SCENE DI GIUNGLA URBANA LA SOCIOLOGIA DEL TRAFFICO di Franco Garelli

SCENE DI GIUNGLA URBANA LA SOCIOLOGIA DEL TRAFFICO SCENE DI GIUNGLA URBANA LA SOCIOLOGIA DEL TRAFFICO SOCIOLOGIA DEL TRAFFICO Angela Cattaneo Meltemi pp.144 L. 22.000 I può rimanere esseri umani anche in mezzo al traffico? Le scene di tutti i giorni nelle strade delle nostre metropoli sembrerebbero dire di no. Il livore urbano è ormai parte integrante del nostro modo di vivere, col suo tasso di caos, di stress, di fretta, di scarica di adrenalina, di impazienza. Ma il traffico non è soltanto una giungla e se lo si pone sotto una lente di ingrandimento offre la possibilità di comprendere sia i comportamenti urbani sia le formo dell'organizzazione sociale. Il traffico infatti riflette le situazioni strutturali dello varie città e metropoli, il tipo di politica urbanistica privilegiata nel tempo, lo sviluppo dei quartieri e delle infrastnitture viarie, la concezione dello spazio e del tempo ecc. Ma oltre a ciò il traffico è anche il prodotto del comportamento messo in atto dagli abitanti delle varie città, chiamati a districarsi tra molteplici vincoli e svincoli. Proprio sul traffico come occasione di incontro urbano è dedicato il volume Sociologia del traffico. S d il b gfScene da una giungla urbana. L'autrice è Angelu Cattaneo, una ricercatrice dell'Università di Roma, che per vari mesi ha analizza to le dinamiche che si svolgono in ulcuni quarteri e piazze della metropoli. L'interesse esplicito era rivolto a valutare come la gente raggiunge il posto di lavoro, le strategie di ricerca del percorso miglioro, le difficoltà incontrate Dell'utilizzo del mezzo pubblico, i casi di alternanza tra mezzo pubblico e mezzo privato, ecc. A livello più profondo, c'è l'idea di come ci si comporta nella giungla di una grande città. Il traffico urbano viene così visto come un singolare «rendez-vous» tra una moltitudine di persone, uno spaccato di come si vive insieme e di come ognuno nell'interazione complessiva riesco a far fronte alle proprie necessità. Per far ciò la Cattaneo applica il paradigma di Goffman alla vita urbana, rivalutando in particolare gli esempi prodotti al riguardo da questo importante esponente dell'internazionalismo simbobco. Le strade sono il palcoscenico di una rappresentanza cobettiva, dove ogni giorno milioni di individui recitano la loro parte di fronte ad un pubblico composto a sua volta di automobilisti, pedoni, astanti, ecc. Oltre agli attori e al pubblico vi può essere il regista della rappresentazione, ruolo ricoperto dal vigile urbano cui spetta il compito di controllare il traffico e mettere ordine neba scena. Come tutti i palcoscenici, anche questo si compone di ribalta e di retroscena. La macchina, ad esempio, può diventare il retroscena di ciascuno, dove è possibile «truccarsi, puhrsi il naso, guardarsi allo specchio, leggere il giornale, ascoltare musica, litigare, difendersi da zingari e lavavetri». Che questi siano comportamenti tipici da retroscena lo dimostra l'imbarazzo che si produce nelle persone che b compiono appena si sentono osservate da altn. Anche la giungla del traffico ha comunque le sue norme e regole, uniformandosi alle quali l'interazione procede senza grandi intoppi. Perlopiù si tratta di regole cui ci si adegua senza riflettere, il cui rispetto detennina quel consenso operativo che permette a ognuno di orientarsi nella situazione e di vedersi confermato nei rapporti sociali. Ma l'immagine della giungla indica quanto le infrazioni siano frequenti e diffuse, per cui fa parte delle regole del gioco prestare grande attenzione ai segni esteriori degli altri, a come gb altri attori del traffico si presentano, per prevedere il loro comportamento. In qualche caso la reciprocità delle aspettative è così bassa che ci si sorprende quando tutto fila per il verso giusto o quando la gente si comporta come dovrebbe. La strada non è comunque solo il luogo della sanzione o della riprovazione sociale, a fronte di non pochi casi di violazione di norme e di obblighi. E' anche o soprattutto il luogo in cui ci si scambia fiducia reciproca, sia perché la nostro sicurezza dipende per vari aspetti dal comportamento degli altri, sia perché il superamento debe emergenze e degli intoppi richiede almeno una forma minima di agire cooperativo. In sintesi, più che un caos indifferenziato, il traffico risulta un singolare specchio sia deba qualità deba vita urbana sia della cultura e dei rapporti sociali prevalenti. Come a dire: «Dimmi com'è il traffico e ti dirò di che città o società si tratta»! Franco Garelli SOCIOLOGIA DEL TRAFFICO Angela Cattaneo Meltemi pp.144 L. 22.000

Persone citate: Angela Cattaneo, Cattaneo, Goffman