano un governo ostile all'imperialismo belgradese II Montenegro e oggi spaccato a metà. Su una popolazione adulta intorno al mezzo milione, 250 mila stanno ancora dalla parte «verde» di Djukanovic, gli altri dalla parte « rossoblu na» di Milosevic 11 Montenegro inoltre e vulnerabilissimo pei elle etnicamente, religiosamente, culturalmente rappresenta una componente estenla della nazione serba Non e come il Kosovo islamico, la Bosnia musulmana, la Croazia cattolica L'ortodossia, la letteratura, l'alfabeto cirillico, le guerre contro turchi e austriaci, lo uniscono da secoli intimamente alla Serbia Lo separa invece dalla Serbia la storia politica, Il trono della dinastia Petrovic usurpato dai Karadjordjevic, lo Stato indipendente assorbito prima dalla Jugoslavia monarchica poi dimenticalo da quella tiloista, infine rimanipolalo a proprio uso dalla Jugoslavia miloseviciana Con quest'ultima. Djukanovic non ci vuole slare. A meno die Li Nato, con le sue bombe più stupide, non lo cosi nnga a (negarsi o spezzarsi,
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