POTERE ASSOLUTO E MARTIRIO I SIMBOLI DELLA PORPORA di Marco Belpoliti

POTERE ASSOLUTO E MARTIRIO I SIMBOLI DELLA PORPORA POTERE ASSOLUTO E MARTIRIO I SIMBOLI DELLA PORPORA La storia fascinosa di un colore dai confini imprecisati LA PORPORA a cura di O. Longo Istituto Veneto di Scienze. Lettere e Arti pp.47S L 52.000 A porpora è un colore dai confini imprecisati: è il rosso, lo scarlatto, il violetto, il turchino o il rosa-violaceo, ma anche, come scrive Guglielmo Cavallo nella prefazione al volume dedicato a La porpora, «un indistinto colore cupo 0 una mescolanza di queste tinte nelle più varie gradazioni, dai toni più bassi ai toni più accesi, tanto che la linguistica stenta a trovare sinonimi o equivalenze lessicali per la porpora». Il mondo tardoantico delirava, se così si può dire, per la porpora, abo stesso modo che per l'oro, U quale sembrava contenere in sé la luce: la luce scura, la porpora, la luce chiara, l'oro. La contenere in sé la luce: la luce scuraporpora sembrava infatti brUlare là dove la luce è più tenue 0, come scrive Plinio, «la porpora comprende in se stessa la luce e l'oscurità, quindi tutta la gamma dei colori». Forse non è casuale che il colore più richiesto dagli antichi sia un colore «impuro», classificato insieme con il rosso, afferma John Gage in quebo straordinario volume sulla storia dei colori che è Coìour and Culture (Thames and Hudson, 1993). Per Democrito, citato da Teofrasto, la porpora era un misto di rosso - molto rosso -, nero - poco nero, e di bianco - intermedio fra i due. Il porpora deve tutta la sua seduzione a un doppio motivo: è un cangiante (secondo Bartolomeo Bizio, U suo riscopritore moderno nel 1833, l'iridescenza debe stoffe tinte di porpora era dovuta aba diffrazione deba luce, provocata dalle screpolature del sottile strato di colore sulla fibra del tessuto), e insieme un colore raro. Infatti, per estrarlo dai molluschi marini detti «murici», che appartengono alla classe dei Gasteropodi (Li Murex brandaris e il Murex trunculus, che vivono nel Mediterraneo), occorre una precisa tecnica di lavorazione conosciuta dai Fenici e tenuta segreta, ma soprattutto un enorme numero di molluschi per poche quantità di pigmento. Per il mondo classico il nesso sole-porpora è molto stretto: il cielo si imporpora all'aurora e al tramonto, e dunque il simbolo che lega la porpora alla regalità è immediato. E ancora la porpora richiama il sangue che può essere rosso vivo, ma anche scuro: sole, sangue, vita, regalità, tutti concetti appartenenti a un'unica area semanti¬ ca. Le grandi civiltà del passato si dividono in quelle che per cui il colore del Potere è il verde e quelle che invece promuovono la porpora-; così■ come il discrimine' passa tra le civiltà in cui l'universo dei colori è chiamato in causa nell'opposizione tra bianco e nero, e tra bianco e rosso (bianco-nero-rosso sono i colori fondamentali), e quelle che riconoscono altri colori fondamentali, come ad esempio il blu che comincia a imporsi scrive Michel Pastoreau (Couleurs, immages, symboles, Le Léopard d'or), a partire daba metà del XII secolo. Il mistero della porpora, la ragione deba sua difficile identificazione, è legato, come raccontano molti degb scritti raccolti nel volume curato da Oddone Longo, al fatto che la realizzazione del pigmento restò per secoli un mistero, tanto che ogni civiltà antica cercò sostituti o succedanei del misterioso mollusco. Antonio Lepschy, che ha studia¬ to il significato della parola «porpora» in italiano, ha rilevato che essa ha una latitudine di valori cromatici che vanno dal violetto (inteso come colore intermedio tra rosso e blu) a varie sfumature con una componente sempre maggiore di rosso. Tra porpora e rosso la parentela è stretta, dal momento che, come hanno notato gli studiosi americani Berlin e Kay in un loro celebre studio [Basic Colour Terms), dopo il bianco e il nero, legati aba sensazione di luminosità, U terzo coloro emerso nel corso della storia delle culture umane fu il rosso, e probabilmente più il rosso del mattone che quebo del papavero, così che per indicare il rosso vivo fu necessario ricorrere a termini quali vermiglio e scarlatto; la gamma delle definizioni del rosso è una delle più ampie, e comprende il magenta, entrato nell'uso dopo il 1859 e riferito al colore porpora dei pantaloni degb zuavi di Napoleone III (la storia della porpora come colore di battaglia, colore che atterrisce sarebbe una altro capitolo della lunga vicenda che passa anche attraverso i colori araldici del Medioevo). Sovente quando parliamo dei colori facciamo confusione fra tre aspetti che la scienza dei colori ha invoco differenziato: la tinta, quebo che normalmente chiamiamo colore, per cui distingui arno il rosso dal giallo, il verde dall'azzurro; la saturazione, per cui distinguiamo il rosa dal rosso, o il celeste dall'azzurro o dal blu; e infine la luminosità, per cui al variare di questo parametro si passa dal bianco al nero transitando nella vasta regione dei grigi (sul grigio è stato gettato un gran discredito, per quanto la realtà sia, almeno sul piano della luminosità, in gran parte composta di sfumature grigie). La difficoltà a catturare la porpora consiste nella sua forte variabilità a livello di saturazione e di luminosità: la porpora non è infatti mai un colore puro, non appartiene all'ambito dei colori spettrali. Gage nota come nel Medioevo la porpora fosse più una materia che una tinta, un tessuto di seta spessa che poteva essere indifferente- mente bianco 0 verde. La confusione era grande, tanto che neba chiesa di Cristo in Chora a Costantinopob, poi trasformata in moschea, nei bellissimi mosaici ispirati ai Vangeli apocrifi Maria tiene in mano dei fili colorati indicati come pourphurion, resi di un luminoso rosso vermiglio. La gran parte dei saggi del volume che raccoglie gli atti di un convengo e le brevi schede di una mostra realizzata a Venezia si soffermano sulle definizioni scientifiche e fisiche della porpora, e sulla tradizione antica, dai Fenici a Roma, compreso l'utilizzo della porpora nella simbologia del potere, trascurando purtroppo le teorie moderne del colore, ad esempio quella di Goethe, per cui la porpora ha un ruolo importante nel cerchio dei colori: procedendo verso l'alto i colori perdono luminosità e si inscuriscono, per quanto si intensifichi la loro forza cromatica. Il giallo e l'azzurro, rappresentanti della luce e dell'oscurità, congiungendosi in alto, si riuniscono per via della loro qualità rossiccia e danno vita alla porpora 0 rosso intenso, come ricorda Renato Troncon, cui dobbiamo l'edizione deba Teoria dei colori (Il Saggiatore) e il recente Storia dei colori di Goethe (Luni, pp.494, L. 60.000). A partire da Diocleziano e Costantino la porpora diventa simbolo dell'imperatore, attributo che culmina con la civiltà bizantina: potere assoluto e forza simbolica della porpora vanno di pari passo, scrive Cavallo. Con il cristianesimo la porpora passa a indicare il colore del sangue di Cristo, e purpurei sono i martiri. L'età moderna laicizza la porpora e i nuovi materiali insieme ai colori figli della chimica le tolgono quel ruolo privilegiato che aveva assunto per secoli. Forse non è un caso che il colore più simbolico dal Romanticismo in qua, almeno nell'abbigliamento, sia diventato il nero. E' il trionfo dell'uomo nero, come lo definisce John Harvey nel suo recente libro (Mari in Black, Reaktion Booksl. Il cangiante ha finito di affascinarci. Marco Belpoliti Come scrive Plinio comprende la luce e l'oscurità, nell'età moderna smarrisce il ruolo privilegiato che ebbe per secoli LA PORPORA a cura di O. Longo Istituto Veneto di Scienze. Lettere e Arti pp.47S L 52.000

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