Un Nobel paladino del nucleare

Un Nobel paladino del nucleare INTERVISTA Un Nobel paladino del nucleare Charpak difende l'energia che si estrae dall'atomo EM in libreria «Fuochi fatui e funghi nucleari», edizione italiana (Baldini & Castoldi) dell'ultimo saggio del Nobel Georges Charpak, scritto a quattro mani con Richard Garwin, fisico americano esperto di questioni nucleari. -Professor Charpak. lei ha dedicato la sua vita alla fisica delle particelle, la ricerca pura per eccellenza. Ma negli ultimi anni si è sempre più impegnato nel campo delle ricadute della ricerca pura sulla vita di tutti i giorni. Perché questo cambiamento? «E' vero, ho dedicato quarant'anni della mia vita alla ricerca pura, però mi sono sempre interessato alla vita politica del mio Paese, la Francia, e ai problemi su scala planetaria. Problemi come l'aumento sconsiderato di armi nucleari o il pericolo di guerre totalitarie mi angosciano da sempre. Cosi, dopo aver avuto il Premio Nobel, mi sono tuffato nella società. Alcuni problemi ini interessano particolarmente, come ad esempio l'istruzione dei giovani, o piuttosto il ritardo accumulato in questo settore, ritardo che ò l'anticamera dell'oscurantismo. E' un problema cui dedico attualmente la metà del mio tempo, in particolare all'istruzione nelle scuole elementari francesi». -Da dove nasce il suo interesse per il nucleare? «Il nucleare è un problema fondamentale per il futuro dell'umanità ed è purtroppo dominato dalla superstizione. Se mi è consentito descriverlo metaforicamente, basti dire che la radioattività naturale del corpo di qualsiasi essere umano equivale a 10.000 bequerel, cioè 10.000 disintegrazioni al secondo. I pericoli, inesistenti, che questa disintegrazione naturale comporta, sono paragonabili a quelli prodotti da tutti gli incidenti nucleari segnalati al centro di riciclaggio dei combustibili nucleari di La Hague (sulla Manica in Francia), bersaglio privilegiato di gruppi ambientalisti come Greenpeace». -Incluso Cernobil? «No, Cernobil è stato un incidente grave. Ma tutte le fonti di energia hanno i loro incidenti. Il gas, per esempio, uccide in Francia 120 persone all'anno. Se il nucleare mietesse lo stesso numero di vittime, l'industria nucleare sarebbe finita da un pezzo! La differenza fra le due fonti è che il gas (fornito alla Francia da Algeria e Russia) scomparirà fra qualche anno, mentre gli approvvigionamenti nucleari hanno prospettive illimitate. E' per questo che ho impegnato la mia responsabilità in questo settore. Ricerche come quelle con- dotte da Carlo Rubbia sull'Amplificatore di Energia sono una prova del futuro delle prospettive dell'opzione nucleare. Nel mio libro sono citati molti altri esempi in questa direzione. Entro i prossimi due secoli l'umanità avrà esaurito le fonti fossili di eneria. E' irresponsabie basare l'econo¬ mia dei Paesi sviluppati sul loro consumo. Le fonti alternative non potranno mai soddisfare i bisogni dei dieci miliardi di persone che abiteranno il pianeta nel giro di un secolo». -A che si deve secondo lei l'impopolarità del nucleare? «Credo che la demonizzazione del nucleare trovi origine nel terrore inculcato dalle armi nucleari, dalla bomba di Hiroshima, che ha spazzato via 100.000 vite in un colpo solo. E' un problema chiave, a cui dedico metà del mio libro. Ma il problema delle armi nucleari viene strumentalizzato da una certa stampa a fini puramente propagandistici e con argomenti infondati. Un esempio? Lo studio del professor Viel, del 1995, sui casi di leucemia in 15 anni nella zona compresa in un raggio di 35 km dal centro di ritrattamento di La Hague. Lo studio non constatava aumenti nei casi di leucemia nella zona studiata (25 contro i 22,8 attesi), ma individuava un aggregato sospetto nel cantone più vicino al centro (4 casi contro 1,4 attesi). Questo tipo di statistica non dimostra nulla. Eppure quotidiani come Le Monde vi hanno dedicato pagine e pagine! E' una campagna che funziona, che riesce a trascinare le folle, ma è lo stesso principio per cui funzionano i suicidi di massa. In realtà non c'è nessuna differenza fra i rari casi di cancro provocati dalle radiazioni e quelli meno rari dovuti alle emissioni dei gas di scarico. Oggi oltre il 25% della popolazione muore di cancro e la percentuale di tumori causati dal nucleare è impercettibile». -Perché questi casi impressionano di più l'opinione pubblica? «Cercherò di rispondere. Nel 2000 il governo francese dovrà decidere se abbandonare l'opzione nucleare per passare al gas, seguendo l'esempio della Germania. Ora, è vero che il prezzo del gas è calato di un fattore 2 negli ultimi 10 anni. Ma se tutti all'improvviso scegliessero il gas come fonte principale, il suo prezzo aumenterebbe follemente per la legge della domanda e dell'offerta. Questo 'affare" del gas è una posta in gioco di 1000 miliardi di dollari. A chi vogliamo far credere che i beneficiari di questo giro d'affari siano estranei alla propaganda contro le fonti energetiche in competizione con l'industria petrolifera?». Paola Catapano CERN, Ginevra In un libro molto polemico appena tradotto in italiano, una analisi dell'opposizione alle centrali a fissione I Nobel Georges Charpak interessano particolarmente, come ad esempio l'istruzione dei giovani, o piuttosto il ritardo accumulato in questo settore, ritardo che ò l'anticamera dell'oscurantismo. E' un problema cui dedico attualmente la metà del mio tempo, in particolare gas, per esempio, uccide in Francia 120 persone all'anno. Se il nucleare mietesse lo stesso numero di vittime, l'industria nucleare sarebbe finita da un pezzo! La differenza fra le due fonti è che il gas (fornito alla Francia da Algeria e Russia) scomparirà zonepmi due secoli l'umanità avrà esaurito le fonti fossili di eneria. E' irresponsabie basare l'econo¬ , ),aggregato sospetto nel cantone più vicino al centro (4 casi contro 1,4 attesi). Questo tipo di statistica non dimostra nulla. Eppure quotidiani come Le Monde vi hanno dedicato pagine e pagine! E' una campagna che funziona, q gd'affari siano estranei alla propaganda contro le fonti energetiche in competizione con l'industria petrolifera?». Paola Catapano CERN, Ginevra OOf! tlosrto*