Compagni di Scuola

Compagni di Scuola Compagni di Scuola ISTITUTO DELLE GIUSEPPI!» «.. .Eprima di entrare in classe bisognava togliersi il rossetto» ■ STITUTO Magistrale delle I Giuseppina, di via Giolitti B angolo via San Massimo, classe IV. «Siamo proprio noi scrive Marisa Corderò - carissime, lontanissime ex. Pare di sentire il profumo di quella giovinezza ormai lontana con il suo carico di promesse e speranze. Com'è vicino e presente il ricordo delle temutissime a valentisssime docenti: la prof. Rossi di scienze, con quel suo vagare sul registro alla ricerca della vittima predestinata all'interrogazione. La signorina Poliedro di francese, con quel suo charme così affascinante per noi appena uscite dall'adolescenza, e desiderose di modelli a cui ispirarsi; diventò prestigiosa preside al Liceo Cavour e non perse quel suo disarmante sorriso. La signora Lodi di educazione fisica così rigorosa ed esigente; i suoi "imitativi" mi trassero d'impaccio quando ebbi a domare classi formate da 32 scalmanati alunni. E chi ha dimenticato la cultura, la capacità di avvincerci con le sue sconvolgenti spiegazioni della Divina Commedia, quel pozzo di scienza che era Suor Gesuina? «Mi accorgo che è un grazie grande questo andare indietro nel tempo, ma è anche la ricerca della voglia di ridere di Silvia Rossignoli, degli occhi belli e invidiatissimi di Laura Andreotti, della capacità scientifica di passare quelle terribili traduzioni di Ovidio da parte del genio Borsello, e per la trasgressiva Giorgi, che leggeva Pitigrilli e stupiva con il suo anticonformismo l'ambiente austero che era l'istituto di via Giolitti in quegli anni lontani, in cui prima di superare la soglia era necessario togliersi il rossetto messo nel percorso da casa a scuola...Ricordo il carnevale di piazza Vittorio. Si faceva a gara per accumulare il maggior numero di coriandoli in testa e sui cappotti di Casentino arancione, che Carrara e Gianotti inauguravano e che tutte imitavamo perché le ritenevamo le annunciatrici di moda più accreditate. Quante risate sugli autoscontro con la carissima Augusta Larosa che mi faceva da sorella maggiore. Non ci siamo mai perse di vista e se penso a un'amica, penso a lei. Ora vive a Firenze dove si è brillantemente laureata a 40 anni; era sempre stato il suo sogno, ma pochissime di noi andarono all'Università traguardo per poche elette per ingegno e censo. «Era una festa andare alla cremeria di via Cavour per un gianduiotto, o sostare ai tavolini di Zucca e osservare il passeggio delle signore tirate a lucido che allora sembravano distanti anni luce da noi, "che eravamo così moderne", e ci scambiavamo i dischi di Harry Belafonte, Pat Boone o dei Platters snobbando gli italiani e quelli di Sanremo in particolare. E poi la soddisfazione di legare i libri con la cinghia o l'elastico, contrassegno evidente, con le calze di nylon, che eravamo ormai signorine che avevano lasciato l'adolescenza per buttarsi nell'avventura misteriosa della giovinezza. E quale trionfo e batticuore quando qualche ragazzo si trovava all'uscita della scuola, magari all'angolo dove lo sguardo della suora portinaia non arrivava Atmosfere lontane, ma che vivono in me come fosse ieri. Come vorrei ritrovare ognuna e tutte voi, telefonate a questi numeri: Marisa 011/79.77.54, Chicca: 011/66.14.588». a cura di Renato Scagliosa

Persone citate: Augusta Larosa, Borsello, Carrara, Gianotti, Harry Belafonte, Laura Andreotti, Marisa Corderò, Pat Boone, Renato Scagliosa, Silvia Rossignoli

Luoghi citati: Firenze, Sanremo