ECONOMIA FACILE IN 100 PAROLE

ECONOMIA FACILE IN 100 PAROLE ECONOMIA FACILE IN 100 PAROLE CONTO CORRENTE. E' la forma più diffusa di deposito di denaro in banca, che si realizza con un apposito contratto con il quale la banca s'impegna a custodire il denaro (pagando interessi annuali o, più raramente, semestrali) e a consentire prelievi in qualunque momento. Caratteristica particolare del c/c (che lo differenzia dai libretti di risparmio) è il fatto che i prelievi possono avvenire mediante l'us dell'assegno, utilizzabile anche per effettuare pagamenti (acquisti nei negozi, affitti, sottoscrizioni di fondi comuni, e così via). La banca è obbligata a inviare, almeno trimestralmente (a richiesta anche mensilmente), un «estratto conto» in cui sono riportati tutti i movimenti effettuati nel periodo, con la specifica di tutti gli elementi utili per il cliente. In particolare, vengono indicati: data dell'operazione, valuta applicata, importo, causale (versamento in contanti, pagamento effetti, acquisto titoli, pagamento bolletta della luce, ecc.). Alla fine dell'anno è obbligatoria anche la spedizione del cosiddetto «scalare» (estratto conto raggruppato in ordine di valuta con l'indicazione dei tassi d'interesse applicati) e il dettaglio delle competenze (calcolo degli interessi, addebiti delle spese). CRITERI DI CONVERGENZA. Consistono nell'introduzione di parametri che assicurino una stabilità di prezzi, di cambi, di tassi d'interesse e un equilibrato rapporto tra la ricchezza di ogni Paese e il suo debito pubblico. Sono stati stabiliti a Maastricht e in base ad essi nel maggio '98 sono stati scelti i Paesi che sono entrati nell'Unione economica europea dall'inizio (gennaio '99). In dettaglio, i criteri di convergenza stabiliscono che: a) il rapporto tra deficit pubblico e prodotto interno lordo non può superare il 3%; ciò garantisce una bassa incidenza del disavanzo nazionale sulla ricchezza del Paese, a beneficio del sistema produttivo b) il rapporto tra debito pubblico e prodotto interno lordo non può superare il 60%; ciò garantisce che il peso dell'indebitamento statale non sia eccessivo per l'economia c) l'inflazione non deve essere superiore di oltre un punto e mezzo alla media dei tre Paesi con l'inflazione più bassa; ciò garantisce stabilità monetaria d) i tassi d'interesse a lungo termine non devono superare di oltre due punti la media dei tassi dei tre Paesi con i livelli più bassi; ciò garantisce un costo del denaro basso a beneficio delle attività produttive. DEBITO PUBBLICO. Ammontare dei prestiti che lo Stato e gli altri enti pubblici (Inps, Usi, aziende autonome ecc.) contraggono per far fronte ai saldi negativi di cassa (deficit). Per consentire allo Stato di continuare a svolgere la sua funzione essenziale di garante della fornitura di certi servizi di pubblica utilità (istruzione, sanità, previdenza, difesa), diventa indispensabile indebitarsi emettendo titoli a breve o a media scadenza (Bot, Btp, Cct). Nel corso degli ultimi decenni, il debito pubblico è aumentato a causa della pessima gestione del Tesoro e dell'enorme ammontare di spese improduttive sostenute. DEFICIT. Termine usato per indicare il saldo passivo della contabilità statale causato da entrate ordinarie (imposte e tasse) e straordinarie (vendita di attività pubbliche, come nel caso delle cosiddette privatizzazioni) inferiori alla uscite ordinarie (pagamento di stipendi ai dipendenti pubblici, pagamento di interessi) e alle spese di investimento (costruzione di opere pubbliche). All'interno del disavanzo complessivo si distingue un deficit «primario», pari alla differenza negativa tra entrate e spese correnti e in conto capitale: è la situazione più preoccupante perché indica come l'attività economica dello Stato sia in una fase estremamente negativa. A cura di: GIANLUIGI DE MARCHI (continua)