NOI E GLI ALTRI, PER CAPIRE
NOI E GLI ALTRI, PER CAPIRE NOI E GLI ALTRI, PER CAPIRE Settimana di integrazione culturale con incontri, spettacoli e mostre ATorino, dove intomo alle identità culturali e alle differenze molto si è indagato e discusso, la gente è sensibilizzata al problema e c'è ormai un interesse diffuso a verificare se e come possono evolversi processi di integrazione tra la popolazione da tempo radicata nella città e i gruppi di recente immigrazione di diverse etnie e culture. Di qui la proposta del centro culturale italo-arabo Dar Al Hikma, subito accolta dalla giunta provinciale di dar vita in Torino a una «Settimana di integrazione culturale», non soltanto per far conoscere i modi e la consistenza delle iniziative di integrazione e gli aspetti in via di consolidamento di presenza attiva della cultura importata nel nostro Paese dalle comunità immigrate, identificando e valorizzando gli apporti specifici delle popolazioni diverse. Infatti è ormai possibile documentare momenti reali di integrazione culturale conseguita - soprattutto al livello della cultura materiale - per metterne in evidenza i risultati di un accrescimento reciproco. Le manifestazioni della Settimana di Integrazione Culturale possono essere suddivise in momenti espositivi, e conferenze con dibattito. La programmazione, qui accanto pubblicata, elenca tutti i momenti del progetto. Per gli aspetti espositivi, i giocattoli di bambini africani di aree culturali diverse, raccolti da Anna Gilibert, testimoniano forme di integrazione particolari costituite dal trasferimento di modelli e materiali della cultura occidentale nell'immaginario tradizionale attraverso una manualità molto efficace e uno spirito di osservazione acutissimo. Ribaltando lo schema, lu Collezione Hafa di Bab Anmil, diretta da Milli Paglieri, propone sorprendenti prodotti di design nati dal confronto tra artigianato marocchino e moderna cultura grafica internazionale di artisti italiani e maghrebini. Le conferenze riuniscono quindici oratori di differenti prove- nienze e competenze, sotto quattro titoli. Ogni incontro vedrà alcuni interlocutori di notorietà internazionale affrontare il tema da punti di vista diversi, maturati su esperienze personali eccezionali: Vittorio Nisticò, leggendario direttore dell'«Ora» di Palermo (il quotidiano devastato e incendiato dalla mafia) incontrerà il giudice minorile napoletano Paolo Giannino. Saranno affiancati da Jaouhari Abdeslam e da Maria Viarengo, testimoni dell'impegno nel sociale della realtà torinese. Khaled Fouad Allam, algerino, politologo e studioso della storia, della cultura e delle arti islamiche, avrà come interlocutore uno dei più originali rappresentanti della diaspora irachena: Kassim Bayatly, poeta e musicista e cantante, drammaturgo e regista e attore teatrale, coreografo e danzatore. Manolo De Giorgi, designer, docente di disegno industriale alla facoltà di Architettura di Venezia, ispiratore della Collezione Hafa, si confronterà con Anna Gilibert che ha esperienza di insegnamento nei Paesi africani e che è esperta di materiali e tecniche di costruzione dell'habitat nei Pvs. Gli scrittori Tahar Ben Jelloun, Nedim Gursel e Predrag Matvejevich, con Younis Tawfik, de) quale sta per uscire un romanzo sugli immigrati a Torino, daranno vita a una tavola rotonda su «Letteratura e intermedialità», con l'apporto di Elisabetta Sgarbi, direttrice editoriale per la produzione letteraria straniera della Bompiani. Di tutto il programma, tuttavia, il momento più atteso ed emozionante sarà lo spettacolo, per molti aspetti sorprendente e inusuale, «Ad un intimo amico straniero», di Kassim Bayatly. Festa finale al circolo curdo «Nawroz». Egi Volterrani ti ^ a ^LuSuii a_uj*ji yuji Oli- f-ij (j^Ull l*jl, j) jLjjj .(jfcijj o^Ji <^ ìly** 6639036 »j1&a11 j . J—jjj! 7 ij—« IjluC'l ji 011/5216419 £J\ ì JL-uatfl •via Palazzo di Citta', 21 jlj«JL? TORINO^34
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