«Accoglieteli in Italia» di Francesco Grignetti

«Accoglieteli in Italia» «Accoglieteli in Italia» D'Alema risponde no a Clinton Francesco Grignetti ROMA Gli Stati Uniti insistono: prendetevi a casa qualche migliaio di profughi. E l'Italia risponde: no, preferiamo assisterli lì. L'ambasciatore statunitense Thomas Foglietta ieri pomeriggio ha varcato il portone di palazzo Chigi per consegnare nelle mani di D'Alema una lettera di Clinton. Molti gli elogi per come l'Italia si sta impegnando sul fronte militare e umanitario. Ma Clinton domanda al governo italiano di modificare la sua politica in tema di profughi. Gli Usa clùedono infatti a tutti i partner atlantici di accogliere una quota di profughi. E' indispensabile allentare le tensioni che rischiano di destabilizzare la Macedonia e anche l'Albania. Per parte loro, gli Usa ospiteranno ventimila kosovari nella base militare di Guantanamo (sull'isola di Cuba). Ma D'Alema, nonostante il pressing diplomatico, ha tenuto duro: l'Italia ritiene meglio assistere i profughi nelle aree immediatamente vicine alla loro terra. Portarli via significherebbe sradicarli. Come palazzo Chigi scrive con comunicato ufficiale: «L'Italia non ha mai chiuso le porte ai profughi del Kosovo. Il nostro Paese è attivamente impegnato negli aiuti umanitari in loco. Ma l'accoglienza ai profughi deve di preferenza potersi svolgere, nel rispetto della loro stessa volontà, il più vicino possibile alla loro patria d'origine, evitando una situazione che renderebbe più problematico o impossibile garantire la prospettiva del ritorno». Sul trasferire i profuglù o meno, la discussione è aperta da giorni. La Nato è divisa, come anche l'Unione europea, La posizione del nostro governo era stata ribadita due giorni fa in Lussemburgo, al vertice tra i quindici ministri dell'Interno, da Rosa Russo Jervolino. «C'è stata - racconta - un'ampia discussione. Io l'ho detto a brutto muso. Non ri¬ teniamo positivo sbatacchiare i profughi in giro per le isole del Pacifico. Significherebbe sradicarli. Meglio assisterli in loco. Piuttosto possiamo esplorare la disponibilità dei governi di Romania e Bulgaria ad accogliere i profughi. Fermo restando che non dobbiamo scaricarli sulle loro spalle. Naturalmente accetteremo persone con problemi sanitari. Ma come ci ha chiesto la signora Ogata, alto commissario dell'Orni per i rifugiati, devono essere partenze volontarie e senza rompere i nuclei famigliari». La scelta di assistere i profughi in Albania e in Macedonia viene spiegala anche da Livia Turco, ministro della Solidarietà sociale: «Non è che noi non vogliamo profughi in Italia perche l'opinione pubblica non li vuole. Al contrario, il governo si stava preparando ad accoglierli. Il primo atto del governo fu la dichiarazione dello stato d'emergenza». Intanto decolla lo sforzo italiano in Albania. Volontariato pacifista e governo hanno fatto la pace in nome dell'emergenza, Tutti insiemi', ieri, hanno dato vita a un «lavi ilo di coordinamento» tra autorità dello Sialo e associazioni. A suggellare la ritrovata armonia, verrà presto un nuovo spot pubblicitario cinsi affiancherà a quello per la missioni' Arcobaleno per propagandare anche i conti correnti della Caritas, del Consorzio italiano di solidarietà o dell'adozione tli bambini a distanza (Aibi) Dice Rosa Busso Jervolino; «1 cittadini devono sapere che il fondu Arcobaleno va considerato come un salvadanaio di tutte le associazioni». Finora sono 10 miliardi e mezzo. Le più cospicue donazioni vengono dalla Camera (due miliardi) e dal Senato (tre miliardi). Il Presidenti' della Repubblica ha disposto di inviare un miliardo del bilancio del Quirinale. Scalfari) ha devoluto anche un suo personale contributo e con lui tutti ì dipendenti e i pensionati della presidenza della Repubblica, Una lettera consegnata personalmente dall'ambasciatore Foglietta. Il premier: «Il nostro Paese è impegnato negli aiuti umanitari in loco. Preferiamo assisterli lì» La regina Rama di Giordania in Macedonia dove ha distribuito medicine e cibo nei campi dei rifugiati