Una nuova ombra: la «Super-Nato»
Una nuova ombra: la «Super-Nato» SI E' FORMATO UN DIRETTORIO TRA STATI UNITI, GRAN BRETAGNA, FRANCIA E GERMANIA? Una nuova ombra: la «Super-Nato» L'Italia rischia di trovarsi isolata nell'Alleanza Maurizio Moilnari ROMA L'incontro di ieri a Ramstein fra i ministri della Difesa di Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia e Germania ha rafforzato i timori di una sempre più stretta cooperazione militare fra i quattro alleati che potrebbe dar vita ad una sorta di direttorio interno alla Nato da cui il nostro Paese rischia di rimanere fuori. La nascita di una «SuperNato» è una preoccupazione che circola con insistenza negli ambienti di governo e che trova conferma in quei centri studi di politica estera che Palazzo Chigi e Farnesina tendono a consultare con frequenza sempre maggiore. «L'incontro fra i quattro ministri della Difesa in Germania è un segnale preoccupante ma naturale - spiega Roberto Menotti, coordinatore dell'area studi transatlantici del Cespi - perché sono questi i Paesi più impegnati e coinvolti nelle operazioni offensive, di guerra, di bombardamento che la Nato sta conducendo contro la Jugoslavia». In effetti l'Italia è l'unico Paese occidentale del Gruppo di Contatto sull'ex Jugoslavia che non partecipa ai bombardamenti con i propri Tornado, obbligati a compiti difensivi. La scelta di una partecipazione «difensiva» ai raid fu fatta dal governo di Romano Prodi nei giorni della crisi e l'attuale esecutivo l'ha fatta propria. «Mentre era prevedibile che i piloti americani, inglesi e francesi partecipassero ai raid, la decisione di Bonn di inviare la Luftwaffe a bombardare - osserva Menotti ha sorpreso l'Italia e fa adesso risaltare la sua diversità sul piano delle operazioni militari dovuta a ragioni di politica interna». L'incontro di ieri a Ramstein non è tuttavia che l'ultimo di una serie svoltisi fra gli americani ed i tre alleati europei che dedicano maggiori risorse ai bilanci della Difesa. «Vi sono stati dei contatti su temi della sicurezza e degli armamenti - afferma Stefano Silvestri, vicedirettore dell'Istituto di Affari Internazionali - che confermano una tendenza a vertici ristretti che aprono la strada al rischio della formazione di un direttorio interno alla Nato». Per Silvestri «l'Italia al momento non fa parte di questo gruppo di Paesi ma non ne è neanche esclusa». Menotti spiega qual è la partita in gioco: «Scontiamo due debolezze che pesano, un bilancio della Difesa inferiore non solo a Francia e Gran Bretagna ma perfino alla Germania e la difficoltà del governo di avere consenso sul piano interno per le operazioni sulla Jugoslavia» e «il rischio è di rimanere fuori dalla leadership della nascitura difesa comune europea». Per la Farnesina e la Difesa è un argomento delicato. «Al momento l'Italia ò al centro ed è coinvolta in ogni decisione politica e militare - risponde con cautela il sotto¬ segretario agli Esteri, Valentino Martelli - e la solidarietà espressa all'Alleanza non è stata inferiore a quella di inglesi, francesi e tedeschi». D'altra parte il ministro degli Esteri, Lamberto Dini, parla quasi quotidianamente in audioconferenza con i suoi colleglli americano, inglese, francese e tedesco e il ministro della Difesa, Carlo Scognamiglio, ribadisce da giorni che «l'Italia sta dando all'Alleanza il contributo piti importanti; dopo gli Stati Uniti». Anche Luigi Colajanni, re¬ sponsabile Esteri della Quercia, getta acqua sul fuoco: «Non esiste il rischio di direltorii, l'Itali;! oggi è meno sola nella Nato». Ma le perplessità restano. «L'Italia gioca nella crisi del Kosovo la carta del proprio capitale geopolitico - osserva Menotti del Cespi - grazie ad una posizione strategica che nessuno ci può togliere ma sbagliti chi ritiene che senza di noi l'Alleanza non avrebbe potuto attaccare, a disposizione ci sarebbero state le basi dt;gli altri Paesi membri limitrofi». Ma il sottosegretario Martelli minimizza «Al momento siamo coinvolti in ogni decisione politica e militare» Silvestri: «L'Italia non fa parte di questo gruppo ma non ne è neanche esclusa» ITI, GRAN BRETAGNA, FRANCIA E GERMANIA? V/sAR Il ministro degli Esteri Lamberto In alto: un militare della forza Nato schierata in Bosnia controlla il suo equipaggiamento
Persone citate: Carlo Scognamiglio, Lamberto Dini, Luigi Colajanni, Maurizio Moilnari, Menotti Del Cespi, Roberto Menotti, Romano Prodi, Silvestri, Stefano Silvestri, Valentino Martelli
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