«Milosevic non riuscirà a ingannarci» di Andrea Di Robilant

«Milosevic non riuscirà a ingannarci» Ma nell'Amministrazione ormai è rissa sulla guerra, duri attacchi al segretario di Stato «Milosevic non riuscirà a ingannarci» Convocato vertice Usa-Russia Andrea di Robilant corrispondente da WASHINGTON «Milosevic pensa ancora di poter manipolare la situazione usando cinicamente la Conte come pedine. Spera che accetteremo i risultati della sua pulizia etnica. Non li accetteremo. Ciò che vediamo oggi non è nemmeno un parziali; adempimento delle nostre condizioni da parte di Milosevic, ma solo l'illusione di un parziale adempimento». Cosi il presidente Clinton chiude ogni spiraglio diplomatico dopo 48 ore di segnali confusi e ammiccamenti che non hanno avuto alcun seguito concreto. Anzi, il fallimento della missione cipriota per la liberazione dei tre prigionieri americani ha contribuito a rabbuiare il clima. Ma dietro le quinte l'Amministrazione continua a lavorare! per coinvolgere la Russia nella ricerca di uno sbocco diplomatico. Il Presidenti: non ha detto una parola a proposito delle voci poi rientrale di un possibili: posizionamento di missili russi contro Paesi Nato. V. la Casa Bianca ha cercato in ogni modo di minimizzare ieri le polemiche con Mosca sul Kosovo. Il segretario di Stato MadeIcine Albright ha chiamato il suo omologo Igor Ivanov per accertarsi chi; le voci (ossero infondati:. E i due - questo è lo sviluppo incoraggiante visto l'aria che lira - hanno deciso di vedersi la settimana prossima ad Oslo por uno scambio di idee su possibili vie d'uscita dalla guerra in Kosovo. Il pressing americano su Mosca aumenta mentre l'Amministrazione sembra faticare sempre di più per mantenere compatto il fronte interno. «Le azioni di Milosevic hanno rafforzato l'unità degli Alleati», ha assicurato ieri il presidente Clinton. Ma non sembrano aver rafforzato l'unità dell'Amministrazione, le cui guerre interne sono oggetto di scrutinio quotidiano da parte dei media americani. «Ormai tutti accusano tutti», scrive Thomas Eriedman sul New York Times. «Ogni giorno sui giornali leggiamo che i capi di stato maggiore se la prendono con la Albright per averli trascinati in un pantano. Il dipartimento di Stato accusa il Pentagono e gli Alleati. La Cia dice che aveva previsto che sarebbe andata male... Insomma, ragazzi, non potete aspettare la fine della guerra per darvi vicendevolmente addosso?». E dopo il Washington Post, che mercoledì aveva sparato a zero contro la Albright, anche il New York Times manda pesanti siluri contro il segretario di Stato: la sua stella è ormai «appannata», conta poco e nulla, e «la sua principale occupazione ormai consiste nei tener buoni gli italiani perché le loro basi sono fondamentali ma le loro opinioni sono vacillanti» - giudizio paradossale visto che la «tenuta» dell'Italia all'interno della Nato è stata superiore alle previsioni di molti qui a Washington. Ma in verità, nonostante i mugugni dei militari che accusano i politici di averli trascinati in una guerra dall'esito incerto, non sono emerse divisioni profonde nell'immediato entourage di Bill Clinton. Né sono venuti attacchi pesanti dall'opposizione. Tutto questo potrebbe tuttavia cambiare la settimana prossima quando il Congresso tornerà in sessione, e deputati e senatori tornerano a dominare i talk show. Il senatore repubblicano John McCain, ex prigioniero di guerra e candidato alle presidenziali del Duemila, ha an¬ ticipato ieri che il Senato terrà un dibattito già la settimana prossima sull'opportunità di inviare truppe di terra in Kosovo. McCain e altri senatori pensano che a prescindere dalla decisione di mandare o meno le truppe, ò assolutamente indispensabile pianificare il loro dispiegamento per aver l'opzione pronta sul terreno. Nel frattempo la Federation of American Scientists ha confermato che la Serbia è dotata di almeno quattro impianti capaci di produrre agenti chimici (gas nervino e sarin). La prossima settimana inizia al Congresso il dibattito sul ricorso alle forze di terra Allarme per le rivelazioni sulle armi chimiche dei serbi Il presidente Clinton ha ribadito che con Milosevic non si tratta A lato il senatore Me Cain