Madeleine si difende: questa non è la mia guerra personale di Larry King
Madeleine si difende: questa non è la mia guerra personale La Albright al Larry King Show dopo le accuse: «Mi assumo tutta la responsabilità» Madeleine si difende: questa non è la mia guerra personale Andrea di Robllant cornspondente da WASHINGTON «Sai Larry, in questo momento a Washington va di moda pararsi il tu-sai-cosa. E a me, francamente, non mi va di stare al gioco», Parola di Madeleine Albright, segretario di Stato e grande sostenitrice della linea dura contro Slobodan Milosevic, che in un'intervista al Larry King Show (Cnn), si è scagliata contro i «cecchini» che in questi giorni l'hanno accusata di aver scatenato una «guerra personale» contro Belgrado. «Questa non è affatto la mia guerra», ha detto stizzita la Albright. «Questa è la guerra dell'America che difende i propri valori. E mi assumo la piena responsabilità di aver ritenuto che fosse essenziale non stare lì a guardare mentre Milosevic attuava i suoi piani». L'uscita del segretario di Stato riflette il clima da scaricabarili che si è insediato nella capitale da quando è cominciata la campagna di bombardamenti Nato contro Milosevic. ncora ieri il Presidente Clinton si e detto convinto che la strategia aerea funzionerà e che non ci sarà bisogno di truppe di terra, «se i nostri alleati rimarranno uniti nel loro appoggio». M ai giornali sono zeppi di dichiarazioni anonime di militari e analisti piii o meno altolocati che dal Pentagono, dalla Cia e da altri centri di potere fanno filtrare i loro mugugni e le loro critiche nei confronti dei vertici politici. E nel loro mirino c'è soprattutto lei, la Albright. Non ha saputo leggere le intenzioni di Milosevic, si dice. Non capisce come funziona un'operazione militare. Il suo giudizio è stato offuscato dalla sua storia personale. E i molti che cercano di prendere le distanze da un'operazione militare dall'esito incorto hanno cominciato a. chiamare il conflitto, appunto, «Alhright's War». La decisione di scatenare la guerra contro Slobodan Milosevic l'ha presa Hill Clinton, ov¬ viamente. Ma tutte le indiscrezioni emerse finora dalla Casa Bianca indicano che questa volta la voce della Albright abbia pesato più di tutte - più di quella del consigliere per la sicurezza nazionale Sandy Berger, più di quella del segretario alla Difesa William Cohen e senz'altro più di quella dei capi di Stato maggiore. E per questo è diventata il bersaglio preferito. Una dello accuse più brucianti e quella di aver pensato che Milosevic fosse una sorta di «bullo di quartiere» e che dopo i primi bombardamenti Nato si sarebbe seduto a trattare, come fece in Bosnia. «Ma non è assolutamente vero che io abbia mai pensato questo», ha insistito il segretario di Stato nell'intervista a Larry King. «Nessuno di noi pensava che la situazione si sarebbe risolta con una giornata di bombardamenti». E anche adesso, dice, dopo due settimane di bombardamenti, «la situazione sul terreno rimane ancora piuttosto equilibrata. E' difficile fissare un punteggio. All'inizio il maltempo ci ha dato fastidio, e lui, in compenso, è stato rapidissimo nel creare un orrore di proporzioni bibliche. Ma adesso la campagna aerea sta funzionando. E i militari riescono a rispettare la tabella di marcia». L'altra critica che viene rivolta alla Albright, di segno diametralmente opposto, ò quella di aver ingigantito la minaccia di Milosevic alla luce della sua vicenda personale, dominata dagli orrori della Seconda guerra mondiale. «Madeleine Albright è guidata dalla propria biografia più di chiunque altro nell'Amministrazione», assicura un diplomatico citato dal Washington Post. «E' sempre lei ad alzare il livello etico e storico del dibattito nelle riunioni di governo». Ed è convinta, aggiungono i suoi collaboratori, che le democrazie avrebbero potuto fermare Hitler e altri dittatori so si fossero mosse prima. Albright non rinnega affatto l'importanza del suo passato nel colorare i suoi giudizi: «Vengo da lì, vengo dall'Europa centrale. E ho visto cosa succede quando il male non viene confrontato per tempo. E le cose che stanno succedendo 11 mi ricordano quelle che succedevano durante la Seconda guerra mondiale. Quelle immagini di deportati chiusi nei vagoni dei treni...». Ieri, l'annuncio di un'altra iniziativa targata Madeleine Albright: «Voice of America» e «Radio Free Europe» cominceranno a trasmettere notizie 24 ore su 24 in Serbia per contrastare la propaganda del regime di Milosevic. Chiaramente il segretario di Stato si sta preparando ad affrontare una guerra che avrà tempi lunghi «per un'Europa libera e integra alle soglie del XXI secolo». Clinton convinto che i bombardamenti avranno successo e che le truppe di terra non saranno necessarie: «Credo che la nostra attuale strategia funzionerà se gli alleati resteranno uniti» «Vengo dall'Europa Ho visto che cosa succede quando il male non viene fermato in tempo Quei deportati mi ricordano la Seconda guerra mondiale» Il segretario di Stato Usa Madeleine Albright: una pubblica autodifesa
Luoghi citati: America, Belgrado, Europa, Serbia, Washington
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