Le piccole patrie del piemonte

Le piccole patrie del piemonte Le piccole patrie del piemonte LE piccole patrie del Piemonte» è il titolo di un ciclo di incontri organizzati dall'Uciim (Unione cattolica italiana insegnanti medi) che si svolge al Museo Nazionale della Montagna, in via Giardino 39 (Monte dei Cappuccini), sempre con orario 15,30-18,30. Si parte mercoledì 7 aprile con Nicoletta Laudi Levi che parla su «Chakan, chinim e berahot; le parole degli Ebrei in Piemonte». Il 14 aprile conferenza di Giampiero Boschero su «La lingua dei trovatori provenzali e le tradizioni occitane nelle valli piemontesi». Il 21 aprile il pastore valdese Giorgio Bouchard descrive «Il popolo valdese tra storia, cultura e fede». Il 27 aprile si parla de «Le minoranze alemanniche delle Alpi», con Paolo Sibilla. Infine, il 5 maggio Tullio Telmon tiene una conferenza su «Identità, alterità, alienazione: le prospettive del dialettologo». Per partecipare al corso è richiesto un contributo di lire 25 mila per le spese. Informazioni e iscrizioni: corso Matteotti 11, tel. 011/561.19.23. LA qualifica di minoranza accomuna oggi, in Piemonte, gruppi di natura profondamente • diversa, definiti vuoi da un'appartenenza linguistica, vuoi da una scelta religiosa, venuti da Paesi lontani, o vissuti da sempre fra noi. Gli Ebrei, per esempio, erano anticamente una minoranza etnica oltre che religiosa; quando si sparsero nelle province dell'Impero Romano, non erano forse molto diversi dai Marocchini d'oggi, con la loro origine forestiera stampata nei tratti del viso, coi piccoli commerci di strada che gli consentono di tirare avanti, e con la ferrea religione monoteista che garantisce la loro identità. Ma quando giunsero, molto più tardi, in Piemonte, sotto la protezione dei duchi di Savoia, le connotazioni esotiche degli Ebrei s'erano già stemperate, e sarebbero poi scomparse del tutto: quando, nel 1848, caddero le secolari restrizioni che gravavano su di loro, l'opinione pubblica li considerava ormai Italiani come tutti gli altri, an- che se di religione israelita. Esattamente inverso, in un certo senso, l'itinerario dei Valdesi: d'una minoranza religiosa, cioè, ben radicata nel Paese e nient'affatto forestiera d'origine, ma che col passare dei secoli ha voluto costituirsi come popolo, giungendo a inventarsi addirittura un'identità b'nguistica. Quei montanari dt valli alpine che nel Medioevo seguirono la predicazione di Valdo non erano per niente diversi dai loro vicini e parenti rimasti cattolici, ma la tenacia con cui si sono aggrappati alla loro fede e ai loro focolari, ritornandovi ogni volta che i Dragoni dei Savoia o di Luigi XIV li scacciavano, ha alimentato un'autocoscienza così forte da indurli oggi a definirsi popolo, e a coltivare la lingua francese per meglio marcare la propria diversità. Etnica e linguistica, e nient'affatto religiosa, è invece la diversità dei Walser: quei gruppi di contadini e pastori di lingua tedesca (e «theotonici», o «alamanni», li chiamano appunto le fonti medievali) che già prima del Mille colonizzarono l'Alto Vallese e da lì, nel Due e Trecento, passarono i colli alpini e discesero in Valle d'Aosta e in Piemonte, con l'attivo incoraggiamento di signori e monasteri locali, sempre bisognosi di braccia. Puramente linguistica, infine, la minoranza forse oggi più vasta e più attiva, quella occitana; composta peraltro da gente che da sempre abita le valli alpine del Piemonte meridionale, e che per più d'un millennio ha tranquillamente ignorato d'essere una minoranza. Fino a pochissimo tempo fa, i montanari non erano certo incoraggiati a essere fieri del loro patois, la cui parentela coi dialetti occitani parlati sull'altro versante delle Alpi era nota tutt'al più ai linguisti. L'orgoglio con cui il pais d'oc celebra oggi le sue tradizioni testimonia che le minoranze sono sempre più riconosciute, nella sensibilità collettiva, come una ricchezza: che non è una svolta da poco per una civiltà come la nostra, la cui marcia verso la modernità s'è sempre accompagnata piuttosto allo sforzo di sradicarle. Alessandro Barbero Le piccole patrie del piemonte Lln 'incisione settecentesca raffiguranti' la caccia all'iti imo nelle valli faldosi durante la Pasqua del 1055

Persone citate: Alessandro Barbero, Giampiero Boschero, Giorgio Bouchard, Luigi Xiv, Nicoletta Laudi Levi, Paolo Sibilla, Savoia, Tullio Telmon, Vallese, Walser

Luoghi citati: Dragoni, Piemonte, Valle D'aosta