«Rugova? Non ha la sindrome di Moro»

«Rugova? Non ha la sindrome di Moro» «Rugova? Non ha la sindrome di Moro» Per il mediatore di Sant'Egidio non è prigioniero BELGRADO Mentre e muro contro muro sul campo, con distruzioni, vittime e tragedia dei profughi, si muove con discrezione e passi felpati la diplomazia parallela. Dall'altro giorno è qui senza clamore, avendo una fitta serie di incontri, una delegazione della Comunità di Sant'Egidio, che in passato è riuscita a far avviare e concludere negoziati difficili tra altri Paesi. Monsignor Vincenzo Paglia, capo della Comunità, e qui insieme con il professor Alberto Mortizze di-Ila Rocca e Claudio Betti. Si punta ad allargare il varco che si è aperto con il ripescaggio di Ibrahim RUgova, il leader moderato di etnia albanese riconosciuto da Milosevic come l'interlocutore più valido por una soluzione politica. Monsignor Paglia ha da lungo tempo rapporti sia con Milosevic sia con Rugova. Con quest'ultimo, che rimane nella suu casa ai Pristina, ha avuto una conversazione telefonico. «Non ho colto in lui la sindrome di Moro», dico nions. Paglia, tenendo la bocca chiusa sull'andamento dei suoi incontri. «Ogni purola potrebbe essere di troppo e mettere a rìschio ogni minima possibilità». Ma conio fa a escludere la «sindrome di Moro» in un Rugova in mano alla polizia serba? Una percezione precisa, basata sulla reciproca familiarità di lunga data, ed elementi come la linearità e lucidità di quel che diceva, spiega il Monsignore, lasciando capire anche altro. E cioè che Rugova, conferman- dogli di aver incontrato Milosovic e avergli chiesto di poter uscire dal Poose per cercare aiuto, preferirebbe venire a Roma. Non solo perché l'Italia è l'unico Paese Nato che mantiene aperta la rappresentanzu diplomatica, con l'ambasciatore Riccardo Sessa in costante rapporto col governo di Belgrado, ma soprattutto por «l'uomo vostito di bianco», cioè il Papa. La missione dell'inviato del Pontefice noi giorni scorsi non ha sortito apparentemente grandi effetti, ma non si sa di quali carte disponesse o disponga la diplomazia vaticana. Un Rugova in una capitalo Nato, che per di più è la sede del Papa, potrebbe rimetterò in moto qualcosa. La domanda è se ciò non sia tardivo, nel senso dogli interrogativi che ci si pone sulla autorevolezza e rappresentatività di Rugova nella svolta radicale e drammatica degli eventi. Si parla di lui come di Presidente ad interim di una provincia autonoma del Kosovo, ma si parla di lui anche in termini di rischi: pare che la settimana scorsa abbia subito un attentato e che effettivamente abbia bisogno di protezione militare serba. Monsignor Paglia ha già esperienza di mediatore tra Milosevic e Rugova. Fu lui ad avviare un dialogo tra loro con l'incontro nel maggio '98, che rese possibile l'accordo, entrato in vigore nel dicembre '98, sul riconoscimento delle scuole albanesi nel Kosovo, la restituzione alla comunità dell'Istituto di albanologia e sei facoltà universitarie. (f. ni.] Mons. Paglia ha parlato con il leader: vorrebbe venire a Roma Il leader moderato albanese del Kosovo, Ibrahim Rugova

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